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Dall’Unione europea contributi per far espiantare le vigne

Il vino italiano cresce all’estero


 


Dall’Unione europea contributi per far espiantare le vigne


 


 


 


Nei primi sei mesi del 2007, secondo quanto dichiarato dallIstat, lItalia ha esportato vini nel mondo per un valore di 1,6 miliardi di euro: il 12% in più rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. A fine dellanno, potrebbero essere superati i 3,1 miliardi di euro esportati, totalizzati alla fine del 2006. Il dato è importante, anche se occorre ormai andarci cauti con i mercati agroalimentari, preda sempre di più dellaltalenare degli umori dei consumatori. Sugli scaffali della moderna distribuzione, tanti vini di tutti i tipi e gusti. Tutti etichettati, qualcuno anche con “grandi firme”, e denominazioni Doc, Docg, Igt, più qualcuna di fantasia. Però, manca lindicazione di chi ha fatto quel vino. Questo sarebbe importante. 


La scelta di un vino, infatti, può essere semplicemente determinata dallumore del critico enogastronomico più ascoltato. Anzi, sembra che gli appassionati, probabilmente perché non in grado di scegliere da soli, siano portati verso luno o laltro vino semplicemente se questo viene assaggiato dal supercritico. Giusta o sbagliata che sia, questa tendenza di mercato deve far pensare.


Comunque il mercato del vino è probabilmente il più competitivo al mondo. Solo in Italia ci sono 800mila produttori. Piccoli e grandi produttori, cantine sociali, consorzi, multinazionali, amatori, attori del cinema e del teatro, contadini, hobbisti, banchieri e architetti di nome che hanno costruito cantine “megagalattiche”, con nuovi vigneti. Tutti in concorrenza spietata. Ogni tanto la Ue ci regala una delle sue perle di scarsa conoscenza dei problemi frutto di cosa non sappiamo. Lultima riguarda il contributo di 7.174 euro per ogni ettaro di vigneto espiantato; la promozione del vino europeo fuori dai confini Eu per 120milioni di euro; luso di 80mila tonnellate di zucchero per arricchire la gradazione alcolica di 25milioni di ettolitri di vino. Si parla, sottovoce che molte aziende abbiamo molto invenduto nelle loro cantine. Facile pensare che molto diventerà etanolo. I consumi di vino sono scesi da 52 a 42 litri pro-capite, mentre quelli della birra sono aumentati. I nostri produttori locali si difendono con la qualità, ma soprattutto sono bravi a mantenere una clientela fedele, che apprezza i nostri vini.


«Molte Aziende hanno cercato di valorizzare le produzioni di qualità, dimostrando la tradizione vitivinicola del nostro Paese, conquistando nuovi spazi di mercato anche allestero – ci dichiara Patrizia Suzzi, imprenditrice vitivinicola nelle colline imolesi, nonché responsabile di “Donna-Impresa” di Coldiretti –  Sicuramente, gran parte delle Aziende che svolgono attività di vendita diretta, ogni giorno a contatto con il consumatore, hanno notato che gli acquisti del vino sono fatti in maniera più selettiva. Prevalgono acquisti in minore quantità, guardando alla qualità, compensati da frequenti “passaggi” alle cantine.


Occorre ricordare che sono cambiati, nel corso degli anni, anche gli  “stili di vita”: una vita più frenetica, il consumo dei pasti fuori casa, senza contare che le “mode” tendono ad abbinare al cibo altri prodotti alcolici, tipo la birra. Si tende a perdere di vista il prodotto tipico ed il legame con il territorio, dimenticando che i nostri vini sono molto apprezzati, per il loro aroma e la gradazione, che li rende graditi ai palati più fini.


Per questo – continua la Suzzi – è necessario tutelare la salute e la trasparenza delle informazioni, nelle etichette e nelle comunicazioni per frenare le possibili diciture ingannevoli nei confronti del consumatore e degli amatori del buon vino.


Per questa ragione, il settore vitivinicolo attende con trepidazione la nuova Ocom del Comparto vitivinicolo dove si tracciano le linee guida fino al 2013. Al centro della riforma europea cè, come obbiettivo primario, di ridurre i surplus di produzione, quindi le quantità che eccedono le richieste del mercato. E prevista la riduzione delle superfici attraverso lestirpazione di viti, dando così la possibilità ai produttori non competitivi di valutare lopportunità di abbandonare il settore attraverso un premio euro/ettaro. Il mondo del vino si interroga sugli scenari mondiali, economici e finanziari, per escogitare soluzioni vincenti, nuove strategie affinché venga rispettata la trasparenza necessaria per tutelare “il made in Italy” del nostro vino».


 


( Fonte Nuovodiario )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.