Home News E adesso?

E adesso?

 


 


 


La notizia è di quelle che faranno discutere molto nel mondo del vino. La Francia ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il dispositivo di legge che approva la denominazione Vignobles de France, alla quale potranno fare riferimento tutti coloro che producono attualmente dei vin de pays de departement o de zone, vale a dire quasi tutto il territorio vitato francese.


 


Quello della denominazione nazionale è un tema allordine del giorno a livello internazionale.


 


Esistono delle macro Doc come quelle del South Australia o della California, che a ben vedere sono degli stati delle rispettive federazioni. In Europa le danze, si fa per dire, le aveva già aperte la Spagna. Ma che anche la Francia si ponga in questa cordata è qualcosa che fa pensare, anche perché è abbastanza prevedibile che verrà seguita a breve anche da noi, viste le spinte che ci sono attualmente da parte di alcuni importanti produttori italiani.


 


Se lo fanno i francesi e gli spagnoli, dicono, dovremmo farlo anche noi. Richiesta legittima. Senonché proprio questa china, quella che va verso una sempre più evidente industrializzazione del comparto vitivinicolo, per quanto riguarda, ad esempio, lAustralia, sembra essere stata messa nellangolo dallevoluzione dello stile dei consumi, a livello internazionale.


 


Uneventuale Italia Igt perciò arriverebbe mentre questo modello produttivo mostra la corda e, a me pare, si finirebbe per sacrificare il senso ed il valore delle denominazioni di origine sullaltare di un progetto che da altre parti sta tramontando. Lavrei capita sei o sette anni fa una scelta del genere, ora resto alquanto perplesso.


 


Vale la pena, insomma, ridurre le denominazioni nei fatti a mere operazioni di marketing basate sul nome di un intero Paese? Dopo che per anni tutta la legislazione europea in merito, e non solo nel settore vino, ha tentato di valorizzare e di tutelare lorigine dei prodotti alimentari? Senza pensare poi alla difficoltà di operare dei controlli seri su una massa di prodotto che sarebbe, prevedibilmente, enorme.


 


Non ho una soluzione in tasca, ovviamente, e non ho neanche il ruolo per proporne una. Ma una cosa è certa, la tutela dei consumatori non può non essere considerata e il valore dellorigine non deve essere messo in discussione. È lunico plus che abbiamo nei confronti di chi origine non sa neanche cosa significhi. Rinnegarla, diluendola in un mare magnum di vino solo genericamente italiano, francese o spagnolo, somiglia, secondo me, al più classico degli autogol.


 


Mi piacerebbe molto, prima di imboccare questa strada senza ritorno, che almeno se ne discutesse apertamente. In Francia non mi risulta che labbiano fatto, come non lo fecero per i trucioli, che loro usano da trentanni nei vin de pays. Proviamo almeno a farlo noi, senza preconcetti, ma senza legislazioni durgenza.


Daniele Cernilli


 


Annotazioni


Vedasi a tal proposito anche articolo al link:


 


https://www.winetaste.it/ita/anteprima.php?id=1747