Ricevo in anteprima l’editoriale del mese di Febbraio 2010, ( leggi al link:
del direttore del giornale Il Mio Vino, Gaetano Manti, il quale ci porta a conoscenza di un fatto che lascia qualche dubbio circa la correttezza del modo di agire, di un’altra importante rivista di settore.
E’ ovvio che in tempo di crisi la concorrenza sia agguerrita, e quindi taluni giornali e/o giornalisti ritengano che la strada giusta da percorrere sia quella di scagliarsi contro altri colleghi ecc., ma in questo caso ho qualche perplessit….perch non si capisce bene se si tratta di una forma di pubblicit a pagamento ( e fin qui nulla di male a mio avviso ) , oppure di una recensione di quei vini…..a pagamento, il che non sarebbe troppo corretto.
Ricordo la polemica scatenata oltre un anno fa da altri giornalisti, vediamo ora cosa avranno da scrivere in questo caso ed avere cosi’ una ulteriore conferma o smentita della loro onest intellettuale e della loro intelligenza ( sic !! ).
Vi riporto l’editoriale in originale, cosi’ che ognuno si possa fare la sua opinione in merito
Buona lettura
Roberto Gatti
La Civilt delle Marchette
Chi ci segue da tempo conosce bene la nostra guerra
continua contro il malcostume che vede molti mezzi di
comunicazione vendere il loro contenuto redazionale in
modo assolutamente immorale e in spregio alle regole
civili che questo Paese si dato ma troppo spesso stenta a
far rispettare.
Sto parlando di quelle che, nel gergo editoriale, si
chiamano marchette proprio per indicare latto di chi
vende qualcosa che non dovrebbe mai essere venduto, cos
come fanno le prostitute.
La gran parte di queste vendite, come si attiene a tutto
ci che illegale o altamente immorale, non avviene alla
luce del sole e viene mascherata con sotterfugi di varia
natura.
Il fatto che, a furia di comportarsi in modo immorale,
alcuni perdono ogni forma di ritegno. Pensano allora che il
loro modo di fare sia assolutamente normale e arrivano a
proporre le loro miserrime marchette con modalit degne
di attivit del tutto lecite, come se fossero le cose pi
normali del mondo.
Pochi giorni fa mi arrivata una riprova eclatante e in
qualche modo anche molto triste di questo malcostume.
Me lha fatta avere Enzio Felici della azienda campana
Terre Colte, inoltrandomi la email ricevuta dalla rivista
Civilt del Bere che vi propongo qui di seguito nella sua
interezza. La mail firmata dal fondatore della storica
rivista Pino Khail ed spedita da Antonella Khail che
credo ne sia la figlia.
Email Originale
Da: Antonella Khail
[mailto:akhail@civiltadelbere.com]
Inviato: venerd 8 gennaio 2010 12:12
A: info@terrecolte.com
Oggetto: 2010: Lanno dellAglianico
Civilt del bere – Via Ciro Menotti 11/d – 20129
Milano
Tel. 02.76.11.03.03 – Fax 02.74.96.183
Spettabile
Az. Terre Colte
Alla cortese attenzione del dottor Pierluigi Morelli
Milano, 7 gennaio 2010
Oggetto: Speciale Civilt del bere
2010 Lanno dellAglianico
Gentile dottor Morelli,
le segnalo che Civilt del bere dedicher un importante
servizio al vitigno principe del Sud, il vostro Aglianico,
incentrato sul successo dei vini che vi si producono, e
sulle loro nuove prospettive ed evoluzioni. Larticolo,
scritto dalla nostra giornalista Elena Caccia, con un
commento di Luciano Pignataro, uno dei pi noti
esperti di vini del Sud, sar pubblicato nel prossimo
numero di gennaio/febbraio 2009, uno dei pi seguiti
dellanno, poich contiene la nostra attesissima Guida
delle Guide dei Vini.
Considerato il periodo invernale, cio il migliore
per degustare e testare i grandi rossi, allarticolo
giornalistico sullAglianico affiancheremo un utile
strumento per il lettore che volesse degustare lultima
annata in commercio dei vostri grandi prodotti:
pubblicheremo, seguendo un modello consolidato e
apprezzato, una galleria di etichette accompagnate da
una scheda descrittiva.
Per questo Speciale abbiamo studiato unimpaginazione
part icolare e una nuova scheda pi ricca di
informazioni per il nostro esigente lettore, formula
che dar particolare visibilit ai vostri vini .
Limpegno finanziario per la pubblicazione e la
valorizzazione del vostro vino (bottiglia scheda)
minimo, un contributo di soli 550 IVA. Lo spazio
sar uguale per tutti i vini.
Certo di offrirLe uninteressante opportunit, che
certamente corrisponde anche alla Sua filosofia di
dare al consumatore informazioni ampie e trasparenti,
La prego di comunicarci il suo interesse a stretto giro
di e-mail.
Nella speranza di averLa al nostro fianco, rimango
in attesa di un suo cortese cenno di riscontro e colgo
loccasione per porgerle i miei pi cordiali saluti,
Pino Khail
P.S. Le alleghiamo, quale esempio, il Pdf di una
pagina simile utilizzata per il servizio su Bolgheri.
Il commento del produttore che mi ha inoltrato la mail
stato:
Quindi non serve avere buoni vini per essere segnalati
come etichette leggendarie, bastano 550 euro, con
buona pace del lettore, acquirente che crede alla attenta
selezione e valutazione
Saluti
Enzo Felici
Io mi sento in dovere di fare un commento un po pi
articolato. Deve essere a tutti chiaro che il nostro Paese
ha adottato regole che vietano nel modo pi assoluto
comportamenti di questo tipo, cio vietano che il contenuto
presentato al lettore come produzione della redazione sia
in qualunque modo pagato dal produttore per promuovere
il suo prodotto. Questa pratica si chiama pubblicit
occulta ed espressamente vietata dalle nostre normative
le quali impongono che gli spazi acquistati dai produttori
devono essere chiaramente ed inequivocabilmente indicati
come spazi pubblicitari.
La legge in vigore dice che la pubblicit deve essere
chiaramente riconoscibile come tale.
inoltre espressamente proibito ai giornalisti di prestare la
loro opera per articoli che di fatto mascherano pubblicit
pagata da un produttore.
Con buona pace dei giornalisti Elena Caccia e Luciano
Pignataro il cui lavoro viene cos brutalmente mercificato
dalleditore.
Per il capitolo: che si deve fare per campare!
La richiesta inviata dalla rivista Civilt del Bere sembra
indicare una consuetudine molto consolidata (lo stesso
editore della rivista nel suo messaggio definisce il suo un
modello consolidato e apprezzato), consuetudine che di
fatto inganna gravemente il lettore al quale si fa credere che
la segnalazione del vino il risultato di uno sforzo e di un
giudizio redazionale indipendente. Con una modalit che
Kahil ha lardire di qualificare come corrisponde anche
alla Sua filosofia di dare al consumatore informazioni
ampie e trasparenti.
Trasparenti, mi viene da dire, come le acque delle fogne di
una citt del terzo mondo.
Visto che Pino Khail pensa bene di supportare la sua
richiesta allegando una pagina simile utilizzata per il
servizio su Bolgheri, credo sia utile a tutti pubblicarla qui
di seguito, tanto per capire bene di cosa stiamo parlando.
Potrete vedere che non mancano grandi nomi come i
Marchesi Incisa della Rocchetta e le Tenute Guicciardini
Strozzi, senza nulla voler togliere alle meno blasonate
Batzella e Castello di Bolgheri. Non posso proprio
immaginare che, nellesempio proposto da Kahil, lalto
lignaggio di alcuni dei produttori li abbia esonerati dal
pagamento di 550 Iva per vedersi le loro etichette
segnalate nel servizio. Se fosse vero il contrario i produttori
di Aglianico, Terre Colte in testa, avrebbero tutti il diritto
di incazzarsi ancora di pi. Circostanze del tutto fortuite,
e in questo caso anche fortunate, mi permettono infine di
dirvi come si pu e si deve fare informazione onesta con
una rivista come la nostra. I vini della azienda Terre Colte
erano stati giudicati dai nostri degustatori il 20 di ottobre
dello scorso anno ottenendo punteggi molto lusinghieri. Per
questo hanno trovato posto nelle pagine dei nostri numeri
successivi senza che il produttore nemmeno lo sapesse
in anticipo. Senza che al produttore nessuno chiedesse
un solo euro di impegno. Con leditore, cio io, che per
fare in modo onesto il suo lavoro ha pagato il costo della
degustazione, il fotografo che ha realizzato limmagine, la
segretaria che ha archiviato i dati, il redattore che ha scritto
le schede, il grafico che le ha impaginate, il tipografo che
ha stampato le pagine e il distributore che ha mandato le
copie in edicola. Questo lunico modo per fare in maniera
onesta il nostro lavoro ed lunico modo che io conosco per
guadagnarsi la vitale fiducia dei lettori e dei produttori di
vino, si intende quelli onesti e non quelli che partecipano
in modo attivo allindegno mercimonio dellinformazione.
Gaetano Manti
P.S. ) Ogni commento in merito possibile al link:
http://winetaste.blog.espresso.repubblica.it/winetaste_il_gusto_del_vi/
Ne ha dato notizia anche Luciano Pignataro qui :
http://www.lucianopignataro.it/a/marchette-la-rivista-mio-vino-attacca-civilta-del-bere/8960/