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ENOMARCHETTE A PREZZI DI SALDO O PUBBLICITA’ ?

 


 


Ricevo in anteprima l’editoriale del mese di Febbraio 2010, ( leggi al link:


http://www.ilmiovino.it/imv/2010/02/index.php?campaignid=19&utm_source=infomail&utm_medium=email&utm_campaign=IL+MIO+VINO+FEBBRAIO%3A+TUTTO+IL+NUMERO+DA+SFOGLIARE )


 


del direttore del giornale Il Mio Vino, Gaetano Manti, il quale ci porta a conoscenza di un fatto che lascia qualche dubbio circa la correttezza del modo di agire, di un’altra importante rivista di settore.


 


E’ ovvio che in tempo di crisi la concorrenza sia agguerrita, e quindi taluni giornali e/o giornalisti ritengano che la strada giusta da percorrere sia quella di scagliarsi contro altri colleghi ecc., ma in questo caso ho qualche perplessit….perch non si capisce bene se si tratta di una forma di pubblicit a pagamento ( e fin qui nulla di male a mio avviso ) , oppure di una recensione di quei vini…..a pagamento, il che non sarebbe troppo corretto.


 


Ricordo la polemica scatenata oltre un anno fa da altri giornalisti, vediamo ora cosa avranno da scrivere in questo caso ed avere cosi’ una ulteriore conferma o smentita della loro onest intellettuale e della loro intelligenza ( sic !! ).


Vi riporto l’editoriale in originale, cosi’ che ognuno si possa fare la sua opinione in merito


 


Buona lettura


Roberto Gatti


 


 


 


 


 


 


La Civilt delle Marchette


 


Chi ci segue da tempo conosce bene la nostra guerra


continua contro il malcostume che vede molti mezzi di


comunicazione vendere il loro contenuto redazionale in


modo assolutamente immorale e in spregio alle regole


civili che questo Paese si dato ma troppo spesso stenta a


far rispettare.


Sto parlando di quelle che, nel gergo editoriale, si


chiamano marchette proprio per indicare latto di chi


vende qualcosa che non dovrebbe mai essere venduto, cos


come fanno le prostitute.


La gran parte di queste vendite, come si attiene a tutto


ci che illegale o altamente immorale, non avviene alla


luce del sole e viene mascherata con sotterfugi di varia


natura.


Il fatto che, a furia di comportarsi in modo immorale,


alcuni perdono ogni forma di ritegno. Pensano allora che il


loro modo di fare sia assolutamente normale e arrivano a


proporre le loro miserrime marchette con modalit degne


di attivit del tutto lecite, come se fossero le cose pi


normali del mondo.


Pochi giorni fa mi arrivata una riprova eclatante e in


qualche modo anche molto triste di questo malcostume.


Me lha fatta avere Enzio Felici della azienda campana


Terre Colte, inoltrandomi la email ricevuta dalla rivista


Civilt del Bere che vi propongo qui di seguito nella sua


interezza. La mail firmata dal fondatore della storica


rivista Pino Khail ed spedita da Antonella Khail che


credo ne sia la figlia.


 


Email Originale


 


Da: Antonella Khail


[mailto:akhail@civiltadelbere.com]


Inviato: venerd 8 gennaio 2010 12:12


A: info@terrecolte.com


Oggetto: 2010: Lanno dellAglianico


Civilt del bere – Via Ciro Menotti 11/d – 20129


Milano


Tel. 02.76.11.03.03 – Fax 02.74.96.183


Spettabile


Az. Terre Colte


Alla cortese attenzione del dottor Pierluigi Morelli


Milano, 7 gennaio 2010


Oggetto: Speciale Civilt del bere


2010 Lanno dellAglianico


Gentile dottor Morelli,


le segnalo che Civilt del bere dedicher un importante


servizio al vitigno principe del Sud, il vostro Aglianico,


incentrato sul successo dei vini che vi si producono, e


sulle loro nuove prospettive ed evoluzioni. Larticolo,


scritto dalla nostra giornalista Elena Caccia, con un


commento di Luciano Pignataro, uno dei pi noti


esperti di vini del Sud, sar pubblicato nel prossimo


numero di gennaio/febbraio 2009, uno dei pi seguiti


dellanno, poich contiene la nostra attesissima Guida


delle Guide dei Vini.


Considerato il periodo invernale, cio il migliore


per degustare e testare i grandi rossi, allarticolo


giornalistico sullAglianico affiancheremo un utile


strumento per il lettore che volesse degustare lultima


annata in commercio dei vostri grandi prodotti:


pubblicheremo, seguendo un modello consolidato e


apprezzato, una galleria di etichette accompagnate da


una scheda descrittiva.


Per questo Speciale abbiamo studiato unimpaginazione


part icolare e una nuova scheda pi ricca di


informazioni per il nostro esigente lettore, formula


che dar particolare visibilit ai vostri vini .


Limpegno finanziario per la pubblicazione e la


valorizzazione del vostro vino (bottiglia scheda)


minimo, un contributo di soli 550 IVA. Lo spazio


sar uguale per tutti i vini.


Certo di offrirLe uninteressante opportunit, che


certamente corrisponde anche alla Sua filosofia di


dare al consumatore informazioni ampie e trasparenti,


La prego di comunicarci il suo interesse a stretto giro


di e-mail.


Nella speranza di averLa al nostro fianco, rimango


in attesa di un suo cortese cenno di riscontro e colgo


loccasione per porgerle i miei pi cordiali saluti,


Pino Khail


 


P.S. Le alleghiamo, quale esempio, il Pdf di una


pagina simile utilizzata per il servizio su Bolgheri.


 


 


Il commento del produttore che mi ha inoltrato la mail


stato:


Quindi non serve avere buoni vini per essere segnalati


come etichette leggendarie, bastano 550 euro, con


buona pace del lettore, acquirente che crede alla attenta


selezione e valutazione


Saluti


Enzo Felici


 


 


Io mi sento in dovere di fare un commento un po pi


articolato. Deve essere a tutti chiaro che il nostro Paese


ha adottato regole che vietano nel modo pi assoluto


comportamenti di questo tipo, cio vietano che il contenuto


presentato al lettore come produzione della redazione sia


in qualunque modo pagato dal produttore per promuovere


il suo prodotto. Questa pratica si chiama pubblicit


occulta ed espressamente vietata dalle nostre normative


le quali impongono che gli spazi acquistati dai produttori


devono essere chiaramente ed inequivocabilmente indicati


come spazi pubblicitari.


La legge in vigore dice che la pubblicit deve essere


chiaramente riconoscibile come tale.


inoltre espressamente proibito ai giornalisti di prestare la


loro opera per articoli che di fatto mascherano pubblicit


pagata da un produttore.


Con buona pace dei giornalisti Elena Caccia e Luciano


Pignataro il cui lavoro viene cos brutalmente mercificato


dalleditore.


Per il capitolo: che si deve fare per campare!


La richiesta inviata dalla rivista Civilt del Bere sembra


indicare una consuetudine molto consolidata (lo stesso


editore della rivista nel suo messaggio definisce il suo un


modello consolidato e apprezzato), consuetudine che di


fatto inganna gravemente il lettore al quale si fa credere che


la segnalazione del vino il risultato di uno sforzo e di un


giudizio redazionale indipendente. Con una modalit che


Kahil ha lardire di qualificare come corrisponde anche


alla Sua filosofia di dare al consumatore informazioni


ampie e trasparenti.


Trasparenti, mi viene da dire, come le acque delle fogne di


una citt del terzo mondo.


Visto che Pino Khail pensa bene di supportare la sua


richiesta allegando una pagina simile utilizzata per il


servizio su Bolgheri, credo sia utile a tutti pubblicarla qui


di seguito, tanto per capire bene di cosa stiamo parlando.


Potrete vedere che non mancano grandi nomi come i


Marchesi Incisa della Rocchetta e le Tenute Guicciardini


Strozzi, senza nulla voler togliere alle meno blasonate


Batzella e Castello di Bolgheri. Non posso proprio


immaginare che, nellesempio proposto da Kahil, lalto


lignaggio di alcuni dei produttori li abbia esonerati dal


pagamento di 550 Iva per vedersi le loro etichette


segnalate nel servizio. Se fosse vero il contrario i produttori


di Aglianico, Terre Colte in testa, avrebbero tutti il diritto


di incazzarsi ancora di pi. Circostanze del tutto fortuite,


e in questo caso anche fortunate, mi permettono infine di


dirvi come si pu e si deve fare informazione onesta con


una rivista come la nostra. I vini della azienda Terre Colte


erano stati giudicati dai nostri degustatori il 20 di ottobre


dello scorso anno ottenendo punteggi molto lusinghieri. Per


questo hanno trovato posto nelle pagine dei nostri numeri


successivi senza che il produttore nemmeno lo sapesse


in anticipo. Senza che al produttore nessuno chiedesse


un solo euro di impegno. Con leditore, cio io, che per


fare in modo onesto il suo lavoro ha pagato il costo della


degustazione, il fotografo che ha realizzato limmagine, la


segretaria che ha archiviato i dati, il redattore che ha scritto


le schede, il grafico che le ha impaginate, il tipografo che


ha stampato le pagine e il distributore che ha mandato le


copie in edicola. Questo lunico modo per fare in maniera


onesta il nostro lavoro ed lunico modo che io conosco per


guadagnarsi la vitale fiducia dei lettori e dei produttori di


vino, si intende quelli onesti e non quelli che partecipano


in modo attivo allindegno mercimonio dellinformazione.


Gaetano Manti


gmanti@ilmiocastello.it


 


 


P.S. ) Ogni commento in merito possibile al link:


http://winetaste.blog.espresso.repubblica.it/winetaste_il_gusto_del_vi/


 


Ne ha dato notizia anche Luciano Pignataro qui :


http://www.lucianopignataro.it/a/marchette-la-rivista-mio-vino-attacca-civilta-del-bere/8960/