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Dopo le inchieste sulla presunta presenza di acidi nei vini, gli importatori giapponesi chiedono ai produttori siciliani garanzie sull’alta qualità Export col certificato


 


I giapponesi lhanno presa sul serio. Dopo le inchieste, e le tante polemiche, sulla presunta presenza di acidi in alcuni vini e su “Velenitaly”, il servizio dedicato dallEspresso allargomento bollato come la più grande sofisticazione alimentare mai scoperta in Italia, i compratori orientali vogliono più garanzie. Le hanno chieste senza mezzi termini anche ai produttori siciliani che esportano in quella parte del mondo: i vini, per oltrepassare i confini del Giappone, dovranno avere il via libera di un ente di ricerca pubblico che ne attesti lassenza di acido muriatico, solforico e cloridrico.


Insomma, fidarsi è bene, non fidarsi Sembra che gli esportatori siano stati davvero turbati su quel miscuglio cancerogeno di concimi, acqua, zucchero, acido muriatico e solo un quinto di mosto con cui sarebbero state prodotti quaranta milioni di bottiglie, fiaschi e confezioni di tetrapack, tutte vendute come vino a basso costo nei negozi e supermercati di mezza Italia. Le aziende coinvolte nello scandalo sarebbero una ventina. Otto si trovano al Nord: in provincia di Brescia, Cuneo, Alessandria, Bologna, Modena, Verona, Perugia. Il resto invece è sparso tra la Puglia e anche la Sicilia.


La richiesta non spaventa neanche un po Salvo DAgostino, chimico e responsabile dei laboratori dellIstituto regionale della Vite e del Vino, per il quale, se le pretese degli importatori giapponesi non dovesse cambiare, si avvicina un periodo di superlavoro: Vorrà dire dice il dirigente dellente di ricerca siciliano che riprenderemo le ricerche avviate quindici anni fa sullacidificazione dei vini. Verificheremo che nei vini siciliani ci sono solo ed esclusivamente acidi organici e faremo stare più tranquilli i giapponesi, spiega.


Fino a questo momento le aziende di vino siciliane che si rivolgono allIrvv per esaminare i loro prodotti sono circa duecento allanno. In passato dice DAgostino i costi erano piuttosto alti, adesso ci siamo uniformati, possiamo praticare sconti fedeltà e possiamo essere di nuovo concorrenziali. E se dovessero aumentare le richieste di certificazione? Noi siamo preparati e pronti. Rassicureremo i giapponesi.


 


( Fonte Cronachedigusto )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.