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Francia e Italia alla guerra del rosé

 


 


Un progetto Ue «Si può mescolare il bianco e il rosso»


 


La Francia è in allarme: il maggior produttore mondiale di rosati trema allannuncio che, stando a un progetto dell’Unione europea, questi vini potrebbero essere realizzati, almeno nelle fasce di minor qualità, miscelando bianchi e rossi. Secondo i vigneron d’Oltralpe questa novità, se fosse adottata, metterebbe a rischio decine di migliaia di posti di lavoro, soprattutto in Provenza, grande regione di rosé. «Questa normativa rischia di essere letale per la nostra economia vitivinicola. Ci sarebbe una terribile battuta d’arresto nel comparto, proprio mentre il consumo di rosati è in forte crescita», avverte François Millo, direttore del Consiglio Interprofessionale vini di Provenza. «Il progetto di Bruxelles – aggiunge Hubert Falco, segretario di Stato incaricato della Gestione del territorio – avrà conseguenze molto gravi sul fronte economico, in termini di occupazione, ma anche in termini di utilizzo del terroir, in particolare per le ricadute che riguardano il paesaggio».


 


Da parte sua il ministro dell’Agricoltura francese, Michel Barnier, ha di recente fatto presente tutte queste preoccupazioni, in una lettera alla Commissione europea con cui invita l’esecutivo Ue a considerare le obiezioni dei produttori. Ma la risposta, almeno per ora, è stata interlocutoria: «Comprendiamo i timori dei produttori di alcune regioni, come la Provenza, e le preoccupazioni del ministro Barnier. Stiamo valutando il da farsi», ha fatto sapere il portavoce della Comunità europea per l’agricoltura, Michael Mann, senza specificare in quale direzione possa andare l’azione di Bruxelles. Il progetto di riforma che consente miscele di vini bianchi e rossi per i vini da tavola, si è intanto già tradotto in un primo voto dei 27 rappresentanti della Ue a fine gennaio e una votazione finale deve aver luogo il 27 aprile, dopo che sarà stato recepito il parere dell’Organizzazione mondiale del commercio, la Wto. Ma l’accusa che si sente da più parti è che l’obiettivo della Commissione europea sia quello di eliminare le «barriere enologiche» della Ue per aprire nuovi mercati, compresa la Cina. Infatti la miscelatura di bianco e rosso per la produzione di rosato è già praticata, in particolare dal Sud Africa e Australia, ma è considerata un’eresia dai vigneron francesi: il rosato «autentico» è prodotto con uve rosse la cui polpa e buccia sono lasciate macerare per tempi relativamente brevi.


 


La proposta europea di riforma arriva mentre, a differenza dei bianchi e dei rossi, il mercato del rosato è in piena espansione, con un vendite aumentate dall’8% al 22% sul consumo medio totale di vino in Francia nel corso degli ultimi quindici anni. Parigi sta dunque facendo operazioni di lobbying per cercare di evitare l’adozione definitiva del testo a Bruxelles. Ma, se il «taglio» tra bianco e rosso sarà alla fine approvato, ci si augura perlomeno che il metodo di produzione del vino sia chiaramente indicata sulletichetta, nel nome del diritto di informazione dei consumatori e della trasparenza. E anche in Italia si prepara una forte opposizione al progetto Ue. «Giù le mani dal rosé» tuona il Consorzio di tutela dell’Oltrepò, il cui direttore, Carlo Alberto Panont, sottolinea: «Impressiona che la direttiva per trasformare il rosé in un miscuglio indistinto abbia già raccolto un primo benestare. Noi ci appelliamo all’Organizzazione per il commercio mondiale, dove gli altri Stati hanno tempo due mesi per bloccare questa follia. Se Bruxelles dovesse ratificare la decisione di stravolgere i criteri produttivi del Rosé si distruggerà una cultura». Il direttore Panont è chiaro: «Noi che in Oltrepò stiamo puntando sul far vincere qualità, tradizione e cultura del vino portando sulla passerella del Vinitaly il Cruasé, un esclusivo rosé da Pinot nero, ci batteremo perché la politica italiana si faccia sentire subito sui tavoli europei, con serietà e fermezza».


 


( Fonte La Stampa )


 


Considerazioni di Winetaste


 


A volte,  mi viene da pensare che, a Bruxelles,  ci sia qualche mente bislacca , che non avendo nulla da fare di meglio, tira fuori dal cilindro queste proposte senza alcun fondamento, senza una logica enologica e/o di marketing.


Proprio ora che,  dopo anni di stasi e di snobbature , sembra che i nostri rosati italiani, stiano crescendo di interesse tra i consumatori, specialmente nella stagione estiva, compreso chi Vi scrive.


Non dimentichiamoci poi, che lamico e collega Bruno Donati- studio  Skriba di Bergamo, ( link: http://www.skriba.net/Home.html)


 già dallo scorso anno ha messo in campo ed organizzato una rassegna a Moniga sul lago di Garda, dedicata solamente a questa tipologia di vino, di cui al link:


https://www.winetaste.it/ita/anteprima.php?id=3697


che verrà ripetuta anche questanno.


Alla nostra salute, cari amici lettori, con i magnifici rosati prodotti esclusivamente da uve di tipologia ross

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.