Home News Il don che scambiò i cavalli con le botti

Il don che scambiò i cavalli con le botti


Montepulciano, uno strano Palio e le 211 marmellate


il weekend giusto per spingersi fino a Montepulciano, anche se a me piace molto pure dinverno, in certe sere in cui sulle strade deserte cala il buio e solo rari passi riecheggiano sugli acciottolati della citt del Poliziano. Domani, qui, si svolger una delle sfide pi appassionanti della tradizione comunale italiana, il Bravo delle botti. Lultima domenica di agosto le otto contrade si contendono un panno dipinto (con limmagine del patrono della citt, San Giovanni Decollato) in un palio molto particolare, diverso e meno famoso di quello di Siena, ma altrettanto vivace e legato alla miniera doro del territorio: il vino. Le otto squadre di due spingitori ciascuna fanno rotolare botti del peso di 80 kg lungo un percorso in salita di circa 1.800 metri, fino allarrivo sul sagrato del Duomo in piazza Grande.


In questi giorni, verso sera, mentre si prende un aperitivo o si gusta un bicchiere di rosso al tavolino di una delle enoteche o dei bar di Montepulciano, te li puoi veder sfrecciare da un vicolo allimprovviso, mentre si allenano. uno spettacolo che rispecchia la ricchezza di questa citt, le sue origini, la sua cultura soprattutto per quello che riguarda il vino. La curiosit sta nel fatto che una volta, il Bravo, come a Siena, si correva con i cavalli, ma poi venne bloccato per questioni di ordine pubblico. Fu un prete, don Marcello Del Balio, che nel 1974 ebbe loriginale idea di sostituire i cavalli con le botti, facendo rinascere lantica tenzone.


Questa, per lappunto, una scorribanda-bravo, una specie di rotolamento verso la citt attraverso un territorio ricco di olivi e vigneti, ma anche di formaggi strepitosi e di altre bont, una terra nobile come il vino nobile di Montepulciano. Mi faccio aiutare da Angiolino Berti il cui ristorante a Bettolle, alluscita autostradale di Valdichiana sulla Firenze-Roma, prima tappa del viaggio verso Montepulciano. Angiolino propone una cucina con i prodotti della zona, dai salumi di cinta senese alla fiorentina, dai crostini alla fettunta, dai pici fatti a mano con sugo danatra (o allaglione) alla ribollita. E qualche volta divaga fino al mare, preparando un cacciucco. Ma la vera passione di questuomo mite, in cui riversa la sua filosofia di vita (dove esistono giorni buoni e altri meno buoni), sono le marmellate. Da spalmare su una fetta di pane toscano, da farci colazione o da abbinare a un piatto. La vita come la marmellata, bisogna trovare labbinamento giusto. Angiolino ne ha inventate 211, per ogni eventualit, per ogni sorpresa, per ogni stimolo visivo. Alla Madonna del Parto di Piero della Francesca ne ha dedicata una fragola e mela. Lultima stata provocata dal quadro di un amico pittore, Mauro Capitani, che rappresenta un cavaliere con la lancia: susine e peperoncino. Insomma, marmellate per tutto. Anche per spingere in salita una botte, volendo.


( Fonte Il Corriere )

Website | + posts

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.