L’AIETTA DI FRANCESCO MULINARI
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L’Aietta è una giovane azienda vitivinicola italiana creata nel 2001.
Il confine e il sogno di Francesco Mulinari, proprietario e raccoglitore d’uva, si distinguono per avere dato vita alla più piccola azienda di Montalcino. Unici nel loro genere sono i terrazzamenti secolari con vitigno sangiovese impiantato ad alberello
Una piccola aia, una vista sulla natura e il dislivello di 110 metri. Ci troviamo appena sotto le mura della città di Montalcino (SI), in Toscana.
LIBERAMENTE TRATTO DAL SITO CONSORTILE
“ Dove c’era l’aia adesso c’è un tesoro. Francesco Mulinari e L’Aietta, un sogno diventato realtà
“Non chiamatemi produttore di vino ma raccoglitore di uva”. Parole che lasciano intravedere una buona dose di umiltà, dote fondamentale per fare strada nel mondo del vino. Eppure Francesco Mulinari, nonostante la giovane età, ha già alle spalle tanti anni di esperienza. E soprattutto ha costruito, con le sue mani e le sue idee, un gioiellino: parliamo de L’Aietta, una delle più piccole realtà del panorama produttivo di Montalcino ma con una “galassia” di idee che ne fanno una stella che brilla di luce propria ogni giorno di più.
La storia profuma di gioventù ma ha la bellezza delle cose di una volta. “La nascita de L’Aietta risale al 2001 – spiega Francesco Mulinari – il nome deriva da una piccola aia che era lì presente. Mi ero appassionato all’agricoltura e già durante la fine della scuola, studiavo all’Istituto Agrario, avevo deciso di compiere il grande salto. Da qui è nata la decisione di risistemare il podere e i filari: la prima vendemmia è del 2001 e nel 2006 è uscito il Brunello de L’Aietta con una produzione di 720 bottiglie”.
Nel frattempo Francesco non stava di certo fermo, acquistava un terreno a Castelnuovo dell’Abate e metteva un mattoncino sopra l’altro ad un progetto che già aveva sostituito la parola sogno con quella di realtà. “Adesso ci sono 3.000 metri di vigna a Brunello, 2.000 metri a Sant’Antimo e mezz’ettaro a Rosso di Montalcino”. La produzione non è ovviamente da grandi numeri (circa 2.000 le bottiglie di Brunello e 2.500/3.000 quelle di Rosso) ma la qualità quella non manca di certo e il mercato se ne è accorto velocemente.
L’export va per la maggiore (circa l’80% del vino è destinato ai mercati esteri) con Usa, Giappone, Australia e Canada che sono gli sbocchi più importanti. E poi ci sono quelle brillanti idee, partite quasi come scommessa, che hanno avuto un successo immediato. “Sono stato il primo a Montalcino a proporre uno spumante Sangiovese Metodo Classico, l’ho fatto per differenziare la produzione e ho trovato subito forti apprezzamenti. Ne produco 700 bottiglie, sono felice di aver aperto una nuova strada”.
Francesco è un tuttofare in azienda: dalla vigna all’ufficio, dal trattore alla cantina, la sua mano è pressoché ovunque. E L’Aietta, che si trova nel versante ovest delle mura di Montalcino, guarda con fiducia al futuro alla luce dei nuovi progetti che stanno per decollare. “La nuova cantina è quello più importante. Nascerà in località Abetino, ci sarà anche uno spazio dedicato all’accoglienza. E poi sto cercando di aumentare la biodiversità, è sempre stato un mio pallino”.
Non a caso in mezzo alle vigne e agli oliveti ci sono anche degli “ospiti” particolari: sette bellissimi cigni. Si possono trovare, in certi momenti, tra un filare e l’altro e c’è un motivo preciso: “tengono in ordine l’ambiente – spiega Mulinari – mangiano l’erba e producono concime naturale. Uso il tagliaerba una volta in meno, noto un miglioramento complessivo. L’obiettivo è quello di creare un ecosistema naturale per le mie viti e sto pensando a diverse soluzioni per proseguire su questa strada”.
Il traguardo è chiaro e si chiama continuare a dare amore a questa terra. “Sono il primo agricoltore della mia famiglia almeno da sei generazioni a questa parte – conclude Mulinari – credo sia stato un segno del destino! Il vantaggio di essere piccoli? Conosco tutte le mie viti, una per una, riesco a mettere nei vini tutta la mia identità, fino in fondo. Ho un rapporto speciale con la terra e devo dire che essere dentro Montalcino è stata una grande fortuna per me. Un feeling perfetto, dove prima c’era l’aia adesso c’è un tesoro: anche questa è Montalcino”.
VINO BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG 2006 GR. 13,5
Conservavo questa bottiglia nella mia cantina da almeno 10 anni, e ne è valsa la pena, perchè il vino non ha avuto nessun segno di cedimento, ossidazione ecc., credo che tanti anni di affinamento in bottiglia lo abbiano migliorato, un vino strepitoso di 16 anni che ne dimostra appena sei !
In questa annata, che è stata tra le primissime di questo giovane produttore, sono state prodotte appena 1.101 bottiglie e questa è la n. 583, come riportato in retroetichetta.
L’azienda piu’ piccola in estensione di Montalcino, ha prodotto uno dei Brunelli piu’ grandi . Dopo 16 anni questo Brunello di Montalcino è perfettamente godibile :