Alla trattoria Nuova Arena di Milano, erede di una grande tradizione di cucina milanese, una bottiglia di Barbacarlo costa 140 euro, assai più di alcune bottiglie di Barolo elencate a fianco. Eppure col Barolo questo vino ha in comune solo il colore, anche perché è brioso, frutto di una fermentazione naturale di croatina, uva rara e ughetta che ogni anno si presenta come natura crea, talvolta anche abboccato.
Lo produceva a Broni Lino Maga, mancato due anni fa a 90 anni compiuti; Giuseppe, il figlio, porta avanti la cantina con risultati sempre eccellenti, a leggere il gradimento che continuano ad avere sia il Barbacarlo sia il Montebuono, che è l’altra etichetta sempre di vino rosso, ma non frizzante. Il vino di Maga Lino (così amava farsi chiamare) era il più amato da Gianni Brera, possibilmente con la cassoeula, ma persino Luigi Veronelli ebbe a difenderlo davanti ai distinguo di suoi collaboratori ai quali dovette spiegare che anche «il peggior vino contadino è migliore del miglior vino di industria».