Home News L. Frescobaldi: “Con una magnum ho conquistato la Casa Bianca”

L. Frescobaldi: “Con una magnum ho conquistato la Casa Bianca”

Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, in visita a Washington regala al presidente Barack Obama una magnum di uno dei suoi vini preferiti: il Mormoreto dei Frescobaldi. Ecco l’intervista al marchese Lamberto Frescobaldi.


 


Firenze,  gennaio 2010 Firenze una bellissima citt, e ha i migliori ristoranti del mondo. L’ennesimo elogio alla meravigliosa citt di Dante arriva questa volta dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, in occasione del suo incontro con il sindaco fiorentino Matteo Renzi. Il primo cittadino di Firenze ha regalato al leader americano, durante la cena svoltasi a Washington, una spilla con il giglio fiorentino, e gli ha fatto recapitare in omaggio una magnum di Mormoreto dei Frescobaldi. Un vino che rappresenta l’eccellenza del patrimonio enologico toscano e italiano.


 


Di seguito l’intervista al marchese Lamberto Frescobaldi, della omonima famiglia toscana che da oltre 700 anni specializzata nella produzione di vini pregiati.


 


Il sindaco di Firenze ha donato a Barack Obama, oltre una spilla con il giglio fiorentino, una bottiglia del vostro vino Mormoreto. I Frescobaldi ‘conquistano’ la Casa Bianca?


 


E’ una cosa che mi ha fatto estremamente piacere. Renzi ha regalato al presidente degli Stati Uniti il giglio, come simbolo universalmente riconosciuto della nostra amata citt, e poi un vino, perch non dimentichiamocelo mai la Toscana ha un patrimonio enologico di primo piano nel mondo. Ho avuto la fortuna che Renzi scegliesse proprio un nostro vino. Tuttavia il sindaco era a conoscenza che il presidente degli Usa un appassionato consumatore dei nostri prodotti. Prima di essere eletto a capo della Casa Bianca, infatti, frequentava un noto ristorante italiano a Chicago, di nome ‘Spiaggia’, nel quale accompagnava spesso i suoi pasti con dei vini Frescobaldi.


 


Nella ‘vision aziendale’ Frescobaldi una famiglia di tenute. Ogni tenuta espressione unica del territorio. La differenziazione e l’unicit come chiave del vostro successo?


 


Assolutamente si. E’ proprio quello che la nostra azienda vuole comunicare ai nostri appassionati clienti, e non. Ogni tenuta espressione di un territorio ben definito, nel quale opera uno specifico gruppo di lavoro con le proprie caratteristiche, che si adopera per servire al meglio il consumatore finale offrendogli un vino d’eccellenza. Se mi venisse chiesto quale preferisco dei diversi vini che produciamo nelle nostre sette tenute non saprei rispondere, in quanto tutti sono diversi tra loro ma accomunati da un unico comune denominatore: la qualit totale, legata alla nostra storia e alla nostra tradizione .


 


Lei, Tiziana, Diana Frescobaldi e Stefano Benini. Il nuovo management ha raccolto l’eredit, la tradizione e la storia di una famiglia, prima che di un’azienda. Quali sono le nuove sfide da affrontare?


 


Molteplici. Il commercio vive un momento di grande difficolt, causato da una congiuntura negativa globale. La nostra sfida personale pi grande quella far crescere questa azienda. La nostra un’impresa familiare, dove il concetto di famiglia si estende anche a chi non ha legami di parentela, ma lavora con noi, dedicando il suo impegno e la sua professionalit al servizio del consumatore. Si deve creare uno sviluppo e una crescita per tutti: azienda, lavoratori e consumatori. Solo cos possiamo realizzare il nostro sogno pi grande: lasciare ai nostri figli, e ai nostri nipoti, un’azienda solida, in salute, che sappia guadagnarsi la fiducia e il rispetto sul mercato. Da oltre 700 anni la nostra famiglia ha portato avanti con seriet la produzione di vino tra mille difficolt. Il segreto di questa longevit stato, ed , quello di avere una visione a lungo periodo delle cose, programmando con grande attenzione le strategie da adottare per il futuro.


 


 


Non solo produzione di vini ma anche ristorazione, con l’apertura dei ‘Frescobaldi Ristoranti e Wine Bar’. Ultima tra tutte quella del novembre 2009 nei magazzini Harrods a Londra. L’azienda si estende anche in questo settore?


 


E’ una strategia che portiamo avanti da diversi anni. Nel 2000 abbiamo aperto il ‘Wine Bar Molo Nazionale’ a Fiumicino. Nel 2002 il ‘Ristorante Frescobaldi’ a Firenze, vicino piazza della Signoria. Nel 2002 il ‘Molo Internazionale’ ancora a Fiumicino. Nel 2008 al molo B abbiamo aperto ‘Schengen’, e infine nel 2009 il ‘Dei Fescobaldi Ristorante e Wine Bar’ a Londra. Questa strategia nasce da un intento fondamentale: essere sempre pi vicino al consumatore finale per avere un feedback diretto sui nostri prodotti. Ascoltare a tavola chi beve i nostri vini, per cogliere suggerimenti e idee, al fine di migliorare sempre il nostro prodotto.


 


A cavallo tra il 1400 e il 1500 la sua famiglia apr banchi di commercio in Inghilterra, nelle Fiandre,e in tutto il Levante, spingendosi fino alla Cina. La vostra da sempre un’azienda che guarda ai mercati esteri con grande attenzione. Come si ‘muove’ attualmente la Frescobaldi al di fuori dei confini nazionali?


 


Il nostro obiettivo essere un’azienda globale. Non avere una sola tipologia di consumatore, ma tante. Attualmente abbiamo un referente in Asia che cura direttamente tutto il mercato asiatico, e altri tre in Nord America. Per tutti gli altri mercati abbiamo dei responsabili interni nel nostro ‘quartier generale’ a Firenze. La scelta di dotarci di nostri incaricati nelle aree asiatiche e nordamericane nasce dall’esigenza di avere sempre una maggiore conoscenza di quelle che sono le dinamiche legate alla logistica, e alla qualit dei nostri prodotti in questi paesi. La nostra filosofia quando si va all’estero questa: partire con grande umilt, portando con s una valigia capiente nella quale mettere tutte le buone idee che si incontreranno durante il viaggio.


 


Tantissimi i riconoscimenti e le premiazioni per i vostri prodotti. Su tutti il piazzamento del Castelgiocondo Brunello 2004 al 15 posto tra i 100 vini pi buoni al mondo, secondo la prestigiosa classifica di ‘Wine Spectator’. Ma anche un momento buio, relativo a un’inchiesta della magistratura partita nel 2007, e non ancora conclusa, su un lotto della vostra produzione.


 


Al di l della sentenza, che attendiamo con fiducia e con ottimismo, una storia che ci ha colpito profondamente. Personalmente mi sono sentito molto mortificato nei confronti dei nostri amati consumatori, che sono sempre al centro del nostro modo di ‘fare azienda’. Entrando nel merito, le accuse che ci sono state rivolte si riferiscono a una quantit di vini di Sangiovese, che non sarebbero tali al 100%, come da noi indicato, ma al 97-98%. Tutto qui. Nessun grande ‘mescolone’, o importazione di uva proveniente dalla Sicilia o da altre terre al di fuori delle nostre, come stato detto da alcuni. Ripeto, sono molto fiducioso che la questione si risolva per il meglio, e un primo segnale in questo senso lo abbiamo gi avuto quando il magistrato ha deciso il dissequestro dei vini posti sotto sigilli, otto e 16 mesi prima, permettendoci di riprendere la produzione e la messa in commercio degli stessi. La scelta stata presa dal magistrato probabilmente perch si convinto del buon operato della nostra azienda.


 


( Fonte La Nazione )


 


 


 

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.