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LA FARFALLA CHE HA FERMATO GLI OGM

 


 


In natura esiste una varietà di farfalla chiamata “monarca”, la danaus plexippus


http://it.wikipedia.org/wiki/Danaus_plexippus


diffusa originariamente in America è emigrata poi verso le aree mediterranee diffondendosi senza problemi.


 


È un lepidottero non particolarmente dotato di caratteristiche che lo rendono pregiato, lo si incontra facilmente e lo si riconosce per il colore arancione e il nero. Insomma una farfalla ordinaria, nominata nel 1989 “insetto nazionale” Usa e “insetto nazionale” del Canada che però ha un grandissimo difetto, come spiega uno degli ultimi numeri di Nature. Le larve di Danaus Plexippus, lo dimostrerebbero alcune ricerche, sono mortalmente sensibili al polline di un mais transgenico: il Bt 11 della svizzera Sygenta. Uno di quei sofisticatissimi prodotti dei laboratori di bio ingegneria, messo a punto per produrre una tossina batterica che lo protegga dagli insetti nocivi come la piralide, uno dei principali infestanti del mais, che viene distrutto dal tessuto tossico della pianta.


Per ottenere questo risultato i ricercatori hanno previsto che contenesse dei geni derivati da un batterio, il Bacillum thuringiensis. Ovviamente il mais ogm è sicuro per il consumo umano, nessuno lo dubita, ma ciò non toglie che sia letale per la nostra farfalla.


Infatti quando il polline viene disperso dal vento, inevitabilmente finisce per posarsi su altre piante e tra queste potrebbe capitare sulle euforbiacee http://it.wikipedia.org/wiki/Euforbiacee


che solitamente crescono ai bordi dei campi di mais, le cui foglie costituiscono l’unico alimento dei bruchi delle farfalle monarca.


Come il mais transgenico della Sygenta, anche il 1507 assemblato dalla statunitense Pioneer, è dotato delle stesse interessanti caratteristiche ma anche della stessa disdicevole controindicazione.


 


Secondo i ricercatori dell’Università di Cornell che ha condotto la ricerca pubblicata da Nature (Transgenic pollen harms monarch larvae http://www.greenplanet.net/index.php?option=com_docman&task=doc_download&gid=18&Itemid=285):


“Le farfalle monarca non sono, per il momento, una specie in pericolo, ma se il loro habitat venisse modificato, saranno in pericolo le loro abitudini migratorie.” Il caso della farfalla, nella sua simbolica fragilità, è esemplare per capire a quali rischi si incorre affidandoci esclusivamente alla ricerca della scienza, quando questa soprattutto decide di inserirsi nelle pieghe di una complessa e dura sedimentazione evoluzionistica, che ha già fatto i conti con il caso. La ricerca scientifica soprattutto quando ha degli obiettivi, non può perdersi a considerare opzioni che non siano strettamente correlate con i risultati che si vogliono ottenere, come il caso o la sfortuna, rappresentati, nella vicenda della nostra farfalla dalle verdi e succulente foglie di euforbiacea che crescono proprio vicino i campi di mais. Mais che non sono pericolosi per l’uomo ma lo sono per una banale farfalla. Andiamo avanti.


 


Il Commissario per l’ambiente Ue Stavros Dimas non si è fatto trovare impreparato ed ha subito preso posizione dichiarando che le due varietà di mais ogm: il Bt11 della svizzera Sygenta e il 1507 della statunitense Pioneer, modificate geneticamente per la resistenza ai lepidotteri e per la tolleranza all’erbicida, presentano rischi inaccettabili per l’ambiente e pertanto l’unica misura adottabile è la loro messa al bando.


Quindi dove lo scontro delle scorse settimane non è riuscito a chiarire, quando cavalcati dalla consultazione ci siamo fatti prendere la mano ed abbiamo iniziato a distinguerci tra chi è a favore e chi contro, in un confronto manicheo che comunque non rappresenta realmente né la materia del contendere, né le differenze tra i contendenti, ecco riuscirci una banale farfalla.


 


Ma non sappiamo ancora che genere di decisioni comporteranno le parole del commissario Dimas. Non possiamo dimenticarci che il mais Bt è uno dei più straordinari successi commerciali delle biotecnologie in agricoltura. Lo scorso anno, nei soli USA con questo mais sono stati coltivati quasi tre milioni di ettari, mentre altri18 diversi tipi di ibridi sono stati approvati per i test sul campo. Non crediamo proprio che l’industria, perché è questo che preoccupa, mollerà facilmente. Ed è per questo che sarebbe utile che in questo sforzo, grazie all’esemplare storia di una farfalla, anche quelli stessi ricercatori spesso sottopagati o senza un contratto e che si occupano di biotecnologia si sforzassero di capire che il punto di vista dell’industria coincide sporadicamente e in modo interessato con quello della ricerca.


 


L”Efsa, l’agenzia europea per la sicurezza alimentare, si è già espressa favorevolmente nel 2005 sui 2 mais. Dimas è pronto a bloccarli per i danni irreversibili all’ecosistema e ad organismi estranei, oserei dire sfortunati, quali la farfalla monarca. Una decisione arriverà dalla Commissione e, sebbene la posizione di Dimas all’interno dell’esecutivo non sia forte, la sua proposta potrebbe trovare il sostegno del fronte dei paesi contrari agli OGM. Ricordo che la UE ha ottenuto dal Wto una proroga fino all’inzio del 2008 per porre fine al suo bando sulla importazione di prodotti geneticamente modificati e la decisione di Dimas di fare appello al principio di precauzione, avrà certamente un peso nelle relazioni diplomatiche con i principali produttori di semi ogm.


 


( Fonte Greenplanet )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.