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LA MALVASIA

 


 


Il nome generico di Malvasia sta a indicare una grandissima famiglia il cui vitigno capostipite ha originato una enorme discendenza. Nella regione greca del Peloponneso, un tempo chiamata Morea, esisteva una città chiamata Monembasia. Zona celebre per i suoi vini, terra di conquista per limportante posizione strategica, fu anche dominio della Serenissima. Sembra appunto che i veneziani abbiano diffuso questo vitigno, prima a Creta, poi in Italia. La diffusione continuò poi in Spagna, Portogallo, Francia, fino alle isole Canarie. Italianizzato il vitigno di Monembasia o Monemvasia divenne Malvasia.


 


Le prime tracce di impianti di vini Malvasia dIstria risalgono al 1300 circa. Le zone di coltivazione salivano da Rovigno, Parenzo, Cittanova, fino al Carso triestino e goriziano. Lentamente poi passarono alla bassa friulana, alla zona trevigiana, al Trentino. Ancora oggi la Malvasia ha una certa diffusione nel Friuli-Venezia Giulia, come vitigno raccomandato dalla Ue.


Vitigno di notevole vigoria, con tralci a frutto spesso difettosi per cecità delle gemme centrali. Buona la resistenza alle malattie, anche se teme loidio. Data la leggera consistenza della buccia, succede spesso che nelle stagioni piovose gli acini soffrono le muffe (Botrite).


 


Vista lenorme diffusione di questo vitigno nelle sue innumerevoli famiglie, possiamo dire che ogni terreno è adatto a questo vitigno. Dobbiamo però altrettanto categoricamente affermare che ogni terreno (o meglio ancora, terroir) dà una Malvasia diversa. Certamente le colline e lAltopiano carsico, con la marna eocenica o le terre rosse, sono il grembo ideale di questo vitigno che deve essere contenuto nella produzione per dare una qualità superiore. Egualmente importanti e personali sono le Malvasie del Muggesano. Da viti molto vecchie (lesperienza di Dario Raccaro sul Monte Quarin, Collio cormonese, insegna) si ottengono bianchi superbi, alcolici e fortemente strutturati, con note organolettiche prorompenti di pepe e sale, degni del miglior pescato.


 


In pianura (Bassa isontina e friulana) il vino assume note aromatiche diversificate alquanto, fresco, accattivante, giustamente alcolico. Appena sopra Sagrado dIsonzo, dove il Carso goriziano offre angoli di natura e di quiete impensabili, sorge lAzienda agricola Castelvecchio. La vista che si gode da qui è davvero unica ed in particolari giornate abbraccia tutta la regione Friuli Venezia – Giulia dalle montagne al mare. Le ricche suggestioni paesaggistiche della zona si fondono con le nobili ed antiche origini di questi luoghi, testimoniate ancor oggi dalla villa rinascimentale, dal suggestivo parco punteggiato di cipressi e dalle querce secolari della vasta tenuta boschiva. Attraverso gli anni, splendori e rovine hanno segnato queste terre che ancora oggi ripropongono la sfida di un terreno difficile, arido e roccioso, ma capace di inaspettate alleanze con luomo.


 


Così negli anni settanta vennero reimpiantati i primi vigneti, che ora superano i 40 ettari. Lelemento determinante per la riuscita della coltivazione fu allora ed è oggi, la disponibilità dacqua: grazie infatti ai tipici fenomeni del Carso, sotto la superficie dura e pietrosa si formano bacini in cui lacqua si raccoglie e si mantiene. La vecchia villa, le terrazze ed il parco recano ancora oggi i segni degli eventi bellici e delle 12 battaglie dellIsonzo, che infiammarono il territorio nel 1915/17 .



Il decollo internazionale dellazienda coincise con lacquisizione della stessa – alla metà degli anni 80- da parte della Famiglia Terraneo.


 


Castelvecchio è ora uno splendido modello di ciclo produttivo tutto secondo natura (il diserbo a cura del gregge di pecore ; la difesa anticrittogamica a cura della bora ecc). Mirella , Donna del Vino attenta e lungimirante (nasce Della Valle, radici contadine mai archiviate), pensò bene che fra le varietà a bacca bianca meritevoli di rilancio la Malvasia istriana ci stava tutta. Giallo dorato carico, profumi di mare, salsedine e spezie insieme; una struttura maschia che coglie quasi dalla terra rossa più volte violentata dalluomo e dalla natura note di emozionante , inimitabile coinvolgimento è questa la Malvasia di Mirella.


claudiofabbro@tin.it


( Fonte kataweb )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.