LA VITE NELLA STORIA E NELLA CULTURA DEL FRIULI
di Costantini E., Mattaloni C., Petrussi C.
Vista, letta, piaciuta. Un opera monumentale quello di cui parliamo oggi superba , di rara importanza .
Ma andiamo con ordine.
Come ben ricordano gli addetti ai lavori fu nel lontano 1997 che il wine maker & writer Walter Filiputti dette alle stampe il suo pregevole Il Friuli Venezia Giulia ed i suoi Grandi Vini , che si ricollegava alla precedente fatica editoriale del 1983 , Terre, Vigne , Vini del Friuli V.G. .
Non è bestemmia osservare come al fluire del dire e del sentenziare all osteria , soprattutto se un buon Tocai funge da lubrificante , non corrisponda altrettanta predisposizione del Friulano ( che in questo caso significa l Uomo, non il Vino tanto chiacchierato e rinominato per l estero comunitario in tale modo, nè la Lingua in uso in Friuli , ) a mettere per iscritto il suo pur autorevole pensiero .
Andiamo un po indietro nel tempo .
Nel 1939 Guido Poggi, ispettore agrario, si prese la briga di creare un documento importante quale Atlante ampelografico , impreziosito dalle tavole del Donadon .
Erano le ultime uscite della doppia C ( Toccai, Piccolit..) .
Nel 1982 Piero Pittaro scrisse LUva ed il Vino, pure arricchito di splendide
foto di grappoli, opere darte di Lisio Plozner.
Alla prima EUROVITE del 1991 , in Gorizia, Antonio Calò ed Angelo Costacurta presentarono la splendida ricerca scientifica Delle Viti in Friuli .