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Lettera aperta : l’eterno Femmi-Vino

Ricevo e volentieri pubblico, questa lettera aperta, ricca di spunti e riflessioni che porto alla Vostra attenzione. L’ autore della lettera non lo conosco, ma potrete leggere una sua presentazione al link:


http://www.vocifuoridalcoro.net/chi-siamo.html


Buona lettura


Roberto Gatti



Leterno femmi-vino.



Le donne son venute in eccellenza


di ciascunarte ove hanno posto cura;


e qualunque allistorie abbia avvertenza,


ne sente ancor la fama non oscura.



Lo scrisse gi nel 1500 Ludovico Ariosto in queste ottave dellOrlando Furioso (XX,II): chiunque conosca la storia sa bene che le donne hanno sempre saputo eccellere in qualunque faccenda alla quale si siano dedicate.


Il mondo del mondo del vino non fa eccezione.


Donne e vino un binomio oggetto di discussione in dibattiti, conferenze e tavole rotonde. La presenza sempre pi massiccia del gentil sesso nelle file o alla guida di aziende vitivinicole e la loro partecipazione sempre pi numerosa a corsi di degustazione e a serate enogastronomiche un fatto che merita di essere approfondito. E necessario, per, cercare di uscire da stereotipi stantii e banali frasi fatte come: il fatto che ci siano pi donne anche nel mondo del vino segno di civilt, oppure le donne sono pi portate alla degustazione del vino perch riconoscono pi profumi, oppure ancora la presenza della donna nel mondo del vino ha migliorato il settore con il fascino femminile, fino addirittura a nel codice genetico delle donne c una vocazione innata a certi aspetti legati alla comunicazione, alle pubbliche relazioni e allattenzione verso il paesaggio… e molte altre ancora. Per carit tra le righe c sicuramente del vero, ma se da ritenersi indubbio che la maggiore presenza di donne nella gestione di imprese vitivinicole (in Italia quasi il 25% del totale, prima in Europa) e, in generale, un maggior coinvolgimento e interesse diretto della donna verso il mondo del vino costituisca un valore aggiunto, altrettanto evidente che, in questo modo, non si centra il nocciolo della questione. E, come direbbe Montanelli, pericoloso porre in modo sbagliato questioni sostanzialmente giuste. Pericoloso perch altrimenti tutto si ridurrebbe alla solita contrapposizione tra uomo e donna e a barbose analisi di cosa abbia pi lun genere rispetto allaltro oppure, ancora peggio, ad accettare encomi di merito che puzzano di adulazione maschilista e contentini stile quote rosa.


Il giusto ragionamento si deve spostare dal dato statistico al dato concreto. Il dato concreto che la maggiore presenza di donne nel mondo del vino sta comportando certamente dei cambiamenti positivi. Tale positivit non da ascriversi al fatto che la donna sarebbe migliore, pi brava o con pi capacit rispetto alluomo, ma semplicemente al fatto che diversa e la sua diversit destinata a portare novit. Per aggiungere il nuovo non serve togliere o vituperare il passato; sarebbe come, al contrario, considerare inutile orpello ogni tentativo di cambiamento. Cos come una grande complessit strutturale e estrattiva giova ed esalta lampiezza e la qualit sensoriale di un grande vino, allo stesso modo poter contare su una maggiore complessit di azioni ed idee non pu che giovare ad un settore economico-culturale come quello del vino, tanto importante e strategico per il nostro paese. E importante piuttosto che a guidare le aziende vitivinicole siano persone di qualit, donne o uomini, individui in grado di essere capaci imprenditori e interpreti lungimiranti delle esigenze di un mercato sempre pi difficile in continua evoluzione e di un consumatore dai gusti sempre pi variegati.


Dove sta allora la vera essenza del rapporto donna-vino di cui tanto si parla? Siamo convinti che un giusto ragionamento debba dipanarsi in due direzioni.


La prima considerazione che sarebbe un errore, come detto allinizio, considerare la donna fondamentale rispetto al vino solo per quanto ha dimostrato di saper fare negli ultimi decenni. Certo i cambiamenti storici e sociali condizionano ogni settore della vita, vino incluso, per cui le donne oggi possono occupare senza problemi ruoli di primo piano, anche imprenditoriale, come prima non avrebbero potuto fare. Anche lazienda vitivinicola intesa come impresa commerciale ha una storia relativamente recente (almeno come fenomeno diffuso) ascrivibile ai decenni successivi al secondo conflitto mondiale; periodo che combacia con quello dellemancipazione femminile, che sta segnando la progressiva estinzione di usi e consuetudini di una societ fondamentalmente maschilista. In precedenza la produzione e il consumo del vino era un fenomeno che, per la maggior parte, si esauriva allinterno delle famiglie contadine. Se le decisioni e gli affari di vendita rimanevano una prerogativa maschile, le donne partecipavano e come alle fasi produttive, specialmente durante la vendemmia. Inoltre nei secoli svolsero una funzione ancora pi fondamentale: essendo loro a gestire casa e faccende domestiche, furono loro a perpetuare tutta una serie di usi e costumi che nel tempo hanno creatode factolidentit enogastronomica dei diversi territori italiani. Hanno creato la tradizione, parola carica di significati e tesoro cos importante che conferisce a tutti i prodotti alimentari del Belpaese, vino in primis, quel background storico-culturale che contribuisce a renderli unici, desiderati e desiderabili specie in quei paesi che ne sono privi. Non mancano comunque, figure di donne che, seppur dietro le quinte, abbiano saputo dar corso alle proprie idee. Pensiamo, per esempio, a Clotilde Rey nonna di Angelo Gaja, titolare della pi importante azienda italiana a Barbaresco. Come ricorda sempre lo stesso Angelo, fu proprio lei a mettere le basi del futuro successo stimolando suo nonno a impegnarsi in scelte produttive mirate alla qualit e selezione del prodotto in un periodo in cui tutti si preoccupavano solo di produrre tanta uva per ettaro.


La vera novit sta, piuttosto, venendo al secondo aspetto, nella figura della donna consumatrice di vino. Aumentano le donne che fanno del vino un interesse edonistico-culturale, che vogliono approfondire le loro conoscenze in materia. Traggono piacere dal consumo e dalla degustazione del vino in casa e, soprattutto, in locali, enoteche, ristoranti e wine bar alla moda. Sono numerose e interessate nei corsi di degustazione e dimostrano una particolare predisposizionead apprezzare vini con caratteri sensoriali diversi. E evidente che se pi donne di una volta consumano, scelgono e acquistano, pi verr stimolata la produzione di vini con caratteristiche vicine al loro gusto e il mercato subir naturalmente un condizionamento. Se si ascolta ilgusto delle donnetrover sempre maggiore diffusione ilgusto femminile.E sono cose ben diverse.


Quando parliamo difemminileemaschile(binomio da non confondere con quelli uomo-donna o maschilista-femminista) intendiamo i modi in cui le persone si rapportano alla realt, partendo dalle differenze di carattere biologico sulla base delle quali, nel tempo, si sono create delle differenze di carattere culturale e morale incentrate in una sorta di principio di complementariet. Come scrive Gennaro Scala, lidentit complementare fra uomo e donna si costruita particolarmente intorno ai principi di conflittualit e di relazionalit. Queste due attitudini fanno parte dellesistenza umana (sia maschile che femminile), ma mentre il maschio ha sviluppato di pi il lato della conflittualit, la donna ha sviluppato di pi quello della relazionalit.Maschileefemminilevanno considerati due archetipi, universali e opposti, di comportamento concreto ed emotivo, tendenzialmente pi presenti nelluomo o nella donna, ma non esclusivo appannaggio di un genere solo. La conflittualit delmaschilesi riconosce nellaudacia, nel coraggio, nellautocontrollo, nellistinto alla protezione e alla difesa, nella tenacia, nella fermezza, nellacutezza del pensiero, nella concretezza, nella passione, nella muscolarit, nella virilit e nella forza. La relazionalit delfemminile, nellapertura mentale, nella sensibilit estetica, nel gusto, nella capacit di immaginazione e di abbandono, nella pazienza, nellavversione alla bellicosit, nellapertura alla novit, nellintuizione, nella creativit, nellamore, nelleleganza, nellattraenza, nella grazia e nellarmonia; in due parole, si identifica nellEterno Femminino,espressione coniata da Goethe nelFaustche raggruppa simbolicamente, tutte insieme, queste prerogativefemminilicome ununica qualit dellanima, viatico culturale indispensabile per raggiungere lapice della percezione e della manifestazione morale, estetica e sensibile. Per questo importante che, pur mantenendo la propria identit, ogni uomo sappia arricchirsi sviluppando anche la sua partefemminilee ogni donna faccia lo stesso con quellamaschile.


Cos facendo influenzeranno anche i vini che producono. E comune usare termini come maschio (es. nebbiolo) o femminile(es. pinot nero) per descrivere alcuni vini, proprio perch le molte variet di uva dai quali provengono, conferiscono caratteristiche organolettiche ascrivibili, per traslato, alle categorie sopra descritte. Lopulenta struttura di un nebbiolo dar un grande vino solo se si riuscir a renderlo anche elegante e armonico; la finezza e la piacevolezza sottile di un pinot nero, daranno un grande vino solo se supportate anche da una certa pienezza e corposit. Deve esistere, pur nel rigoroso rispetto dellidentit di ogni singolo vino e senza rischiare di snaturare, una commistione armonica di caratteri sensoriali con percettibilit contrapposta. Esattamente come avviene nelle persone.


I vini che produciamo continuano ad essere, per la maggior parte troppomaschili, puntano molto sullesuberanza alcolico-strutturale e difettano ancora troppo in piacevolezza, bevibilit ed eleganza. Per questo pi donne protagoniste nella produzione, promozione e consumo del vino saranno decisive per favorie quell iniezione difemminilitdi cui c tanto bisogno. A patto che, per essere protagoniste, non si travestano da uomini.



Elai


elai.culturadelvino@libero.it


www.vocifuoridalcoro.net/gusto

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.