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PORTOGALLO : Douro, il fiume che sa di vino


Un itinerario alla scoperta del territorio segnato dal corso d’acqua e dai suoi vigneti a terrazza, che da secoli danno vita al celebre vino. Tra un paesaggio affascinante e gli azulejos.


 


Se Bacco avesse assaggiato il “porto” sarebbe diventato uno dei suoi pi grandi sostenitori, ne sono convinti gli abitanti della Valle del Douro, a Nord del Portogallo, dove nasce il famoso vino liquoroso. E certamente si sarebbe innamorato anche della zona di produzione: una fascia di circa 250.000 ettari di estensione (cominciano all’altezza di Barqueiros, fino a Barca d’Alva) a ridosso del fiume Douro (a est della citt di Porto), che rappresenta uno dei pi affascinanti paesaggi rurali costruiti dall’uomo ed la regione vinicola pi antica del mondo, un titolo che detiene dal 1756. 

Ovunque terreni aspri e scoscesi e terrazzamenti adatti alle coltivazioni che si sovrappongono ad altri terrazzamenti, fatti ad uno ad uno a mano, separando le pietre dalla terra, dove lo sguardo si perde tra chilometri e chilometri di filari di vite, e dove s’intuisce subito che il Porto un nettare di passione, proprio perch nasce dal sudore della gente che da sempre ha faticato con la nuda roccia.


In lontananza luccicano le increspature del Douro, che si pu risalire in battello o ammirare dall’alto con volo panoramico e sembra di andare incontro all’abbraccio morbido di queste colline dalle mille tonalit di verde (la “Strada del Vino” percorribile anche in automobile e curva dopo curva si gode di uno spettacolo unico). Fino a tutto il XIX secolo, il rio, insieme ai suoi affluenti, era la grande via di accesso per l’interno e di trasporto per i prodotti provenienti da pi lontano, una sorta di “autostrada del vino”. 

Su un percorso difficile e molto rischioso, solo un tipo di imbarcazione riusciva a superare gli ostacoli naturali: il “barco rabelo”. La sua resistenza e l’abilit dei marinai permettevano di navigare e trasportare le grandi botti di vino, mai completamente piene, in modo che, in caso di incidente, potessero galleggiare. E sono molte le leggende nate intorno al fiume, come quella del barone Forrester, grande produttore di Porto, che, nel 1861, di ritorno da una cena con gli ospiti, a bordo di un Rabelo, mor a causa di un naufragio. Era appesantito dalla cintura che indossava, piena di monete d’oro come paga per i suoi braccianti, mentre si salvarono le donne a bordo, perch le loro gonne di crinolina, a contatto con l’acqua si gonfiarono e fecero da salvagente. 





In questa zona si concentrano ben 36 marchi di “Vinho do Porto”, il cui prestigio ed eccellenza dato proprio dal particolare clima mite in cui maturano le uve (le alte montagne che circondano la valle, la proteggono dagli influssi dell’Oceano dell’Atlantico) e che fu reso celebre dagli anglosassoni. Si racconta, infatti, che intorno al Seicento i figli di un mercante inglese, in viaggio d’affari in Portogallo, si fermarono casualmente presso il Monastero di Lamego e assaggiarono il vino rosso l prodotto. 

Conquistati dal suo gusto dolce e morbido, ma al tempo stesso sostenuto, organizzarono subito una spedizione per portare nella loro patria l’ottimo vino dei monaci. I frati, per garantirne la conservazione e non farlo alterare durante il lungo viaggio, vi aggiunsero un po’ di brandy. Il risultato fu un vino generoso che appassion i britannici e da allora non si smesso pi di produrlo. Ma questa la leggenda che si mescola alla storia.


Qui, all’interno della Quinta (tenute), sorgono le pi famose case vinicole come Sandeman, Ramos Pinto, Ferreira, Calem, che con amore ed esperienza coltivano le diverse cultivar a bacca bianca e a bacca nera, tutte autoctone, che sono alla base del “Vinho do Porto“. Quasi tutti i produttori offrono la possibilit di prendere parte a visite guidate e programmi di degustazione, cos da scoprire tutti i segreti del pi rinomato vino rinforzato, definito “divino”. Ne esistono quattro diverse tipologie, il “Bianco”, il “Ruby”, il “Tawny” e il “Vintage”, frutto, quest’ultimo, di una miscela di vini d’alta qualit invecchiati almeno quattro anni. La maggior parte delle Quintas (come Quinta do Noval, la Quinta do Seixo, la Quinta do Vale Meo e la Quinta do Crasto) si concentra intorno al piccolo villaggio di Pinho. 

E’ come fare un tuffo indietro nel tempo, alla fine del 600, per la sua atmosfera raccolta, quasi sospesa. Da vedere la stazione ferroviaria, la cui facciata interamente decorata di azulejos, le ceramiche in azzurro e bianco (i colori della monarchia; anche la stazione di S. Bento a Porto mantiene le stesse caratteristiche). Ogni motivo decorativo ispirato ad un momento della vendemmia, dalla raccolta dell’uva, fino al trasporto delle botti sulle Rabelos, dai paesaggi dei filari di vigneti agli scorci del Douro.

E per passare dalla teoria ai fatti, la citt di Porto – la seconda del Portogallo, sul bordo dell’Atlantico – il simbolo dello stare insieme bevendo una coppa di Vintage. Nell’intricante rete delle piccole e strette vie, si trovano numerosi locali, dove sorseggiare del buon vino. Un nome su tutti? Il Caf Majestic, nella Rua Santa Catarina 112, la via pedonale di shopping e struscio. Le sale riccamente decorate con specchi alle pareti e pavimenti in marmo verde, sono, dal 1921, l’elegante ritrovo di intellettuali e di giovani. 

La citt, patrimonio Unesco, un concentrato di arte romanica, gotica, barocca, neoclassica che convive perfettamente con le audaci opere contemporanee della Scuola di Architettura di Porto, come il Museu de Arte Contempornea della Fundao de Serralves e l’edificio della Facolt di Architettura. Un vero gioiello la ‘chiesa de So Francisco, il cui interno completamente rivestito d’oro. Furono le enormi ricchezze generate dalla scoperta delle miniere d’oro e pietre preziose in Brasile e il legname pregiato proveniente dai nuovi continenti, a rendere possibile una tale opera d’arte.

Per rivivere il passato medievale di Porto antica, occorre salire, invece, al “Miradouro da S” per ammirare l’immensa distesa di case che scende a “cascata”, formando strette stradine labirintiche, fino alle sponde del fiume Douro, tra viuzze tortuose e piazze rinascimentali, scoprendo diversi monumenti barocchi. Sull’altro lato del fiume, sulla sponda sud, quasi fosse un suo riflesso, c’ Vila Nova de Gaia, la gemella di Porto, unite dal ponte Lus I che ricorda nello stile la Tour Eiffel di Parigi (risale a fine ottocento ed un’opera di Tefilo Seyrig, un allievo di Gustave Eiffel).


Qui ci sono tutte le cantine (per legge il porto deve vinificare in questa zona) dove, in vecchie botti di legno, il vino invecchia (si possono prenotare visite guidate). Molte di esse affacciano sulla Ribeira, il quartiere storico, con le sue case dalle tonalit della terra – rosso, giallo, ocra – che sembrano uscite dalla tavolozza di un pittore.

 Non mancano, ristoranti dove assaggiare i piatti locali (come la “trippa”, il bacalhau e tanti frutti di mare) e numerosi lounge bar per degustare e comprare vini delle migliori etichette. Ribeira il posto ideale per passeggiare o stare seduti al sole guardando i rabelos che traghettano da una sponda all’altra o che dondolano attraccati alla banchina.


COME ARRIVARE


Diverse compagnie si occupano di collegare con voli diretti l’Italia e Porto. 
Ryanair gestisce la tratta Milano Porto e Pisa Milano, mentre la Tap, la compagnia di bandiera portoghese collega direttamente Milano Malpensa e Roma, mentre vola da/per Bologna e Venezia via Lisbona, e da/per Napoli via Milano Malpensa. Iberia collega invece Porto a Bologna, Torino e Venezia facendo scalo a Madrid.


 


( Fonte I Viaggi di Repubblica )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.