Home Arrabbiature SI SPACCA IL PIEMONTE DEL VINO

SI SPACCA IL PIEMONTE DEL VINO

Si spacca il Piemonte del vino: Barolo, Barbaresco e Roero fuori dal consorzio

 

 

 

 

Da una parte le piccole realtà che puntano su qualità ed esclusività, dall’altra le dinamiche delle grandi aziende e delle società cooperative: così si sgretola la compagine di Piemonte Land of Wine

Terremoto di fine anno a Piemonte Land of Wine, il super consorzio nato nel 2011 per offrire ai 14 consorzi di tutela del vino piemontesi una casa comune e un braccio operativo per la promozione delle varie denominazioni in Italia e nel mondo. Il presidente di turno Matteo Ascheri, che è anche presidente del Consorzio di tutela del Barolo e Barbaresco, ha rassegnato le dimissioni non condividendo le politiche di Piemonte Land e denunciando l’impossibilità di attuare una strategia realmente utile ai produttori di vino. «Abbiamo provato in ogni modo a proporre delle iniziative serie e dei piani di promozione di ampio respiro, ma ce li hanno bocciati tutti, preferendo finanziare eventi che non vanno nella direzione da noi auspicata – dice Ascheri, nominato presidente nel 2020 -. Di fronte a due visioni molto diverse sull’immagine e sul futuro del vino piemontese, l’unica soluzione era farsi da parte e proseguire ognuno per la sua strada».

 

Così, il Consorzio di tutela del Barolo e Barbaresco ha deliberato all’unanimità di far uscire i propri rappresentanti e di mettere in vendita le proprie quote di Piemonte Land of Wine. E lo stesso ha fatto il Consorzio del Roero, rendendo ancora più evidente la spaccatura tra due realtà che da sempre viaggiano su binari differenti: quella albese, dominata da cantine medio piccole che puntano tutto sulla qualità e sull’esclusività dei propri vini, e quella astigiana, dove a prevalere sono spesso le dinamiche delle grandi aziende e delle società cooperative che mettono sul mercato grandi quantità di prodotto. Da una parte il mondo del Barolo, del Barbaresco e del Roero, dall’altra quello della Barbera e dell’Asti Spumante: difficile far convivere sotto lo stesso tetto le necessità e le ambizioni di entrambe, sia nelle grandi strategie, sia nelle piccole promozioni, sebbene tutti ritengano di grande valore e potenzialità il brand Piemonte.

Ad esempio, per fronteggiare la crisi pandemica l’anno scorso la maggioranza di Piemonte Land aveva deliberato di chiedere alla Regione sussidi per la vendemmia verde e per la distillazione del vino, relegando in minoranza chi invece proponeva aiuti per la conservazione e lo stoccaggio del prodotto, così come è stato fatto quest’anno. Anche la decisione di partecipare al Vinitaly Special Edition dello scorso ottobre è stata oggetto di contrapposizione tra chi la riteneva inutile e chi doverosa. «Tra le nostre proposte, c’era l’idea di organizzare a Torino ogni due anni Piemonte Grapes, una manifestazione per presentare il variegato mondo vinicolo regionale in modo autonomo e di alto livello – racconta Ascheri -. Ma è stata cassata, così come quella di una Piemonte Academy dedicata alla formazione di professionisti e narratori delle nostre eccellenze». Il presidente del Consorzio del Roero, Francesco Monchiero, parla di «un malumore diffuso ormai da troppo tempo. Se Piemonte Land da braccio operativo vuole diventare un organo politico, noi non ci stiamo».

( Fonte La Repubblica )