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THE WINE POWER LIST 2022

The Wine Power List è una classifica del giornale on line Cronache di Gusto dedicata ai 100 personaggi più influenti del vino italiano. Ne fanno parte produttori, presidenti di consorzio, rappresentanti del governo e alti burocrati del ministero delle Politiche Agricole, giornalisti, influencer, rappresentanti delle organizzazioni del vino e tanti altri. L’edizione 2022 della Wine Power List è la settima edizione.

Trovate anche le classifiche di tutti gli anni precedenti. In ogni profilo le freccette di colore verde o rosso indicano la posizione dell’edizione precedente della classifica.
Da quest’anno è prevista la categoria Top of the Top per tre personaggi che vanno fuori classifica e occupano un posto di prestigio assoluto, tre profili che spesso hanno occupato il primo posto nelle edizioni precedenti. La classifica è stata scritta da Fabrizio Carrera, Emanuele Scarci e Giorgio Vaiana.

 

I PRIMI TRE DELLA THE WINE POWER LIST

 

Riccardo Cotarella

 

Il Presidente degli enologi di tutto il mondo e di Assoenologi in Italia (verso la riconferma fino al 2025) ma anche il wine maker di cantine prestigiose o di vip che scommettono su Bacco, instancabile tessitore di strategie, alleanze, narrazioni, visioni, spesso nel posto giusto al momento giusto, consigliere molto ascoltato dalla politica o dalla lobbying che nel mondo del vino è potente e frastagliata. Riccardo Cotarella è il primo dei tre personaggi di spicco della nostra rinnovata Wine Power List, in quello spazio che è riservato ai Top of the Top ovvero In Cima alla Cima, quei numero uno che negli anni hanno conservato e conservano posizioni di prestigio per l’alto peso specifico.

Riccardo Cotarella, 74 anni, vive di vino da sempre. Nato in un piccolo centro dell’Umbria, quattro anni fa ha festeggiato i 50 anni di carriera. Lungo l’elenco degli incarichi e più lungo quello delle consulenze. Cotarella è l’enologo di tre Continenti. Le sue indicazioni su come fare il vino spaziano in Italia in quasi tutte le regioni in tanti Paesi europei e poi all’estero vanno dagli Usa al Giappone passando per la Russia e il Medio Oriente. Sempre in viaggio, sempre al lavoro, da anni non va in vacanza.

Per lui lavorare è divertirsi. Incontra ministri, imprenditori facoltosissimi, vari Vip, è il consulente del vino del Papa (sì, Francesco ha due ettari a Castelgandolfo piantati a Cabernet Franc unico vitigno possibile), insegna con un certo orgoglio all’università della Tuscia. Ma non solo enologia ma anche gestione aziendale perché per lui non si possono scindere: è fermamente convinto che l’enologo non debba sapere solo fare il vino ma anche amministrare una cantina. Di più. Deve studiare tanto altro: economia, letteratura, scienze, storia… Perché per lui il vino è un prodotto culturale. Come quasi un libro. Non si legge. Si beve. Ma è cultura allo stesso modo.

 

 

Angelo Gaja

 

 

Ottantadue anni di pura energia. Con una capacità strepitosa di fare vino e saper leggere e analizzare le dinamiche di questo mondo. Angelo Gaja è tutto questo e anche molto di più. Un genio del marketing, avanti rispetto agli altri per definizione, sempre inappuntabile, la facoltà ammaliante di raccontare e raccontarsi, i vini icona e strepitosi, mai un arretramento sul versante della qualità, la capacità inimitabile di andare in direzione ostinata e opposta senza apparire un bastian contrario snob e indisponente.

Gaja è il produttore di vino italiano più famoso nel mondo. Nel piccolissimo centro di Barbaresco ha creato una portaerei che può sfidare tutti i mari del pianeta. Ma il lavoro lo ha cominciato papà Giovanni con grande lungimiranza. Sa bene quando sfilarsi e far diventare la sua assenza più acuta presenza. Come al Vinitaly da qualche anno o come in questo 2022 ad Opera Wine. Quelli di Wine Spectator hanno provato ad insistere. Niente da fare. Gaja non è su internet, non esistono social che riportano le gesta dell’azienda, figuriamoci le sue. Ed è questa straordinaria capacità di sottrarsi che alimenta il mito. Ma non provate a imitarlo. Solo Gaja è Gaja.

Non rilascia interviste salvo che non si tratti di qualche nome prestigioso della carta stampata, come il suo conterraneo Aldo Cazzullo del Corriere della Sera (a proposito, cercate e leggetevi quella pubblicata due anni fa). E sul vino ha sempre le idee chiarissime.A volte spiazzanti. Per esempio quelle sulla sostenibilità, il biologico o il biodinamico. Il vino e chi lo produce deve avere intrinsecamente il rispetto dell’ambiente. Punto. Oppure più recentemente la questione dell’alcol sotto accusa. Il timore più grande è che andando di questo passo i produttori potrebbero dover vergognarsi di fare vino. Ma quello del vino è alcol nobile con 14 mila anni di storia…

 

 

 

Attilio Scienza

 

 

Uomo di scienza. Di nome e di fatto. Per Attilio Scienza il gioco di parole è facile. Ma c’è molto altro per descrivere un personaggio che è un riferimento assoluto. È la figura che probabilmente più di tutti rappresenta al momento l’approccio scientifico al vino. Forte di una carriera lunga e articolata attraverso il suo mestiere di docente universitario ma anche di consulente in giro per il mondo, di autore di libri e di ricerche (oltre 300 narrano le sue biografie) e di studioso irrequieto a cui piace spostare sempre l’asticella dei suoi traguardi.

Tornano di attualità alcune sue iniziative come quella del Genome Editing che consentirebbe alle viti di superare alcune difficoltà, comprese quelle dei cambiamenti climatici: si attende che l’Ue si esprima sulle new breeding techniques, ovvero tecniche che modificano il patrimonio genetico di un organismo, senza dare vita ad Ogm transgenici.

E se l’Ue darà il via libera si apre un campo sterminato con buona pace di chi teme qualsiasi manipolazione. Scienza, 77 anni compiuti lo scorso marzo, origini trentine anche se nato in Liguria, una vita all’università di Milano, da pochi mesi è anche il presidente del Comitato nazionale vini, organismo un po’ depotenziato rispetto a qualche lustro fa ma pur sempre fondamentale nel determinare certe politiche del vino spesso legate alle Doc.

Un incarico che sempre più lo proietta a cavallo tra il mondo accademico e quello delle istituzioni. È anche l’anima scientifica di Vinitaly International Academy, la scuola guidata da Stevie Kim. Un tandem insolito ma a quanto pare efficace. Ascoltarlo in una conferenza è sempre fare un viaggio che spazia tra storia, geografia, geologia, antropologia e tutto lo scibile umano che può ruotare attorno al vino. Indubbiamente uno dei suoi punti di forza.

 

LA LISTA COMPLETA DEI 100 TOP POWER LIST QUI

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.