Sono sempre di più le cantine che scommettono in Italia sui vini vegani: ossia prodotti senza usare alcuna componente di origine animale
Cosa significa vino vegano?
Dal Muller Türgau al Nero d’Avola, passando per Gewürztraminer e Catarratto. Sono sempre di più le cantine che scommettono in Italia sui vini vegani, tanto che la produzione è oggi di qualche milione di bottiglie: in buona parte esportate, soprattutto in Nord Europa dove la filosofia «vegan» è molto diffusa anche nel mondo degli alcolici. Nonostante queste produzioni rappresentino un trend anche nel nostro Paese, sono molti i wine lovers meno esperti che si chiedono cosa significhi per un vino essere «vegan».
La risposta non è affatto banale. Nonostante il vino sia chiaramente un prodotto già vegetale, per produrlo gli enologi hanno bisogno anche di albumina, caseina e colla di pesce, ossia chiarificanti. Si tratta di un processo che punta a stabilizzare il vino — tanto il bianco, che il rosso e il rosato — andando a eliminare le sostanze in sospensione, così da renderlo più limpido. Nei vini vegani, invece, non viene usata alcuna componente di origine animale: grazie al ricorso della tecnologia e all’uso, dove necessario, di chiarificanti di origine fossile — come la polvere di roccia —, oppure realizzati con estratti vegetali.
Al momento, però, non esiste uno standard internazionale univoco: così, c’è sia chi si autocertifica, e chi si affida a enti terzi.
( Fonte Corriere.it )