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AGRICOLTORI DI ALTA MONTAGNA PER SCELTA DI VITA

       


 


 


Due ventenni scommettono sul futuro aprendo una stalla con quaranta brune alpine


 


Se la popolazione cala e arrivano le seconde case, se l’agricoltura si riduce di anno in anno e chiudono le stalle, c’ anche chi resiste ed anzi scommette sul futuro. Questa una storia in controtendenza, umana e imprenditoriale insieme.


 


 La storia di due giovani che decidono di continuare l’attivit dei padri e dei nonni. In chiave moderna, s’intende. E’ la storia di Alberto e Piergiorgio, 24 anni uno, 25 l’altro. Cinque anni fa sono partiti con una stalletta da dieci brune alpine, oggi ne hanno quaranta, una stalla nuova, quattro quintali di latte al giorno, la vendita diretta dei formaggi di loro produzione. La loro azienda l’hanno chiamata Milchhof Agostini, giusto sul confine tra Selva e Colle, ai piedi del passo Giau. Hanno scelto di restare in montagna, a quota 1500. Non per necessit, proprio per scelta di vita. Alberto ha il diploma di elettricista, Piergiorgio ingegnere informatico. I fratelli Agostini sono ben piantati, e radicati. I nonni Germana e Vito avevano, come tutti, una stalletta a Colle. Che poi passata a Michele e infine al nipote Alberto, che ha deciso di andare avanti. Storia diversa, perch le vecchie stalle chiudevano (e continuano a chiudere) una dopo l’altra, man mano che i padroni invecchiavano e non ce la facevano pi. Era arrivato l’oro bianco, il turismo della neve. Che ormai domina su tutto e decide i destini di ogni altra attivit, dal commercio all’artigianato, fino alle attivit immobiliari grazie al boom delle seconde case che a Colle sono ormai il 67 per cento del totale delle abitazioni.


 


 Siamo partiti con poche bestie, racconta Piergiorgio, ma poi abbiamo dovuto scegliere: o ingrandirci o chiudere. Perch oggi con 10 bestie si fanno solo debiti. Cos siamo diventati imprenditori. La molla? La passione. E la voglia di restare quass, in questo pezzo di paradiso che la val Fiorentina. Cos nel 2004 ecco la stalla nuova, grazie anche un finanziamento europeo. Pascolo d’estate su terreni che cos si curano e si salvano dall’avanzare del bosco, fieno e un po’ di integratore d’inverno. Tutto biologico. La vendita diretta funziona, vengono qui anche da Alleghe. I formaggi portano i nomi dei posti, Zonia, Bacalin, Fiorentina, e poi mozzarelle e ricotte. Gi prima pap lavorava il latte, spiega Piergiorgio, l’esperienza l’avevamo. Insieme alle vacche, tengono anche i maiali. Abbiamo fatto due conti, e abbiamo visto che ce la potevamo fare. Non ci si arricchisce ma si vive. I primi due anni sono stati duri, e anche adesso non si scherza. Si lavora da buio a buio. Hanno il bollino Ce che consente anche di vendere nella rete delle cooperative locali a Selva e Santa Fosca. Il bollino garantisce la qualit del prodotto. L’abbiamo fatto per poter restare qui, spiegano i due fratelli. Ma dura. Anche perch ci vuole tanto fieno. Gi in pianura possono tenere pi bestie, anche cento. Qui gi 40 sono un bell’impegno, ci sono meno spazi, siamo a 1500 metri, e si fa meno fieno. Si integra col mangime, misceliamo con erba medica, mais “ogm free”, ovviamente niente insilati. In Valbelluna possono alimentare di pi e quindi ottenere pi latte. Qui obbligatorio puntare sulla qualit pi che sulla quantit. Non ci interessa ottenere 40-50 litri di latte: le nostre brune alpine ne fanno 30-35, ed gi tanto.


 


 Una volta c’era la grigia alpina. Bernardo, l’ultimo che ne aveva, ha tenuto duro fin che ha potuto, poi ha mollato. Del resto la bisa era una bestia da lavoro: piccola, grossolana, robusta. Anni fa c’era stato anche un tentativo di introdurre la frisona. Com’ andata quella volta lo raccontano ancora con divertimento. La storia entrata nei miti paesani. Un grande allevatore che veniva qui a far le ferie e lavorava anche con bestiame americano, racconta Piergiorgio, era riuscito a convincere molti che le frisone avrebbero dato una grande produzione di latte. Raccolse le richieste, poi port le vacche col camion scaricandole in piazza e consegnandole agli agricoltori, che avevano gli occhi lucidi. Sono durate fino a quando finalmente si cap che avevano bisogno di mangime, oltre che di fieno. La bruna alpina, pi robusta, stata sviluppata anche geneticamente con tori americani. Una sfida, quella di Alberto e Piergiorgio.


 Ma chi compra il loro formaggio quass, tra Pelmo Civetta e Col di Lana, sa di comprare anche un’idea di montagna. Un’idea di ambiente e natura, ma anche di una vita pi genuina. Fatta di valori, e fatta della fatica di chi resiste alla tentazione di mollare tutto, di vendere l’ultimo pezzo di terra magari a caro prezzo a qualche foresto che ci far una seconda casa.


( Fonte Corriere delle Alpi )


 

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.