Home Comunicati Stampa Dalla Sicilia alle vigne di Montalcino «Ecco il mio Brunello tutto bio»

Dalla Sicilia alle vigne di Montalcino «Ecco il mio Brunello tutto bio»

L’ex chimico Francesco Leanza e il suo sbarco tra le vigne: mi guardavano con scetticismo, dicevano che avrei rovinato un prodotto prezioso

 

 

MONTALCINO (Siena) – Montalcino lo ha rapito sin dalla prima volta che ci ha messo piede. Un giro di turistico, che però ha cambiato la sua vita per sempre. Francesco Leanza, un passato da chimico e un presente da produttore di vino bio, nei primi anni novanta decide di lasciare Roma dove lavorava. Ad attenderlo un podere comprato qualche anno prima con quattro ettari destinati a vigneto. Una storia comune alti, se non fosse che Leanza, originario della Sicilia, sceglie di percorrere una strada inedita da questa parti. Le sue produzioni sono le prime ad aver ricevuto la certificazione bio.

 

IL PROGETTO – Nessun agente chimico tra le vigne. Solo acqua, sole, terra e capacità umane. Unico strappo alla regola, alcuni derivati del rame uniti a miscele naturali. «La mia decisione era guardata con molto scetticismo. Dicevano che avrei rovinato un prodotto prezioso – spiega Leanza – ma a me sembrava la scelta più logica. Non era una via presa per motivi ideologiche, ma questa terra possedeva così tanta qualità che non c’era bisogno di interventi esterni». Per mettere in pratica la sua «rivoluzione» non serve molto tempo. Pianta le primi viti nel 1994 e nel 1996 ecco la prima vendemmia. Nel frattempo, Montalcino era diventata la sua nuova casa e il podere Salicutti il suo motivo di vita.

 

LA FILOSOFIA – «La filosofia che mi guida è produrre un vino in possesso di un’impronta unica – sottolinea Leanza – Dal carattere espressivo, ricco e riconoscibile, che richiami direttamente alla terra in cui nasce». Successivamente, la via battuta da Leanza ha trovato a Montalcino molti altri seguaci e grandi estimatori negli operatori specializzati. «Vedono nella viticoltura bio un prodotto innovativo, che può tracciare una strada profonda nel mercato – afferma Leanza – Poi apprezzano il fatto che queste bottiglie si differenziano le une dalle altre, sottraendosi all’omogeneizzazione». Da innovatore, Leanza ha deciso di sperimentare anche nelle miscele. Accanto al Rosso e al Brunello – ieri sono stati presentanti all’interno della rassegna dedicata all’enogastronomia biologica del territorio e ospitata da Franci Bio i vini usciti dal 1° gennaio (Brunello 2008 il Piaggione e Rosso 2011) – al Podere Salicutti si produce un Igt, chiamato Dopoteatro, composto al 90 % da cabernet sauvignon e al 10% da vitigno autoctono. «Nasce in parallelo con il Rosso – racconta Leanza – È un’esperienza che si discosta dalla tradizione di questi luoghi, ma che nel tempo ne ha acquisito il carattere, forgiato dalla clima locale». Pioniere nell’anima.

 

 

( Fonte corrierefiorentino.corriere.it )