Home News Ecco la ricetta per rilanciare il «made in Italy»

Ecco la ricetta per rilanciare il «made in Italy»

  Ocm vino, flessibilit e territorio. Disciplinari al passo coi tempi


A Siena il Forum della Cia affronta i problemi del settore vitivinicolo. Il presidente Giuseppe Politi, che ha concluso i lavori, sottolinea l’esigenza di valorizzare il ruolo dei produttori. Adeguata soluzione per la questione relativa alle certificazioni.


 


Meno costi, pi semplificazione, riorganizzazione dei Consorzi di tutela, difesa della qualit valorizzazione delle denominazione d’origine. Sono questi i punti-cardine della proposta della Cia-Confederazione italiana agricoltori per rilanciare e potenziare il vino italiano sia livello nazionale che nel mondo. Aspetti che sono stati evidenziati durante il Forum promosso oggi a Siena, presso l’Enoteca Italiana, durante il quale stato affrontato, appunto, il tema Vino: rinnovare i Consorzi di tutela, rafforzare il sistema dei controlli.


 


E’ stato lo stesso presidente della Cia Giuseppe Politi, che ha concluso i lavori ai quali hanno partecipato numerosi esponenti delle istituzioni, del mondo vitivinicolo ed economico, a puntare l’accento sulla necessit di un forte rinnovamento nelle funzioni (programmazione produttiva, promozione, marketing) nell’organizzazione, nel sistema di governance dei Consorzi di tutela.


 


Si tratta – ha detto – di valutare eventuali interventi legislativi o se sufficiente fare riferimento all’esistente relativo alle Dop e Igp (legge 526/99, ecc.). In ogni caso, come Cia lanciamo una vera e propria campagna su tutto il territorio per la riorganizzazione dei Consorzi, a partire dal ruolo e dal peso degli agricoltori. L’obiettivo di fondo rimane quello di farne degli strumenti interprofessionali. Per quanto concerne i sistemi di controllo, nel corso del Forum di Siena – aperto dal presidente della Cia Toscana Giordano Pascucci – sono state messe in risalto la sovrabbondanza e la sovrapposizione delle procedure e degli adempimenti da parte degli agricoltori, delle cantine.


 


Occorre, pertanto, una maggiore semplificazione e un valido snellimento, anche per ridurre i costi che alla fine pesano sui produttori vitivinicoli. In questo contesto, possono avere un ruolo importante sia gli Enti locali che le Camere di Commercio. Per quanto riguarda, invece, le denominazione d’origine, nell’incontro Cia stato ribadito che un aspetto importante e va, quindi, assolutamente tutelato. In questo modo non si valorizza solo il territorio, ma anche il sapere, saper fare dei produttori. Sempre in questo ambito, va affrontato in maniera adeguata il problema della certificazione delle Dop e Igp (Docg, Doc, Igt). Il giudizio Cia sul riavvicinamento dei diversi precedenti sistemi positivo.


 


Tuttavia, occorre valorizzare gli elementi positivi accumulati nel tempo con la precedente esperienza. Per quanto concerne, il valore della terziet degli organismi di controllo, nel Forum della Cia stata messa in evidenza l’esperienza delle altre Dop (carattere interprofessionale di Ipq, Ineq) che pu essere un modello da utilizzare e la Confederazione ha manifestato disponibilit ad impegnarsi in questa direzione. E’ evidente che, comunque, bisogna immaginare – stato sottolineato nell’incontro Cia – un sistema pluralistico con pi soggetti e modelli (organismi privati, pubblici, interprofessionali, di derivazione dei Consorzi, ecc.).


 


Tale pluralismo pu rappresentare anche uno stimolo all’efficacia ed alla riduzione dei costi. Allo stesso tempo, per, si pu determinare una situazione di confusione e di conflitto che non gioverebbe al sistema. Infine, dopo aver espresso un giudizio sostanzialmente positivo sulla recente riforma Ocm, pur nella consapevolezza di rigidit ed a volte non aderenza alle specificit del sistema italiano, per la Cia si deve sciogliere la questione relativa all’accreditamento degli organismi di certificazione. L’orientamento della Confederazione finora stato favorevole al sistema Sincert, anche se in corso un dibattito nelle diverse filiere sull’alternativa di affidare tale compito all’Icq. Il problema, comunque, deve essere risolto.


 


( Fonte Newsfood )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.