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Enoturismo, tante parole ma nessuno fa niente!

 

In Sicilia dovrebbero esistere (sulla carta) nove strade del vino – Comuni con tradizioni vitivinicole perdono grandi occasioni


 


 


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La storia c’è (4.000 anni), i posti da vedere sono tanti, come anche le varietà di vino che i turisti potrebbero assaggiare, visitando nel frattempo i numerosi beni culturali disseminati lungo la strada dei vini più antica d’Europa. La normativa (purtroppo dobbiamo partire sempre da lì!) ed in particolare il disciplinare del 2003 consente a molti soggetti, forse a troppi, la possibilità di avviare le operazioni necessarie, è il classico caso del “tutti potrebbero farlo, ma nessuno lo fa”. Infatti, è prevista la “presenza organica” di aziende vitivinicole, enti locali e altri soggetti pubblici e privati; questi devono sottoscrivere un “disciplinare della strada” redatto conformemente alla normativa (art 3).


Attualmente in Sicilia, secondo alcuni dati ufficiali, dovrebbero esistere (sulla carta) nove “strade del vino”, molte di queste non sono ancora del tutto operative, altre, quantomeno, devono far riflettere, come accade in provincia di Catania con l’associazione dei comuni costituenti la “strada del vino dell’Etna”, la quale comprende soltanto 15 enti (su 58 comuni totali) che si sono organizzati e che hanno costituito questa strada. I problemi riguardano i comuni che pur avendo grandi tradizioni vitivinicole restano fuori da questo “organismo” e perdono grandi occasioni, per esempio Nicolosi, Mascalucia e molti altri. Altro problema, rilevato durante l’indagine giornalistica (analisi normativa, delle fonti, ecc…), è quello della mancata conoscenza della possibilità della costituzione di queste strade.


Particolare è la situazione riguardante l’attuale assessore regionale all’Agricoltura Giovanni La Via e l’assessore regionale al Turismo; entrambi, dal due gennaio 2007 ad oggi, non hanno fornito alcuna risposta ai quesiti che abbiamo inviato per iscritto presso le rispettive segreterie, a mezzo fax ed e-mail, il tutto dopo aver parlato telefonicamente con i segretari. Se in questa pagina ci siamo occupati del caso specifico (riguardante la provincia di Catania) ed in particolare di questa strada del vino (che è la vera strada del vino, perché lo dice la storia e non un’associazione di enti locali), non possiamo fare a meno di precisare come restino ancora aperti alcuni interrogativi ai quali gli assessori sopraccitati non hanno ancora risposto e che sono importanti, per verificare come realmente siano andate le cose in Sicilia dal 1999 sino ad adesso.


 


Quindi, riproporremo le domande già poste, portandole nel frattempo alla conoscenza dei cittadini: “Il decreto dell’assessore per l’Agricoltura e foreste del 15 gennaio 2003 riporta il “Disciplinare tipo” delle strade e rotte del vino in Sicilia. Esiste una collaborazione con l’assessorato all’Agricoltura su queste tematiche?; Ha in suo possesso dati relativi all’enoturismo in Sicilia relativi agli anni passati?” (domande poste all’assessore regionale al Turismo).


 


Ed ancora (domande poste all’assessore regionale all’Agricoltura): “Sono stati spesi i fondi stanziati dalla Commissione europea con gli Aiuti di Stato n°1002003? Il Piano relativo al periodo 2007-2013 prevede qualche risorsa particolare relativa alle strade del vino? Esiste una collaborazione con l’assessorato al Turismo regionale volta ad incentivare l’enoturismo? Esistono il “simbolo identificativo regionale” e il “materiale divulgativo” previsto dalla normativa del 27 luglio 1999? Quali sono gli “strumenti di organizzazione, gestione e fruizione delle strade del vino” in possesso della Regione siciliana e previsti dalla normativa del 1999? Alla luce dei dati in vostro possesso ritiene che la Sicilia sia in ritardo rispetto al resto delle Regioni italiane?”.


A queste domande nessuna risposta: ogni commento sarebbe superfluo.


 


La difesa


 


 


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Antonino Amendolia, assessore al Turismo della Provincia regionale di Catania, è stato l’unico a rispondere alle nostre domande.


Il decreto dell’assessore per l’Agricoltura e foreste del 15 gennaio 2003 riporta il disciplinare tipo delle strade e rotte del vino. Cosa è stato fatto all’interno della provincia di Catania?


«Stiamo lavorando su questi temi, cercando nel frattempo di adeguarci alle normative vigenti. Sono tutte opportunità che certamente possono incrementare l’offerta turistica della provincia di Catania».


Esistono “strade del vino” conformi alla normativa sopra riportata all’interno della provincia di Catania o si è in fase di lavoro?


«Siamo in fase di elaborazione. Per come stiamo correndo su questa strada, sicuramente dobbiamo adeguarci presto anche noi».


Nel 2003 ci sono stati dei grandi fondi stanziati dalla Commissione CEE per la Sicilia, sono arrivati anche a Catania ?


«Su questo non le so dare una risposta ben precisa, dovremmo chiedere all’assessore all’Agricoltura al ramo, ma credo che non siano arrivati fondi in provincia di Catania».


La strada del vino più antica dell’Europa si trova in Sicilia e collega il porto di Camarina con l’Etna, come mai non esistono cartelli segnaletici? Si sono attivati i Comuni interessati alla presentazione del progetto conforme alla normativa, oppure c’è un ritardo da parte della Regione o della Provincia di Catania?


«Credo che in Sicilia ancora non ci siamo adeguati ad un turismo importante come quello di cui stiamo parlando, un turismo che possa fare diminuire i disagi per i turisti. Le segnaletiche mancano ovunque anche sull’Etna, dove abbiamo degli ottimi vini. Purtroppo non ci siamo ancora fatti conoscere per come avremmo dovuto, devo però dire che abbiamo un bel programma relativo ai punti di esposizione dei nostri prodotti situati all’estero. Il vino è naturalmente tenuto in grande considerazione».


 


 


( Fonte Quotidiano di Sicilia )