Home News HELICOVERPA ZEA. LA NATURA SFIDA LE MULTINAZIONALI.

HELICOVERPA ZEA. LA NATURA SFIDA LE MULTINAZIONALI.

HELICOVERPA ZEA. LA NATURA SFIDA LE MULTINAZIONALI.       


 


Le più sofisticate e costose tecnologie si rivelano ancora una volta imperfette e continuano ad uscire sconfitte dalla sfida coi lepidotteri. E non hanno ancora sconfitto la fame nel mondo.


 


Ritorniamo a parlare di ogm, uno degli argomenti che stanno più a cuore ai lettori di Greenplanet, perché coinvolgono il futuro del settore agroalimentare e perché dimostrano quanto l’industria sia determinata nel voler imporre la loro diffusione. La prima notizia denuncia il fallimento del cotone BT, la seconda invece spiega come la volontà dei consumatori francesi sia stata accolta, in modo democratico e senza ambiguità, dall’azione del proprio governo.


 


La pubblicazione scientifica “Nature Biotechnology ” ha riportato la scoperta di un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Arizona che hanno documentato l’esistenza di un insetto, l’Helicoverpa Zea appunto, capace di attaccare una coltivazione transgenica. Il fatto che la pianta in questione, il cotone ogm Bt, integri il gene per la produzione della tossina del Bacillus thuringiensis, avrebbe dovuto renderla immune agli attacchi dei parassiti. Ma questa si è rivelata un’aspettativa vana che condanna il prodotto ad un fallimento e lascia anche intravedere quei rischi, da sempre denunciati, sul perché l’applicazione delle biotecnologie nel settore agricolo sia pericoloso.


 


La possibilità che i parassiti sviluppino resistenza agli effetti del Bt, deriva dal fatto che un costante contatto con le tossine delle piante ogm favorisce la sopravvivenza di insetti nocivi che dimostrano immunità genetica al Bt. Col passare del tempo, però questo può concorrere alla proliferazione di insetti resistenti fino al punto in cui il Bt non avrà alcun effetto.


 


Il Bacillus thuringiensis, è utilizzato fin dagli anni 50, nell’agricoltura biologica per eliminare insetti nocivi, senza danneggiare insetti non-target o altre forme di vita. La variante sintetica di questa tossina, rispetto a quella naturale, è molto meno selettiva ed è quindi tossica non solo per gli insetti target, ma anche per molte altre specie.


 


La seconda notizia invece riguarda la decisione della Francia di vietare ufficialmente sul suo territorio la coltivazione dell’ogm MON 810. “La coltivazione, allo scopo della loro commercializzazione, delle varietà di sementi di mais del mais geneticamente modificato MON 810 (…) è vietata sul territorio nazionale”, stabilisce il decreto del ministero dell’Agricoltura pubblicato sulla Gazzetta ufficiale e firmato dal ministro dell’Agricoltura Michel Barnier.


 


Da una parte un prodotto geneticamente modificato, inefficace sul piano commerciale, ma capace di trasformare la resistenza naturale di un essere vivente, quindi capace di cambiarlo, modificandone l’impatto con la natura. Trasformazioni queste non previste dai ricercatori dell’industria biotecnologia, che rivela quale poco controllo in realtà abbia con i suoi esclusivi target. Dall’altra c’è una nazione, quella francese, che interrogata, risponde di non voler proprio saperne di ogm nel proprio cibo. Il ministro dell’Agricoltura ha scongiurato sabato l’ipotesi che il mais MON 810, l’unico autorizzato, ritornasse ad essere coltivato.


 


Non illudiamoci che il decreto francese possa proteggere i consumatori e il settore agroalimentare dalle insidie degli ogm. Si dovrà passare per forza attraverso moratorie e rinvii, perchè è impossibile che l’industria allenti la presa su un mercato con queste potenzialità.


 


Ma appunto è necessario sollevare il velo dell’ipocrisia. C’è chi sostiene che gli ogm risolveranno la fame nel mondo, chi invece ritiene che il prezzo del mais non ogm salirà alle stelle e chi ancora sostiene che la ricerca scientifica stia correndo grossi rischi. Tutto falso.


 


Tutto questo non c’entra con la richiesta di non utilizzare le biotecnologiche nell’agroalimentare, che è quello che noi continuiamo a chiedere. Gli ogm, nell’agroalimentare, rappresentano l’ennesima frontiera del mercato, a discapito della qualità e sicurezza come la storia del lepidottero insegna.


 


Ripetere che l’unico modo per sfuggire questi pericoli è rappresentato dai prodotti biologici è una tautologia. Siamo ormai prossimi all’appuntamento con Biofach, dove il settore si incontrerà e soprattutto si metterà in vetrina. Prodotti di altissima e garantita qualità. L’Italia, forte dei risultati raccolti nell’ultima ricerca Ismea, si proporrà nella sua veste migliore.


 


( La Redazione Greenplanet )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.