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ICEWINE, PASSIONE CANADESE

 


 


 


 


Jeffrey W. Connell Hillier, Ontario, Canada


 


 


La storia del vino canadese è molto breve. Abbiamo prodotto vino localmente per oltre cento anni. Ma, fino a tempi recenti, abbiamo prodotto miseri vinelli a partire da varietà scadenti.  Non solo ibridi, ma la stessa vite americana Vitis labrusca. Il vino era orribile, pressoché imbevibile. Negli ultimi trenta anni abbiamo cominciato ad imparare a lavorare con la vite europea. Solo negli ultimi 15 anni abbiamo cominciato a produrre vini da tavola dignitosi. Ma come avviene in tutte le viticolture del mondo, la natura tende a mostrare la via. Nel nostro caso madre natura non è stata uninsegnante tenera, ma ci ha fornito unopportunità unica, chiamata Icewine.


 


Annotazione di Winetaste


 


Consiglio una lettura al link:


https://www.winetaste.it/ita/anteprima.php?id=2877


dove Donald Ziraldo, di origini friulane, spiega molto bene come è nato questo vino in Canada, essendo stato lui il primo a produrlo.


Roberto Gatti


 


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Il frutto che matura con gradualità durante la stagione viene lasciato sulla pianta, con modesto rischio di sovramaturazione a causa delle basse temperature, fino a che fa freddo abbastanza per il congelamento dei grappoli. Ora, molto rapidamente, benché abbiamo da poco iniziato a sviluppare una cultura del vino, abbiamo un vino meritevole di attenzione anche dai Piemontesi, e oggetto di molto interesse in varie parti del mondo.


Di solito alcune sezioni di vigneto vengono designate per produrre Icewine. Il frutto è lasciato sulla pianta. Deve essere pulito e sano, e va protetto con reti dagli attacchi degli animali, principalmente  uccelli ma anche procioni e talvolta cervi. Quindi luva rimane in campo finché Padre Inverno non la trasforma in Icewine, sei settimane, dieci, o addirittura venti settimane dopo.


Una delle cose sorprendenti della vite è la sua grande flessibilità. Pensavamo che lasciare così a lungo il frutto sulla vite potesse avere un effetto deleterio sulla salute della pianta. Pare di no. Spesso le stesse viti sono tenute per fare Icewine un anno dopo laltro, senza apparenti problemi.


Pensandoci bene, non è sorprendente. La vite va in riposo. Non provvede più nutrimento per il frutto e quindi il frutto non è un onere. I grappoli rimangono appesi, indisturbati, andando incontro ad un graduale appassimento a bassa temperatura. Molte settimane dopo la maturazione, alla vendemmia, i grappoli non hanno, visibilmente, perso molto del loro turgore, e contengono ancora acqua in abbondanza, ma un certo grado di disidratazione è importante ai fini della concentrazione.


E critico che i grappoli siano completamente congelati alla vendemmia. Altrimenti ne risente la qualità del vino, non solo per mancanza di concentrazione in zuccheri e acidi, ma anche per lestrazione di componenti aromatici dalle bucce e dalle pareti delle cellule interne del grappolo.


– 8 gradi è la temperatura minima richiesta dalla normativa VQA per la vendemmia dellIcewine. Una volta che la temperatura è scesa a meno otto si deve aspettare che i grappoli siano congelati a sufficienza. Questo può richiedere diverse ore, in funzione della temperatura (e del vento n.d.t.).  In pratica i migliori produttori attendono che la temperatura scenda a -10 e un periodo di tempo con temperature stabilmente comprese tra -8 e -10.


Lideale è portare i grappoli in cantina il più presto possibile compatibilmente con queste esigenze. Più avanti si va nellinverno e maggiori rischi si corrono. E vero che una certa graduale disidratazione porta beneficio. Ma con temperature fluttuanti e cicli ripetuti di gelo e disgelo che può portare alla rottura del grappolo e ad un aumentato rischio di acidità volatile. Inoltre aumentano le perdite dovute alla predazione degli animali e al vento. Per cui prima si può vendemmiare e meglio é. Detto ciò, uno può anche aspettare con pazienza quando necessario.


Nel freddo dellinverno ogni cosa accade ad un ritmo più lento. Talvolta puoi vendemmiare il tuo Icewine a novembre, come è accaduto nellultima annata. Talvolta devi aspettare fino a febbraio. La vendemmia più tardiva fu nella primavera del 2002 (annata vegetativa del 2001), ai primi di marzo. Dopo la raccolta le ve vengono pressate direttamente ed immediatamente, perché rimangano gelate, allaperto, eventualmente sotto un tendone. Non devono scaldarsi. Si usano di solito presse con gabbie piuttosto piccole, sia per avere una pressatura soffice, sia perché queste gabbie sono robuste e non si rompono facilmente. La pressatura è un lavoro molto lungo, il succo scende goccia a goccia. La pressatura è un punto critico. Tu puoi vendemmiare solo un quantitativo di uve che riesci a pressare prima che la temperatura si alzi. Ovviamente puoi moltiplicare il numero di presse, ma è un grande investimento, Per questo motivo di solito non si fa un solo passaggio di vendemmia. Alla data attuale la maggior parte dei produttori ha raccolta da un terzo alla metà delle uve. Il resto è in att

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.