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Il vino apprezza Mozart


 



Arriva “Sonor wines”, il brevetto di due esperti viennesi. Che sostengono il formidabile effetto sul vino della Sinfonia 41 del genio austriaco. Ma in Toscana l’idea sperimentata da tre anni.


Da tempo Sante Marcantoni, allevatore avicolo in quel di Livorno, convinto che le carni ne guadagnino in gusto e consistenza, fa ascoltare musica classica ai suoi piccioni (con buoni risultati, se rifornisce cucine come quelle di Enrico Crippa o Massimiliano Alajmo).

Ma due enogastronomi viennesi sono andati oltre. Perch a giovarsi di arie famose, grazie a loro, sono state botti di mosto. E non si tratta genericamente di musica classica, ma della sinfonia n. 41 del genio di Salisburgo, Wolfgang Amadeus Mozart.   

Thomas Koeberl e Markus Bachmann hanno voluto dimostrare che Mozart non fa bene solo all’anima ma anche al vino. E hanno cos brevettato col nome di “Sonor Wines” la loro scoperta musical-enologica. A detta di Koeberl e Bachmann, gli effetti della musica classica, e di Mozart in particolare, sul vino sono miracolosi. La Sinfonia n. 41, per esempio, avrebbe un beneficio eccezionale sul nettare di Bacco durante la fermentazione: “il sapore del vino cambia, diventa pi buono e raffinato”, sostengono.

Gi sei viticoltori austriaci, stando al quotidiano Kurier, si sono convinti dell’idea e hanno fatto risuonare in cantina serenate a base di musica classica per il mosto durante il processo di fermentazione: brani di Mozart, ma anche valzer, operette e polka.

stato anche fatto un esperimento nella scuola di viticoltura a Klosterneuburg: a un Gruener Veltliner 2009 stata fatta ascoltare della musica. L’effetto ottenuto? Il valore di glicerina sarebbe aumentato e quello di zucchero calato. 

Secondo Koeberl, “con l’aumento della glicerina si genera il cosiddettomouthfeeling, il vino diventa pi secco, pi maturo, il sapore pi tondo, ricco e denso”. E Bachmann precisa: “L’esoterismo non c’entra niente, l’effetto dalle onde sonore sul lievito che migliorano il processo di fermentazione”.


In Italia, a dire il vero, la viticoltura a ritmo di musica classica non una novit assoluta. sperimentata dal 2008 da un produttore della Val D’Orcia in Toscana, Carlo Cignozzi, avvocato milanese che ha lasciato i tribunali seguendo la passione per la vigna. 

All’inizio gli altoparlanti tra i suoi filari (lui la musica la fa ascoltare alle viti e non al mosto) e la sua fisarmonica con cui fa la serenata alle viti suscitavano ilarit tra amici e colleghi viticoltori. 

Poi, anche grazie al supporto delle Facolt di Agraria dell’Universit di Firenze e dell’Universit di Pisa  arrivato alla conclusione che nel suo Paradiso di Frassina, dove si produce Brunello, le piante di Sangiovese nutrite anche a Vivaldi e Mozart sono cresciute il 50% in pi del normale, esenti da ogni tipo di parassita e i grappoli sono maturati in anticipo. In effetti l’universit di Firenze da anni studia la relazione tra musica e natura, e ne nato appunto il progetto “Suono&Vigna”.

Secondo la biologa Karin Mandl, il fondamento scientifico non ancora verificato. Ma per i viticoltori funziona lo stesso. E anche la strategia di marketing procede a gonfie vele: ci sono gi richieste di orchestre per un vino con il proprio timbro musicale.


( Fonte L’ Espresso )


Commenti a margine di Winetaste


Che la musica rilassi lo spirito umano o animale, credo non vi siano dubbi, ma che addirittura possa giovare o avere effetti benefici sulle viti e sui mosti, lasciatemelo scrivere :


mi sembra una grande sciocchezza, o meglio come dicono a Napoli : ” mi pare una grande str@@@@a “.


RG

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.