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Il vino del futuro

 


 


 


 


Inizia un nuovo decennio ed scontato chiedersi, anche nel campo dellenologia, quali strade prenderemo (o meglio quali strade prenderanno i produttori, i critici, la ricerca, il mercato).


 


C chi come Robert Parker, che dalle colonne di The Wine Advocate stabilisce punteggi e decreta tuttora il destino commerciale di molti vini, dallalto della sua posizione di guru della critica enoica mondiale pu arrischiarsi a prevedere il futuro, in dieci punti: dalla crisi della Francia allexploit della Spagna e del Sud Italia, dal tappo a vite che soppianter quello in sughero al successo del malbec, vitigno oggi misconosciuto


 


Intanto lutilizzo di pratiche biologiche e biodinamiche nella produzione vinicola riscuote sempre pi interesse, sulla spinta vuoi di impulsi salutisti, vuoi di una forma di ribellione al sistema, e sempre pi si espone al rischio di diventare fenomeno di moda e come tale passibile di fraintendimenti e di speculazioni indiscriminate (fregiarsi di una certificazione biologica sulletichetta, di una dizione come non filtrato o – addirittura – senza solfiti comincia a far vendere).


 


Proprio il dibattito sulluso dellanidride solforosa ( possibile produrre un vino di qualit senza alcuna aggiunta di solfiti? Anche autorevolissimi difensori del vino naturale ne dubitano) appassiona e divide, produce molti esperimenti azzardati, qualche risultato sorprendente, e apre anche nuovi percorsi di ricerca. Un progetto siciliano che coinvolge le Universit di Bologna e Trapani sta portando avanti una campagna di sperimentazioni per sostituire nel processo di vinificazione la famigerata anidride solforosa con una proteina naturale, il lisozoma, che avrebbe la stessa azione stabilizzante, senza effetti collaterali sullorganismo. Potremo prima o poi parlare davvero di vino biologico?


 


E poi c chi come Josko Gravner, dalla sua cantina di Oslavia, in quella terra di confine che tanto ha contribuito negli ultimi anni al ritorno dellenologia verso la natura, la tradizione, il territorio, incurante degli orientamenti del mercato e delle previsioni degli esperti, continua a mandare un segnale chiaro e senza compromessi. Abbandonate le tecnologie pi allavanguardia, che dichiara di avere tutte sperimentate senza trarne i risultati voluti, ha deciso di far maturare il vino allinterno di grandi anfore di terracotta. Come gli Egizi 5000 anni fa. Archiviato il cammino fino a oggi percorso, che pure gli ha fatto ottenere grandi successi (e alte quotazioni sul mercato), progetta ora di concentrare i suoi sforzi su un unico vitigno, il pi amato, la ribolla gialla, per arrivare al risultato di produrre un unico vino straordinario.


 


Che sia questo il vino del futuro?


 


( Fonte Lo Schermo )


 


 


Annotazioni di Winetaste


 


Quella dell anidride solforosa una battaglia che porto avanti almeno da un decennio, ancora non ho visto dei concreti risultati, ma almeno molti addetti ai lavori e produttori stanno prendendo coscienza come questo antisettico sia dannoso per il nostro organismo. Un risultato che mi piacerebbe raggiungere a breve, sarebbe quello di leggere in retroetichetta il quantitativo di SO2 totale contenuto nel vino allatto dellimbottigliamento, cosi da mettere il consumatore nelle condizioni di potere liberamente scegliere quale vino comprare sullo scaffale.


Roberto Gatti


 

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.