Home News La questione delle uve invendute nel cirotano : una distorsione che continua

La questione delle uve invendute nel cirotano : una distorsione che continua

Una vicenda non pi sostenibile socialmente ed economicamente. Occorrono pi controlli su uve e mosti che arrivano da altre zone.


Lobiettivo di, rendere il mercato del vino pi efficiente, trasparente e competitivo .
Mentre ci si prepara a staccare i primi grappoli  si ripropone lannoso problema delle uve invendute-stimate tra i 15 e i 20mila quintali il 20% della produzione- nel comprensorio del cirotano, un territorio rinomato e conosciuto internazionalmente proprio per il suo pregiato nettare, che in questi anni ha fatto passi da gigante proprio facendo leva su un sistema vitivinicolo fatto di importanti e primari produttori e cantine. Da questa considerazione il Presidente della Coldiretti Calabria Pietro Molinaro, parte nel commentare quello che puntualmente sembra diventare purtroppo il problema pi importante dellagricoltura e dellagroalimentare calabrese. 

E chiaro a tutti continua Molinaro -che continuando cos siamo fuori tema e fuori dal mercato soprattutto in un periodo di drammatiche turbolenze, limpegno deve essere  verso regole di spesa pi rigorose e controlli pi efficienti ma, purtroppo, continuiamo a impiegare risorse pubbliche in modo inutile, se non dannoso e anche qui chiaro che questo non pi socialmente ed economicamente sostenibile. 

Limpegno della Regione Calabria di chiedere al Ministero di aprire la distillazione di crisi per i vini, come fatto da altre Regioni, positivo ma bisogna legarlo ad un progetto di ristrutturazione del comparto regionale. Nonostante il sistema economico stia cambiando velocemente, i problemi, e le relative soluzioni, non sono mutate  in modo sostanziale nel corso del tempo. A questo punto prosegue Molinaro una riflessione si impone! 

Vi il fondato sospetto che uve o mosti arrivino da altre zone  e quindi evidente che ci sono lacune nel sistema dei controlli e a tal proposito  si rende necessario una razionalizzazione e riorganizzazione delle competenze, dando strumenti rapidi e incisivi per evitare che si creino aree grigie che possono incentivare comportamenti elusivi o illeciti a danno proprio del territorio del cirotano e dei produttori. La confusione invece regna sovrana con inutili sovrapposizioni e soprattutto con una mancanza di chiarezza circa lattribuzione di responsabilit per gli interventi preventivi e successivi ed ognuno utilizza il suo linguaggio, i suoi poteri e mezzi di persuasione. 

Riequilibrare poi domanda e offerta lobiettivo che dobbiamo assolutamente perseguire anche perch alquanto improbabile che tutte le bottiglie di vino che si vendono delle varie tipologie che richiamano il cirotano provengono dai vigneti impiantati sul territorio. Certamente occorre con le strumentazioni che ci sono  garantire una via duscita agli imprenditori che non riescono pi a essere competitivi, aiutandoli a riconvertire la produzione degli ettari di vigneto circa 200 – con variet di uve che possono essere assorbite dal mercato puntando sulla qualit e non sulla quantit. Gli obiettivi dichiarati devono essere migliorare la competitivit dei produttori di vino e rafforzare la notoriet dei vini del carotano. Di operazioni tamponeconclude Molinaro dobbiamo farne assolutamente a meno, anche perch rischiano di diventare concorrenza sleale nei confronti delle imprese virtuose che con investimenti  da anni valorizzano il nostro vino nel mondo.


( Fonte Il Titolo.it )


Osservazioni di Winetaste


Vi ricordate la polemica sorta poche settimane fa, a seguito mie osservazioni in merito alle modifiche da apportare al disciplinare, qui :


https://www.winetaste.it/ita/anteprima.php?id=6207


https://www.winetaste.it/ita/anteprima.php?id=6213


Nulla da obiettare sui pareri diversi assunti dal Comitato per la difesa del Cir, qui :


http://difesaciro.blogspot.com/2010/08/tu-me-provochi-e-io-te-magno_29.html


ed al limite mettiamo pure al bando i tanto ” vituperati ” merlot e cabernet/sauvignon, a favore di altri autoctoni calabresi, ma ora con queste nefaste notizie, vedremo un’altro levare di scudi o questa notizia passer in sordina ?


Addirittura vi il fondato sospetto di mosti ed uve provenienti da altre zone d’ Italia……, a questo punto mi sembra che la matassa sia ancora piu’ ingarbugliata.


Chi doveva e deve vigilare lo faccia al piu’ presto, per la difesa della vitiviticoltura calabrese, che nelle migliori espressioni pu dare eccellenti risultati, vedi la recente Gran Medaglia d’ Oro , assegnata solamente a 5 vini su oltre 900 italiani presentati al CMB 2010, vinta dalla azienda Terre Nobili della dott.ssa Lidia Matera, qui :


http://www.concoursmondial.com/index.php?annee=2010&country=IT&name=ion=&medaille=G&appellation=&type=&option=com_results&task=&Itemid=119&lang=it


Roberto Gatti

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.