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MELAMINA : UNA EMERGENZA GLOBALE ??

 


 


Quando qualche giorno fa nel corso di alcuni controlli dei Nas è emerso che dei campioni di latte importati dalla Cina in Italia contenevano melamina, abbiamo avuto conferma che di questa sostanza sentiremo ancora parlare e che l’emergenza che la riguarda non si è ancora conclusa – Di Gianna Ferretti Il termine melamina è arrivato all’attenzione delle autorità sanitarie e dell’opinione pubblica nel 2007 quando negli Stati Uniti, il decesso di molti animali domestici è stato collegato alla presenza di questo composto in diversi marchi di cibi per animali. Alcune aziende che avevano fabbricato i propri prodotti con glutine contaminato con melamina proveniente dalla Cina, hanno dovuto ritirare migliaia di confezioni dagli scaffali. Il glutine è un ingrediente che può essere usato nella composizione dei mangimi per aumentare il livello di sostanze azotate, un indicatore nutrizionale, inoltre può svolgere un ruolo tecnologico. La melamina è una sostanza usata come fertilizzante e per produrre resine e plastiche, pertanto non entra nella catena alimentare umana. Sebbene non possa essere esclusa una cessione da materiale plastico agli alimenti, i livelli elevati di melamina evidenziati nei campioni di glutine, lasciavano ipotizzare una aggiunta volontaria e ne è stata data anche una possibile spiegazione. La melamina è una sostanza azotata pertanto, può contribuire ad innalzare i livelli di azoto nei campioni sottoposti ad analisi chimiche. Poiché le determinazioni servono a stabilire il valore commerciale degli ingredienti che entrano nelle filiere produttive, la frode era attuata a scopo economico. Nel 2007 negli Stati Uniti nel corso di controlli avviati dall’FDA, fu segnalata la melamina anche in mangimi destinati all’acquacoltura importati o prodotti con ingredienti fabbricati in Cina, dimostrando una diffusione maggiore del previsto e una contaminazione non solo di mangimi per animali domestici. La vicenda ebbe ripercussioni anche in Europa. Dalla lettura dell’archivio dei bollettini settimanali del Rapid Alert System for Food and Feed, tuttora disponibili in rete, emerge che la contaminazione fu rilevata in alcuni stati Europei e riguardava materie prime destinate alla produzione di mangimi.


 


A distanza di circa un anno, una nuova emergenza con protagonista la melanina è arrivata all’attenzione dei media. A partire dal mese di Agosto 2008, si è dimostrata la sua presenza in diversi marchi di latte in polvere destinato all’alimentazione umana. La contaminazione anche in questo caso ha avuto origine in Cina, che è una grande produttrice ed esportatrice della sostanza. 53.000 neonati hanno dovuto fare ricorso a cure mediche, ci sono stati anche quattro decessi. L’assunzione di melamina, a quantità elevate, può provocare danni ai reni. I neonati ovviamente sono particolarmente esposti se alimentati con latte contaminato.


 


Come accaduto in passato, la melamina sarebbe stata aggiunta fraudolentemente al latte in polvere al fine di aumentarne il livello di sostanze azotate, e di conseguenza il suo valore commerciale. Nonostante le rassicurazioni delle autorità sanitarie cinesi a cui sono seguiti gli arresti delle persone ritenute responsabili, sono seguite inevitabili crisi nelle partnership che hanno coinvolto multinazionali straniere, tra cui la Fonterra. Infatti il gruppo caseario cinese San Lu, uno dei principali marchi coinvolti nella vicenda, è stato acquisito alcuni anni fa per il 43% dalla multinazionale neo-zelandese Fonterra, uno dei piu’ grandi fornitori di prodotti lattiero-caseari, che esporta il 90% dei suoi prodotti in circa 140 paesi. Tra tutti i prodotti contenenti melamina, il latte in polvere della San Lu è quello in cui è stata evidenziata la quantità maggiore di melamina (2563 mg per kg). Il contenuto in altri marchi è risultato tra 0,09 e 619 mg per chilogrammo.


 


Il latte in polvere entra nella composizione di molti prodotti del settore dolciario, per cui nelle settimane successive al rilevamento di melamina nel latte destinato all’allattamento artificiale, i controlli hanno riguardato possibili prodotti che potevano essere stati confezionati con materie prime contaminate. Ci si è resi conto ben presto che la diffusione era piu’ estesa. Nel mese di settembre 2008 la melamina è stata evidenziata in campioni di yogurth, di latte fresco in Cina e in campioni di latte cinese esportato nelle Filippine. In Nuova Zelanda a causa della melamina in alcuni campioni di caramelle, è iniziato il ritiro dagli scaffali delle White Rabbit Creamy Candies, tipiche caramelle cinesi in cui il latte in polvere è tra gli ingredienti. Simili destini hanno avuto le White Rabbit Creamy Candies negli Stati Uniti e negli ultimi giorni anche nel Regno Unito dove la melamina è stata rilevata a livelli di 11.25 mg/kg. Ritirate per motivi precauzionali anche confezioni di latte Nestle Dairy Farm Pure Milk venduto a Hong Kong e destinato a centri di catering.


 


L’ Unione Europea ha ordinato di testare le merci Made in China contenenti piu’ del 15% di latte in polvere e l’EFSA è stata chiamata ad esprimersi in relazione ai ritiri in atto in diversi stati. Sul sito internet dell’Efsa, è stato pubblicato un parere scientifico sui rischi per la salute dei consumatori europei, collegati alla possibile presenza di melamina negli alimenti composti contenenti latte o derivati del latte, provenienti dalla Cina. L’uso della melamina nell’alimentazione umana e animale è proibita nella UE. La TDI (dose giornaliera ammissibile) è stata fissata a 0.5 mg/kg di peso corporeo, circa 30 mg per un soggetto di 60 kg. L’EFSA ha dichiarato che:”se soggetti adulti consumassero in Europa cioccolata e biscotti contenenti latte in polvere contaminato, nemmeno nella peggiore delle ipotesi supererebbero la TDI. Anche i bambini con un consumo medio di biscotti, caramelle mou al latte e cioccolata, prodotti con tale latte in polvere, non supererebbero la TDI. Tuttavia, nei peggiori casi possibili, al livello massimo di contaminazione, bambini che facessero ogni giorno un elevato consumo di caramelle mou al latte, cioccolata o biscotti contenenti livelli elevati di latte in polvere, supererebbero la TDI. I bambini che consumano sia biscotti che cioccolata di questo tipo in teoria potrebbero superare la TDI anche di oltre tre volte”. L’EFSA ha tracciato degli scenari teorici di esposizione in base ai dati sui consumi europei di biscotti e cioccolata. Mancando dati sul latte in polvere contaminato, l’EFSA ha utilizzato il più alto valore di melamina segnalato negli alimenti cinesi per lattanti come base per i peggiori scenari possibili.


 


Nelle ultime settimane sono proseguiti i recall di prodotti. Nel Regno Unito è stato deciso per i biscotti del marchio cinese Koala, i livelli di melamina erano 4.98 ppm. Anche alcuni tipi di cioccolatini del noto marchio inglese Cadbury, ma fabbricati in Cina, sono risultati contaminati (gusto cioccolato-mirtillo e caffè, con livelli di melamina tra 21 e 92.3 ppm). Il ritiro delle caramelle segue la notifica della UE che ha avvertito i 27 paesi membri dell’Alert riguardante i prodotti contaminati provenienti dalla Guanshengyan Food General Factory. Melamina è stata evidenziata anche in alimenti distribuiti in Giappone. Livelli tra 17 e 36 ppm sono stati trovati in 4 marchi di croissants importati dalla cinese Top Trading Company, costretta quindi a richiamare molti dei suoi prodotti.


 


In conclusione livelli molto elevati di melamina sono stati trovati in alcuni campioni di latte in polvere prodotto in Cina (circa 2500 mg/kg) e in seguito in altri alimenti. Si è stabilito che valori piu’ elevati di 2.5 mg/kg non possono essere causati da cessione accidentale da contenitori di plastica, bensì da aggiunta volontaria per aumentare il valore commerciale di materie prime scadenti.


 


La vicenda della melamina ci insegna diverse cose. Dobbiamo essere consapevoli che l’allungamento delle filiere produttive, l’ampliarsi dei rapporti commerciali intercontinentali, l’aumento della distanza tra produttori e consumatori, la delocalizzazione delle produzioni sia di materie prime che di ingredienti vari e additivi può esporre a dei rischi. Nel villaggio globale una emergenza alimentare, è destinata ad oltrepassare i confini nazionali e avere ripercussioni commerciali negative tra i vari stati coinvolti.


 


L’emergenza sulla melamina che ha messo in risalto la fragilità delle filiere produttive e le criticità nei sistemi di controllo verrà ricordata come esempio di recall globale. La Cina non è solo un grande mercato a cui tutte le principali multinazionali guardano con interesse per sviluppi commerciali futuri. La Cina è anche uno stato da cui le stesse multinazionali si riforniscono di materie prime, ingredienti, additivi e semilavorati. Si delocalizzano le produzioni. Con le aziende cinesi si stabiliscono joint venture e partnership. La vicenda non potrà non avere ripercussioni sule strategie commerciali future che richiederanno una maggiore cautela nello stabilire rapporti con partner che non offrono garanzie igienico-sanitarie in tema di sicurezza alimentare.


 


Mentre scrivo le autorità sanitarie cinesi hanno ammesso lo scandalo e la non adeguatezza nei controlli. Nelle stesse ore, tracce di melamina sono state evidenziate perfino nell’agente lievitante bicarbonato d’ammonio importato dalla Cina a Taiwan.


 



Gianna Ferretti è docente presso l’istituto di Biochimica della Facoltà di Medicina e Chirurgia e della Scuola di Specializzazione in Scienze dell’Alimentazione dell’ Università Politecnica delle Marche.  E’ autrice del blog Trashfood. Il suo indirizzo email è gianna.ferretti@gmail.com


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( Fonte Greenplanet )


 


Ultimo minuto


Melamina nelle uova, nuovo allarme in Cina e a Hong Kong



Dopo il latte contaminato, è allarme melamina nelle uova in Cina e a Hong Kong. Ieri le autorità dell’ex colonia britannica hanno rilevato nelle uova provenienti dalla città di Dalian, nel nord della Repubblica popolare, una percentuale di sostanza tossica doppia rispetto a quella tollerata e disposto controlli più serrati su altri alimenti provenienti dalla Cina (come la carne di maiale, il pesce e le frattaglie).


Fonti di Pechino hanno confermato oggi che le autorità cinesi erano a conoscenza già dal mese scorso dell’esistenza di uova contaminate a Dalian e hanno taciuto. Si ritiene che all’origine dei nuovi casi vi sia stata la presenza di melamina nel mangime somministrato alle galline.


( Fonte RaiNews24 )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.