Mi arrivano in questi giorni, gridi di allarme un po da tutta Italia, a mio avviso giustificati perchè le autorità europee stanno modificando le norme di tutela delle denominazioni di origine. Non potrò raccoglierli tutti, ma di tanto in tanto lo farò volentieri, perchè il problema è serio e richiede una presa di posizione netta e celere da parte dei nostri responsabili in sede comunitaria.
Buona lettura
Roberto Gatti
L’allarme di Coldiretti Ravenna: “Sul vino la nostra provincia rischia uno scippo da 150 milioni”
L’associazione si oppone al marchio Sangiovese e Albana su bottiglie prodotte all’estero
Sangiovese, ma anche Albana e Trebbiano a rischio scippo se dovesse passare la liberalizzazione proposta dalla Commissione Ue che consentirebbe a tutti di riportare in etichetta i nomi dei vitigni, sfruttando così il lavoro portato avanti in questi anni dai produttori del territorio.
“Non è ammissibile consentire l’uso di denominazioni senza un riferimento geografico, basate solo sul nome del vitigno – tuona il presidente Coldiretti Ravenna, Massimiliano Pederzoli – verrebbe infatti a perdersi la storia e la tradizione che legano il vino al territorio da cui deriva, per questo è necessario venga stralciata la proposta di modifica del regolamento ipotizzata dalla Direzione Agricoltura e Sviluppo Rurale della Commissione europea”.
Il comparto vitivinicolo ravennate ha numeri importanti: detiene, infatti, una superficie vitata di circa 16 mila ettari, la più ampia dell’Emilia-Romagna, con una produzione totale in quintali pari a 3.605.590 (elaborazione Coldiretti su dati Istat 2014), un 25% della quale utilizzata per produrre vini DOC. Voce importante è quella dell’export che a livello regionale vale qualcosa come 390 milioni di euro, di questi il 35% ‘prodotti’ in provincia di Ravenna. I mercati di destinazione sono, a valore, Germania (49%), Usa (8%), UK (7%).
“Non possiamo permettere una banalizzazione delle nostre denominazioni conosciute all’estero proprio grazie al lavoro dei nostri vitivinicoltori – afferma Pederzoli – ci battiamo, dunque, affinché siano tutelate e valorizzate le peculiarità territoriali grazie alle quali il nostro vino è apprezzato e riconosciuto oltre i confini nazionali”. In pratica, infatti, se passasse l’ipotesi di riforma, si andrebbe a consentire l’uso di denominazioni senza un riferimento geografico ma con solo il nome del vitigno, senza curarsi del fatto che la storia e la tradizione le abbiano legate ad un determinato territorio. È evidente, rileva Coldiretti, che ciò danneggia fortemente il nostro vino e crea meccanismi di concorrenza sleale all’interno della Ue in quanto qualsiasi produttore straniero potrebbe immettere sul mercato generici vini “Sangiovese di Romagna” o “Albana”, godendo della notorietà delle rispettive denominazioni di origine (Doc e Docg) che hanno fatto conoscere questi prodotti nel mondo e danneggiando l’immagine degli stessi.
“Il futuro della nostra agricoltura dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali – sottolinea Pederzoli – è assurdo, quindi, che l’Ue persegua la linea opposta, quella della standardizzazione spinta, dobbiamo dunque difenderci con ogni mezzo da questo tentativo di liberalizzazione incontrollata”.
( Fonte ravennanotizie.it )
Comunicato stampa
VINO, MAZZONI (IMT): LIBERALIZZAZIONE DENOMINAZIONI, BENE MARTINA IN DIFESA DEI NOSTRI VITIGNI. PER LE MARCHE COME BUTTARE ALL’ARIA LAVORO DEGLI ULTIMI 40 ANNI
A TIPICITA’ AVVIEREMO UN CONFRONTO NAZIONALE SUL TEMA
(Jesi, 25 gennaio 2016). “Bene Martina in difesa dei nostri vitigni, nessuna concessione va fatta a Bruxelles. La liberalizzazione proposta dalla commissione Ue che consentirebbe a tutti di portare in etichetta il nome dei nostri vitigni – dal Verdicchio di Jesi e di Matelica alla Lacrima di Morro d’Alba, alla Vernaccia di Serrapetrona – è una pura follia. Nelle Marche butterebbe all’aria l’importante lavoro su qualità e valorizzazione dei vitigni autoctoni fatto negli ultimi 40 anni, anche grazie alla Regione”. Così il direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (IMT), Alberto Mazzoni, a commento dell’incontro di oggi tra il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina e il commissario europeo all’Agricoltura, Phil Hogan, sul processo di revisione delle attuali norme che disciplinano l’utilizzo delle denominazioni dei vini da parte dell’Ue.
“Alla luce di quanto dichiarato oggi, sono convinto – ha aggiunto Mazzoni – che il ministro Martina saprà portare avanti questa battaglia assieme al capogruppo S&D in commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, Paolo De Castro, e al Parlamento Ue. Sul tema, sabato 5 marzo durante Tipicità a Fermo – ha concluso Mazzoni – avvieremo un confronto a livello nazionale, con un convegno dove saranno invitati i consorzi italiani e le principali organizzazioni di categoria”.