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Speciale Birra







Gentile lettore,


passare dal vino alla birra un po come sfilarsi gli sci da fondo per mettersi quella da discesa. Sempre sci sono, ben diversi tra loro per. Cos le due bevande, sempre alcoliche sono ma ma ci sono tante differenze, a iniziare dalla maturit e profondit dei rispettivi mondi, consumatori e intenditori.
Se con il vino siamo ormai giunti alla piena maturazione, con la birra si discute ancora se il suo abbinamento ideale con la pizza, che un po come chiedersi se con un pesce bollito poi cos indicata la maionese. Se tutto il mondo sposa pizza e birra con piacere, un motivo ci sar e non sar per masochismo o cretinaggine. Piuttosto sarebbe il caso di individuare la birra migliore a seconda della pizza, uscendo cos dalla genericit come quando sempre pi persone presero a strozzare (simbolicamente) quei camerieri che, senza nemmeno attendere la comanda, chiedevano bianco o rosso dottore?
Paolo Marchi


Il Consorzio dell’artigianale tutta italiana

Il fragore del birra-boom sempre pi esplosivo. Sempre pi festival enogastronomici infilano in cartellone presenze e assaggi di artigianali di qualit e sempre pi cuochi d’autore si cimentano a cucinare pietanze facendo leva sulla suddetta come ingrediente decisivo.

In questo dilagare c’ anche chi inizia a dettare regole, perch sacrosanto cominciare a distinguere due squadre: di qua i produttori che fanno le cose con seriet e passione, dietro la lavagna quella dei cialtroni, specie immortale e abile ogni volta a intuire il vento che tira, salvo poi fiondarsi sul carro vincente con condotta pressapochista dettata dal dio-euro.

Proprio in tema di regole, l’ultima edizione di Pianeta Birra ha battezzato la nascita di Consobir, Consorzio birrai italiani riuniti, ovvero il primo consorzio di produttori artigianali italiani di birra. Un argomento interessante perch da qui potrebbe fiorire l’identit genetica della vera birra artigianale italiana, anzi di una birra che sia italiana, genuina, controllata, artigianale e cruda, e derivata magari da luppoli che crescono solo dalle Alpi in gi.

Per ora il progetto, mentore Teo Musso del Baladin di Piozzo, Cuneo, si pone questi obiettivi: dare concretezza a metodologie di produzione legate al territorio; creare una linea guida sulla qualit della birra; creare una difesa del consumatore e diffondere l’immagine del prodotto italiano all’estero.

I fondatori del Consobir sono 8: oltre a Baladin,
Birra del Borgo di Borgorose (Ri), Cittavecchia di Sgonico (Ts), La Petrognola di Piazza al Serchio (Lu), Beba di Villar Perosa (To), CitaBiunda di Neive, fraz. Bricco (Cn), Maltovivo di Capriglia Irpina (AV) e Scarampola di Cairo Montenotte (Savona).
Per saperne di pi:
ufficiostampa.mydea@yahoo.it
Gabriele Zanatta

Colte improvvisamente in castagna

Come nascono le tradizioni? A volte sbocciano da innovazioni che trovano buon humus in determinati posti. Un esempio la birra di castagne. In Italia diventata una tradizione solo negli ultimi anni. Paradosso? No, semplicemente il numero di produttori (di qualit) di questa particolarissima bevanda cresciuto. E ora un po’ in tutto lo stivale si trovano artigiani che praticano la difficile disciplina di trasformare i frutti autunnali in birra.

La difficolt nasce prima di tutto dalla filtrazione delle trebbie. Perch le castagne formano una sostanza colloide che rende faticosa l’operazione. Per il resto sono un’ottima alternativa all’orzo. S, beh, forse un po’ costosa.

Mostodolce, microbirrificio di Prato, presenta per esempio la Duff, nome che sembra preso da una puntata dei Simpson ma che in realt nasconde uno splendido esemplare a base di farina di castagne. Corposa e deliziosa.

Ed curiosa quella lavorata da Beltaine,
beltaine@appenninorisorse.it, a Granaglione (Bo): il laboratorio sull’Appennino prepara ben tre tipologie diverse, una delle quali basata su castagne affumicate e ginepro. Ce n’ proprio per tutti i gusti.
Samuele Amadori


Birre di vino: l’ultima frontiera. Per ora

Il mondo della birra artigianale italiana sta vivendo un’evoluzione cos rapida che, ogni volta in cui si indica un fenomeno emergente, ecco che all’orizzonte se ne profila un altro. Il giochino dell’ultima frontiera per difficile da interrompere e cos, dopo le birre alla castagna, ecco le birre di vino.

Sono birre borderline, con il pi famoso mondo della vite e del vino, frutto della creativit del birraio, ma anche del suo, forse inconscio, attaccamento al territorio e alla tradizione oppure, in qualche caso, semplicemente della sua amicizia con un enologo di professione.

Tutti questi casi emblematici sono apparsi sulla ribalta durante l’ultimo
Pianeta Birra a Rimini, con un laboratorio dedicato, appunto, alle birre di vino. E il risultato stato, in alcuni casi, pi che convincente.

Come per la BB10 di Nicola Perra, ingegnere sardo convertitosi al luppolo, che nel suo birrificio Barley di Maracalagonis, Cagliari, ha dato vita a una birra preparata utilizzando una percentuale di sapa, ovvero mosto cotto di cannonau oppure per la Tibir, esperimento voluto dall’alessandrino Riccardo Franzosi del birrificio Montegioco
che, invece, ricorso alle uve del redivivo timorasso.

E il bello che il vino si sente eccome: da un lato la struttura imponente del cannonau, dall’altro le sfumature intriganti del timorasso. Ma sono ottime birre, tanto che, ora, sarebbe quasi un peccato superare subito anche quest’ultima frontiera.
Maurizio Maestrelli

Ale britanniche d’Italia

Non mai facile indovinare lo stile di produzione di una ale gi al primo assaggio, concetto confermato da un recente confronto tra due ale artigianali venete: Ale Red Moon del Vecchio Birraio di Campo San Martino, Padova e amber ale Admiral del birrificio 32 Via dei birrai di Pederobba, Treviso.

A primo acchito in entrambe prevale il caramello, il tostato, la frutta e la vaniglia, note persistenti al naso e alla bocca: a un giudizio iniziale, sembrano pi belghe che inglesi. E invece lo stile inglese emerge tutto nella successiva, inconfondibile aromaticit.

La Ale Red Moon ideata da Sausa, uno dei pionieri del fenomeno della produzione di birra artigianale in Italia, una tipica english strong ale: buona persistenza della schiuma e una complessit aromatica che diparte dai toni luppolati e di malto fino alle pi gradevoli punte di cioccolato.

A confronto, l’Admiral si distingue per la particolare amarezza dovuta all’utilizzo di particolari luppoli vicino alla Manica in Belgio, normalmente utilizzati pi dai birrai britannici: regala un amaro pi gradevole, accentuato dall’utilizzo di malti aromatici e dalla cottura pronunciata. Unica in Italia in questo genere.
Andrea Pendin

Oldani, La Brisa, Squisito: c’ birra per te

Birra nel piatto sostenuta da cuochi dautore e gastrofestival filo-birra, dicevamo.
Vediamo cosa offre il prossimo cartellone.
Dopo i
fratelli Portinari, Moreno Cedroni e Claudio Sadler alle prese con le nuove declinazioni di Birra Moretti, quelli che seguono sono i giorni di Pilsner Urquell, antichissima chiara ceca a bassa fermentazione, iper-versatile anche come ingrediente tra gli ingredienti. Da oggi fino al 21 si far la fila al DO di Cornaredo anche per la Zucca al cucchiaio, insalata di arancia, finocchi, salsa di Pilsner Urquell e ricci di mare di Davide Oldani.

Alla Brisa di via Brisa, Milano, 02.86450521, ecco invece oggi e domani un intero menu ancora a base PU preparato da Antonio Facciolo: Crema di patate alla birra con piccole verze ripiene di speck e gamberi, Cannellone con ricotta di bufala,asparagi e olive taggiasche, olio al prezzemolo; Faraona cotta nella birra con insalata di fagiolini alle nocciole, Piccola selezione di formaggi piemontesi con gelatina di birra e Terrina di nocciole con gelato al pistacchio.

Quanto ai festival, incuriosisce il battesimo brassicolo a
Squisito 2008, prossima edizione dal 30 maggio al 2 giugno, delle birre de La Piazza dei Mestieri di Torino, laboratorio di opportunit che sforna grande cioccolato e due birre niente male: la Bitter, ale ambrata di tradizione inglese, corpo sorprendente e un amaro piacevolissimo e la Klsch, ale chiara come da tradizione di Colonia (citt): malto pronunciato, taglio secco, molto beverina. A San Patrignano sar una gioia assaggiarla, soprattutto abbinata a piatti che non eccedono in sapori nascondi-tutto.
GZ


( Fonte IDENTITA’ di VINO )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.