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UNA VERTICALE DI DOM PERIGNON

I protagonisti della serata: gli champagne Dom Pérignon con le note di degustazione di Richard Geoffroy, Chef de Cave proprio di Dom Pérignon



Dom Pérignon Vintage 2003

Dopo un inverno particolarmente freddo, secco e rude, le gelate primaverili dal 7 al 11 aprile rimarranno per sempre nella mente dei viticoltori della Champagne. L’estate – la più calda da 53 anni – esordisce però con un caldo torrido. Quello che si era miracolosamente salvato dal gelo e dalla grandine dovette resistere alla morsa del caldo fino alla vendemmia. Il raccolto fu perfettamente maturo e sano, paragonabile a quello dei mitici 1947, 1959 e 1976.

Al naso

Il bouquet si evolve in una spirale in cui la dolcezza floreale e luminosa sfuma verso la mineralità accattivante, tipica di Dom Pérignon: il frutto candito, il vegetale, l’incredibile freschezza della foglia di canfora per immergersi infine in una trama oscura, tra spezie e legno di liquirizia.

Al palato

A questo stadio, il vino è ancora fisico. Interpella, sollecita, più tattile e vibrante che aromatico. È costruito più sul ritmo e la frattura che non sulla melodia. Ti avvolge in un velo di dolcezza per poi rivelare una verticalità minerale. Questa presenza profonda e incisiva persiste ancora e ancora, precisa, nobilmente amara, iodata, salina.

Dom Pérignon Rosé 2000

L’anno 2000 è mite, ma il mese di luglio è caratterizzato da temperature più basse della media e temporali frequenti, con consistenti quantità di pioggia e grandine. Le prime degustazioni rivelano che le uve Chardonnay vendemmiate per ultime sono morbide, ampie e complesse; le Pinot Noir lunghe e strutturate. A differenza delle vendemmie precedenti, le due qualità di uva presentano un’omogeneità qualitativa, quell’omogeneità che conferisce al Dom Pérignon Rosé Vintage 2000 il suo equilibrio classico ben definito.

Colore

Il colore è sorprendentemente profondo e forte, con riflessi ambrati e ramati. Paradosso sorprendente, questo vino rosé non è mai veramente rosa. Deve la profondità dei suoi riflessi quasi orientali alle sue sfumature uniche.

Al naso

Le prime note floreali lasciano immediatamente il passo all’amarena e alla scorza di agrume candita, accompagnati dal cacao e qualche nota fumé.

Al palato

La struttura impeccabile rivela al palato il suo classicismo perfetto. La sensazione dominante è quella di un vino equilibrato, coerente e integrato. Un vino fruttato sorprendentemente brillante, polposo e fruttato. Dapprima robusto, poi via via più tattile infine sciropposo, con una sottile nota agrodolce.

Dom Pérignon Rosé Magnum 1996

L’annata è stata ricca di contrasti. Il tempo estivo era capriccioso e i periodi di pioggia non hanno compensato l’iniziale siccità. In ultima analisi, è stato il periodo di grande caldo nei mesi precedenti la vendemmia (l’inizio della quale è stato protratto dal 16 settembre al 1 ottobre) a conferire l’eccezionale maturità al raccolto, caratterizzato da un raro equilibrio tra potenza e acidità.

Colore

Rosa ramato con riflessi arancione chiaro.

Al naso

L’aroma di malto cede rapidamente il passo a quello di frutta molto matura, pesca noce e fragole selvatiche, completato da accenti affumicati e torbati.

Al palato

Seguendo il paradosso caratteristico del vintage, concentrazione e movimento rivaleggiano tra loro con un’affermazione di sfrontatezza e autorità. Gli aromi evolvono con forza – contratti, radiosi e penetranti. Il retrogusto è deciso, sottolineato da una nota leggermente vanigliata-speziata.

Dom Pérignon OEnothéque 1996

L’anno è ricco di contrasti e l’estate variabile, con periodi più piovosi che non riescono però a controbilanciare la precedente scarsità di precipitazioni. Nel mese precedente alla vendemmia (16 settembre) il caldo e i venti di nord-est portano infine alla maturazione dell’uva.

Al naso

La pralina si combina rapidamente con il cedro e i fichi secchi. Emergono poi le note più nascoste, iodate e torbate.

Al palato

Un apparente paradosso, in cui concentrazione e movimento gareggiano per imporsi. Un vino dalla struttura tesa e decisa, che contiene per un istante la sua energia quasi tattile, per poi lasciarla vibrare e infine esplodere. La sua opulenza si impone allora con persistenza, incisività e persuasività.

Dom Pérignon OEnothéque 1990

I vigneti nei quali le gemme sono sbocciate anticipatamente, sono esposti alle dure gelate del mese di aprile. Il tempo freddo e piovoso rende la fioritura difficile e solo il gran numero e la dimensione generosa dei grappoli compensano le perdite. L’estate è caldissima e si mantiene fino all’arrivo delle abbondanti piogge degli ultimi giorni che precedono la vendemmia (tra l’11 e il 20 settembre).

Al naso

Le caratteristiche aromatiche di questo vino sono l’intensa espressione di una maturità classica in cui emergono sentori di tostato, nocciola, cioccolato e spezie.

Al palato

Alle note complesse di torrefazione e di spezie boisée si uniscono rapidamente quelle di zucchero d’orzo e di scorze di limone essiccate. In bocca, la ricchezza è penetrante, senza opulenza, tutta armonia e precisione. La persistenza di agrumi canditi si afferma e si fonde al palato, delicata come la seta.

 
( Fonte Altissimoceto )
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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.