L’allarme dal palcoscenico del Vinitaly di Verona da Federvini e Confagricoltura: si va verso l’imballaggio unico che sarà una bottiglia da 0,75
Il vino rischia di dover dire addio alle bottiglie magnum, ai formati speciali tanto amati dai collezionisti come dai semplici wine lovers. Perché come se non bastasse l’offensiva anti alcol che tante preoccupazioni sta provocando ai produttori italiani anche dalla nuova proposta di regolamento Ue che punta a modificare la direttiva sugli imballaggi sembra non venire nulla di buono per il vino italiano ed europeo.
L’allarme dei produttori
È l’allarme che sarà lanciato dal palcoscenico del Vinitaly di Verona nel pomeriggio di lunedì 3 aprile in un incontro organizzato da Federvini e Confagricoltura. «Una delle parole d’ordine contenute nella proposta di regolamento sugli imballaggi che e sta creando grande apprensione nel mondo del vino – spiega il direttore di Federvini, Vittorio Cino – è il termine ‘standardizzazione’ che prevede una sostanziale uniformità di imballaggi nei diversi settori. Nel vino si va verso l’imballaggio unico che sarà una bottiglia da 0,75 improntata inoltre minor uso di vetro possibile. Questa prospettiva rischia di mettere fuori gioco i formati speciali del vino come le bottiglie magnum annientando quello che per il vino è un fondamentale strumento di marketing.
Ma, in secondo luogo, questa normativa rischia di mettere in difficoltà anche quelle produzioni che hanno puntato su bottiglie caratterizzanti come, ad esempio, la celebre anfora del Verdicchio o il fiasco del Chianti ancora in voga su alcuni mercati”.Ma non solo. La progressiva riduzione del contenuto di vetro nell’ottica del nuovo mantra che è quello della minimizzazione del packaging rischia di mettere in seria difficoltà anche l’universo degli spumanti. «Per lo spumante metodo classico – aggiunge Cino – quindi mi riferisco in Italia alla Franciacorta ma anche al Trento Doc o all’emergente Alta Langa la bottiglia non è semplicemente il contenitore ma è anche uno strumento di affinamento del prodotto che matura appunto in bottiglia.
E’ un tassello importante del processo produttivo. In più lo spumante ha bisogno di contenitori in grado di tenere la pressione dovuta alla presenza di anidride carbonica. Le bottiglie di spumante sono più pesanti per questo perché occorre uno spessore maggiore del vetro che altrimenti rischierebbe di rompersi. Tutti requisiti che non si conciliano con l’obiettivo dell’alleggerimento delle bottiglie».
Ma le insidie nascoste nel nuovo regolamento sugli imballaggi non riguardano solo l’obiettivo della standardizzazione. «Altro tema al quale fare attenzione – ha aggiunto il direttore di Federvini – è quello del riuso. La direttiva punta a fissare degli obiettivi di riuso che non sono a livello di paese ma di singola azienda. Come faranno le tantissime Pmi italiane, tra l’altro fortemente export oriented, ad assicurare obiettivi di riuso dei contenitori spediti in paesi lontani?
Il rischio forte e che mentre ancora non si sono ridimensionati gli effetti dell’escalation dei costi (del vetro, delle materie prime, dell’energia e dei trasporti) registrata nel 2022 già si pongono le basi per una nuova fiammata dei costi produttivi a carico delle imprese. E’ fondamentale che nel corso della discussione vengano inseriti emendamenti alla bozza di regolamento altrimenti c’è un elevato rischio di andare incontro a nuovi problemi. Senza contare il rischio, in presenza di norme così controverse, che si vada incontro a una applicazione difforme da paese a paese all’interno dei confini comunitari. Speriamo che le istituzioni se ne facciano carico e riescano a spiegare a Bruxelles i rischi per il mondo produttivo italiano ed europeo».
( Fonte IlSole24Ore )
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