VERSO UNA CERTIFICAZIONE CHE ABBRACCIA DENOMINAZIONE, IMPRESE E TERRITORIO
(Verona, 4 aprile 2023). La sostenibilità come metodo produttivo, indicazione etica e opportunità per riposizionarsi sui mercati e rispondere a un consumatore sempre più esigente e attento all’ambiente, alla filiera e alla responsabilità sociale ed economica. A tracciare la rotta del vino sostenibile ci ha pensato questa mattina nello stand della Regione Marche a Vinitaly l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt), definito dal suo stesso presidente, Michele Bernetti, “unico caso in Italia come esempio di aggregazione in grado di mettere a sistema 16 denominazioni, e per questo di offrire ai nostri 519 soci collocati nelle province di Ancona, Macerata e Pesaro Urbino opportunità grazie all’attività di tutela, promozione, ricerca scientifica e analisi di mercato”.
La sfida della sostenibilità in un territorio come quello marchigiano è forse agevolata, riconosce Bernetti, perché “la superficie vitata convertita a biologico è fra le più alte in Europa”.
E il biologico, insieme agli aspetti della sostenibilità, rappresenta oggi una leva di acquisto particolarmente solida, come spiega Evita Gandini, senior project manager di Nomisma. “Quasi 7 consumatori su 10 indicano l’essere sostenibile come caratteristica particolarmente importante nella scelta del cibo in fase di acquisto – afferma Gandini – con una crescita di 5 milioni di persone rispetto alla precedente ricerca condotta nel 2021. Il 57% del campione intervistato mette al primo posto l’aspetto della certificazione biologica.
Una certificazione su più livelli. “Sono proprio i cambiamenti climatici e la possibilità di esplorare nuovi mercati, oltre a una sensibilità ambientale che da sempre caratterizza il territorio, gli aspetti che hanno spinto Imt a valutare un progetto dedicato al vino sostenibile – spiega Sandra Furlan, responsabile ricerca e sviluppo di Valoritalia, società incaricata di accompagnare Imt nel percorso di accreditamento -. Il progetto coinvolgerà le 16 denominazioni tutelate dal consorzio, tutte le aziende agricole e le imprese della filiera allo scopo di adottare un sistema di gestione della sostenibilità aziendale. Inoltre, saranno individuate due denominazioni pilota che serviranno da modello per tutte le altre”.