Home Comunicati Stampa Vulcania 2010 : Il Soave, la fucina segreta di Vulcano

Vulcania 2010 : Il Soave, la fucina segreta di Vulcano


 


 


 


 


 


Soave: il vulcano di ieri regala grandi vini oggi


 


La zona del Soave si conferma per importanza e valore, prima zona italiana per i bianchi vulcanici


 


Unicit dei suoli confermata dallUniversit Federico II di Napoli


 


 


 


Comunicato Stampa n31/2010 del Consorzio per la tutela vini Soave e Recioto di Soave


 


 


 


 


 


Quelli del Soave sono suoli unici, la cui origine vulcanica li contraddistingue da tutti gli altri terroir della medesima natura: sono infatti i pi antichi, generati 60 milioni di anni fa, da vulcani oggi ormai spenti. Questo lungo intervallo temporale di millenni ha permesso la creazione ed il consolidamento di un suolo unico nel suo genere, che oggi risulta particolarmente adatto allo sviluppo della vite, grazie ad un preciso scambio nutrizionale con la vigna che qui trova un habitat perfetto. Maturit del suolo e resistenza del medesimo su strati rocciosi, che generalmente favoriscono invece il suo assottigliamento, sono le caratteristiche guida dei terreni su cui cresce vigorosa la garganega, il vitigno autoctono madre del Soave.


 


Questo in sintesi quanto emerso nel corso di Vulcania, il forum internazione dedicato ai vini bianchi da suolo vulcanico, che si tenuto a Soave dal 14 al 18 giugno e che ha visto la partecipazione di esperti e docenti di settore italiani e stranieri, oltre che la messa in assaggio di oltre cento vini bianchi vulcanici provenienti da tutto il mondo.


 


Si tratta dei primi risultati dello studio realizzato dal Consorzio del Soave in collaborazione con lUniversit di Napoli Federico II, il CNR ISAFOM e Risorsa, diffusi nel corso della cinque giorni di Vulcania, un progetto per indagare i processi pedo-genetici e le propriet dei suoli sui basalti e sui calcari del Soave al fine di contribuire nello studio dei rapporti tra qualit del vino e caratteristiche pedologiche del territorio. Queste ricerche, ancora in corso, rappresentano una ulteriore fase di sviluppo della zonazione viticola che resta il passaggio obbligato per sviluppare una viticoltura che integri la qualit vini, il reddito del viticoltore, il paesaggio quale strumento primo di lavoro. La zonazione deve infatti  partire dalla conoscenza dei suoli, del loro rapporto con il clima, con la geologia e la geomorfologia, tenendo ben presente le  propriet di questi in funzione della vite.


 


 


 


Il Consorzio del Soave, in sinergia con Veneto Agricoltura, da due anni coordina in qualit di capofila il forum di Vulcania, nato sulla scia della positiva esperienza di Tutti i Colori del Bianco lappuntamento durante il quale si affrontava il tema della longevit nei vini bianchi rispetto al quale Vulcania rappresenta la naturale evoluzione e approfondimento tanto da individuare nei vini bianchi vulcanici una nuova categoria di indagine. Un impegno non casuale quello condotto dal Consorzio di Tutela dal momento che proprio il Soave, come successivamente emerso nel corso dei lavori, la prima zona viticola italiana di origine vulcanica per numeri, dimensioni e valore.


 


E una nuova tipologia quella dei vini bianchi vulcanici, introdotta non solo per catalogare i vini da un punto di vista tecnico-enologico ma anche economico. Numeri alla mano infatti emerso come, partendo dal Veneto, rientrino nella categoria vini bianchi da suolo vulcanico, importanti denominazioni con altrettanti corrispettivi in termini di bottiglie e controvalore.


 


Se analizziamo il sistema produttivo del Veneto emerge che circa ogni anno vengono prodotti 2.400.000 ettolitri di vino a denominazione di origine. Di questi il Soave, con i suoi 530.000 ettolitri, copre una fetta pari al 22%. Se oltre al Soave calcoliamo altri vini bianchi veneti da suolo vulcanico, vale a dire le doc Colli Euganei, Gambellara, Breganze e Lessini Durello, gli ettolitri di vino a denominazione salgono a 680.000,ovvero il 28% del totale.


 


In termini di vigneto, in Veneto, si tratta di poco pi di 7000 ettari coltivati quasi esclusivamente a bacca bianca (Garganega, Durello, Vespaiolo e Trebbiano) per una produzione media annua di circa 90.000.000 di bottiglie a fronte di un controvalore di oltre 300.000.000 di euro.


 


Tra i vini bianchi veneti di origine vulcanica il Soave corrisponde all80% della produzione regionale.


 


In ambito nazionale invece, allargando lattenzione non solo ai suoli di matrice vulcanica ma considerando anche i suoli da rocce ignee intrusive (graniti), troviamo tra le regioni pi rappresentative da nord a sud lAlto Adige, il Lazio, la Campania, la Sicilia e la Sardegna.


 


Complessivamente si possono stimare altri 700.000 ettolitri di vino, non solo bianco, prodotti su questi suoli per unulteriore superficie vitata di quasi 16.000 ettari.


 


Ottime anche in questo caso le performance dei vini bianchi da vitigno autoctono quali Vermentino, il Carricante, il Fiano, la Falanghina, tutte eccellenze presenti in degustazione a Vulcania.


 


In base alle stime effettuate quindi se il Soave sfiora la quota dell80% quando parliamo di vini bianchi veneti da suolo vulcanico, esso assume un chiaro ruolo guida anche a livello nazionale, piazzandosi al primo posto per valore e quantit , col 40% sul totale, tra i vini bianchi italiani prodotti su suolo vulcanico.


 


 


 


 


 


 


 


Ufficio Stampa Consorzio Tutela Vini Soave e Recioto di Soave:


 


Lucia Vesentini


 


328.4961031 045.7681578 – press@ilsoave.com


 

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.