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A MENFI E MARSALA, FRA LE VIGNE


La donna dai capelli al vento 
con il sapore dell’uva


I cannoli e la ricotta pescata calda con il mestolo Scorribande


Il vino ha il senso delle civilt e le tramanda. L’antica e misteriosa Inycon (o Inico) era gi famosa per l’eccellenza del vino negli scritti di Stefano di Bisanzio: Inycon, pi o meno la moderna Menfi, era uno dei principali centri dei Sicani, popolo altrettanto misterioso. Sia Tucidide che Dionigi di Alicarnasso sostenevano che i Sicani fossero originari della penisola iberica e dopo una prima sistemazione nella parte orientale della Sicilia, travolti dagli elementi (le eruzioni dell’Etna) e dall’ostilit (le guerre con i Siculi), traslocarono nella zona occidentale sistemandosi tra due fiumi: l’Hypsa (oggi Belice) e l’Halycos (oggi Platani). Acqua, terra fertile, il mare a creare una corrispondenza amorosa di profumi e sapori tra questo lembo meridionale di Sicilia e l’Africa. Il frutto di queste colline che digradano verso il mare era gi il preferito di Giulio Cesare, giura Plinio il Vecchio. Ogni anno, a giugno, Inycon il nome di una grande festa del vino nella piazza di Menfi su cui arriva, leggero e benigno, il vento salmastro che rende particolare l’avventura dei vigneti. Eccone alcune.



Tra le colline di Contessa Entellina, Gabriella Anca Rallo accoglie gli ospiti tra gli alberi di jacaranda e carrubo sotto cui si rinfrescava Claudia Cardinale, ospite di questa villa. Siamo immersi in uno dei vigneti di Donnafugata, nome che rimanda alla fuga della regina Maria Carolina, moglie di Ferdinando IV di Borbone che si rifugi quaggi inseguita dai soldati di Napoleone. La sua storia rivive nel logo aziendale, una testa di donna con i capelli al vento. Fu Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nel Gattopardo, a offrire il nome di Donnafugata ai possedimenti di campagna del Principe di Salina che accolsero la regina in fuga. Il disegno del palazzo del Principe rende indimenticabile (insieme con profumo e gusto del vino) l’etichetta dello splendido rosso Mille e una notte.


Le terre sicane, itinerario a grappolo. Partendo da Planeta con il suo progetto che intreccia la pi antica tradizione enologica siciliana a una ricerca dei vitigni internazionali pi importanti interpretati da un territorio che li marca in maniera inconfondibile; passando per Mandrarossa, prodotto di punta della Cantina Settesoli, cooperativa di 2.300 soci, famiglie dove lo spirito dell’ospitalit qualcosa di tangibile, come la ricotta calda pescata col mestolo dalla pentola e l’effluvio di cannoli sotto il pergolato; per finire (ma gli esempi sarebbero tanti) con PianadeiCieli, piccola (30 ettari di vigneto con 40 mila bottiglie l’anno) ma emozionante cantina che la famiglia Giambalvo acquist nei primi anni del ‘900. Annalisa, che ora mi fa da guida, mi racconta che, nel 2004, per dare nuovo impulso alla produzione e vinificare in proprio parte delle uve aziendali, la casa di campagna delle sue estati di bambina venne trasformata in cantina. Il nome, per, sempre quello e deriva dalla collina su cui sorge la tenuta che fu dote, nel 1862, di una nobile fanciulla sposa di un barone.


Mi lascio cullare da queste storie di cultura, di vino, di umanit nel mare (bandiera) blu di Porto Palo. Affacciato sulla lingua di sabbia c’ il ristorante Vittorio e, oltre la collina, il Vigneto. Uno a pranzo e uno a cena, per non fare torti.


( fonte Corriere.it )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.