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Addio a Elie de Rothschild di Chateau Lafite

Insegn al mondo
che il vino Chateau Lafite ha anche un’anima


PARIGI (6 agosto) – Il vino dei re in Francia in qualche modo legato anche al suo nome, dopo che Elie de Rothschild nel 1946 aveva preso in mano l’antica azienda di famiglia e l’aveva riportata ai vertici. Il decano del ramo francese dei Rothschild morto a 90 anni in Austria, vicino ad Innsbruck, nella sua tenuta di caccia per un attacco cardiaco. Elie e suo fratello Alain erano stati fatti prigionieri nella seconda guerra mondiale dai tedeschi mentre combattevano per la Francia ed erano riusciti a fuggire dai campi di concentramento. Elie si era sposato con una sua amica di giovent, Liliane, assieme alla quale ha costruito una notevole collezione di dipinti tra i quali Rembrandt, Gainsborough, Dubuffet e Picasso. Impegnato nelle banche di famiglia, amico di Ali Khan, in rapporti di conoscenza anche con Gianni Agnelli, era stato per molto tempo assieme a Pamela Churchill; ma il suo nome era stato legato in Francia al rilancio di un’etichetta mitica dell’enologia, quella dello Chateau Lafite Rothschild, duramente provata dagli anni della guerra.

La storia del Chateau Lafite e delle sue vigne risale al tredicesimo e quattordicesimo secolo e in vario modo emblematica della storia del vino di Francia. Ai primi del 1700 il vino di Lafite era venduto all’asta a Londra, dove pochi anni dopo il primo ministro Robert Walpole se ne faceva inviare una botte ogni tre mesi. Ma la Francia allora non si interessava ancora ai rossi di Bordeaux. Fu con Luigi XV che il Lafite divent il vino del re generoso, delizioso e comparabile all’ambrosia degli dei dell’Olimpo, ricordava un suo maresciallo.

Da allora lo Chateau Lafite entrato nella storia del vino di Francia. Ma con l’acquisto dell’antica propriet da parte dei Rothschild nell’agosto del 1868 che comincia l’epoca pi ricca di soddisfazioni, anche economiche, per i proprietari dei 74 ettari della tenuta: quell’anno una tonnellata di millesim valeva 6.250 franchi, 4.700 euro di oggi. Un’epoca d’oro durata una quindicina d’anni. Poi un alternarsi di periodi luminosi e di profonde crisi, fino all’arrivo di Elie, che si impegnato nella messa a punto della struttura, della produzione e dell’organizzazione dell’azienda, ma che si anche dedicato intensamente alla ricostruzione del mercato dei grandi vini, avviando i meccanismi delle associazioni e delle reti di diffusione non solo del prodotto ma anche della sua anima, intesa come storia e come diversit dagli altri vini. Oggi parleremmo di immagine e di marchio: un’intuizione vincente con molti anni di anticipo.

negli anni del suo impegno che avviene l’apertura dei mercati degli Stati Uniti e la ripresa globale dei mercati dei vini pregiati; era stato un presidente americano, Thomas Jefferson allora ambasciatore della giovane repubblica presso la Corte di Versailles, il primo estimatore ufficiale degli Usa. Nel 1787 aveva voluto visitare le aree di produzione dei grandi vini del bordolese, annotando le sue preferenze e mettendone ai vertici anche il Chateau Lafite. Un amore che non abbandon mai, neppure quando torn in patria, restando un fedele cliente.


( Fonte Il Messaggero )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.