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Attilio Scotti: la Valtellina dei misteri enogastronomici

La denuncia del giornalista: ‘ Prima il caso Provinea, adesso il silenzio sul Bitto. Dove va l’immagine della Valtellina?’.


 


 


E mentre i produttori storici Valli del Bitto vanno diritti ed uniti verso il ricorso in sede comunitaria,  il Consorzio Tutela del Formaggio Valtellina Bitto & Casera  tace, come tacciono tutti in Valtellina, dalle istituzioni agli Enti preposti complice anche la stampa locale e nazionale che non dedica neanche una riga a questa Bitto Story che porter inevitabilmente ripercussioni negative nel mondo delle Dop e sul piano della credibilit e dell’immagine. E spunta anche il “taroccamento” dei pizzoccheri, piatto Re della Valtellina: sempre pi formaggio molle tedesco di pessima qualit (a costi ridicoli, fila tanto ma insapore) al posto del nobile Casera dop previsto dalla ricetta originale. Valtellina felix dove vai?


 


Archiviata (si fa per dire) la telenovela Provinea e che ha visto all’improvviso le strane dimissioni del suo Presidente e Direttore (rispettivamente Triacca e Faccinelli)  che avevano coraggiosamente portato avanti una difficile battaglia per l’inserimento dei terrazzamenti vitati valtellinesi  tra i “patrimoni dell’ umanit” UNESCO  insieme alla Rhtische Bahn (ferrovia Tirano Saint Moritz,Albula).  Alcuni soci Provinea hanno dato le dimissioni , si profilano querele e, si dice, aleggiano malumori anche tra i Soci del Consorzio Tutela Vini, (di cui Provinea era una emazione).


 


Ora scoppia il caso Bitto, il mitico “formaggio perenne” , famoso in tutto il mondo. In breve: la querelle ed il motivo del contendere. Da una parte l’Associazione Produttori Valli del Bitto da anni si batte affinch ” la produzione artigianale di questo formaggio venga rispettata nella sua totalit, e che in alpeggio non vengano somministrate  agli animali che producono il latte nessun tipo di mangime e che nella lavorazione del formaggio non siano presenti i fermenti, solo cos si pu arrivare per il Bitto ad una straordinaria attitudine all’invecchiamento ed a quel sapore inconfondibile che l ha reso famoso” e chiede al Ministero una sottodenominazione di indicazione geografica all’interno della Dop.


 


 


 


 


Dall’altra parte il Consorzio di Tutela Formaggi Valtellina Casera e Bitto (che vuole estendere la parola Bitto a tutta la provincia di Sondrio ,  introduzione di mangini al pascolo ed uso di fermenti lattici industriali nella lavorazione,)  e  il Ministero delle Politiche Agricole.  Sorprende  sopratutto che il Consorzio di tutela di quel formaggio ha lasciato cadere l’invito del MiPAAF  (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali) ad una mediazione che favorisse il recupero  della piena legittimit dei produttori storici i quali, dopo aver dato le dimissione dal Consorzio  (2005) erano stati costretti- dal Ministero – a marchiare le loro forme di formaggio non pi con il nome Bitto ma con il solo nome dell’alpeggio accompagnato dalla dicitura  “Presidio Slow Food”.


 


Ne consegue che ai produttori storici non resta che una sola via di uscita: quella di presentare alla Commissione Europea un ricorso attentamente circostanziato o azione legale attinente con conseguente decisamente traumatiche.


 


E se la Commissione Europea terr nel giusto conto storia, metodologie produttive ed indebito allargamento oltre all’area di produzione originale, la BITTO STORY non potr che portare al mondo  delle  DOP italiane  una serie  di ripercussioni negative sul piano dell’immagine e della credibilit.


 


Ma anche i mitici  pizzoccheri, piatto Re della Valtellina sono a rischio. La ricetta originale (codificata e depositata dall’Accademia del Pizzocchero di Teglio e che risale a secoli fa) e che prevede l’impiego di formaggio Casera dop giovane  come ingrediente base di questo piatto, viene con molta scelleratezza e leggerezza evasa  da numerosi ristoranti (soprattutto in alta Valle) a favore di  un pessimo formaggio molle tedesco, che fila molto bene ma assolutamente insapore (encefalogramma piatto), venduto a prezzi concorrenziali,  per non dire scontati di oltre il 60% del costo di un Casera giovane. ( da camioncini mordi e fuggi, come anni fa si vendeva prosciutto crudo taroccato ). 


 


Ma c’ di pi, ed molto triste: in  alcune sagre popolari del pizzocchero che si tengono in Valtellina ed altrove questo formaggio sconosciuto, fuori da ogni logica, va per la maggiore.


 


 


 


 


Attilio Scotti


 


attilioscotti@bluewin.ch


www.attilioscotti.com


 


 

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.