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Aziende sotto attacco degli hacker

“Dacci 30mila euro altrimenti ti avveleniamo il vino”.

 

 

Viticoltori e imbottigliatori di acqua vittime di un’aggressione informatica: in due giorni un centinaio di imprese hanno ricevuto mail minatorie con richiesta di soldi. “Altrimenti mettiamo il cianuro nei prodotti”. Si indaga per tentata estorsione.

La minaccia è quella che non ti aspetti, la più drammatica, così assurda e sconvolgente da farti seriamente prendere in considerazione di pagare il riscatto, pur di salvare la vita a migliaia di persone. Le più importanti aziende vitivinicole e imbottigliatrici d’acqua italiane sono state bersaglio di un anonimo gruppo di hacker: nell’arco di due giorni, un centinaio di mail aziendali hanno ricevuto la stessa, allarmante, missiva. Poche righe per dire se non avrebbero pagato immediatamente 30 mila euro in criptovaluta, i loro prodotti sarebbero stati avvelenati con il cianuro. Un progetto criminale non così impossibile, a detta degli esperti, che ha allarmato gli imprenditori, molti dei quali si sono immediatamente rivolti alle forze dell’ordine.

Ad oggi le denunce arrivate a carabinieri, polizia e guardia di finanza sono state un centinaio e la procura di Roma ha aperto un’inchiesta contro ignoti per tentata estorsione, dando l’incarico al Centro nazionale anticrimine informatico della polizia postale di risalire al mittente.

Secondo una prima ricostruzione, pare che la nuova minaccia per l’Italia potrebbe essere ancora una volta di matrice russa, proprio come accaduto ai sistemi informatici della Regione Lazio. Non sarà facile rintracciare gli hacker, che hanno la possibilità di servirsi di indirizzi server all’estero per camuffare la loro reale provenienza, ma non ci sono dubbi sul fatto che si sia trattato di un attacco su vasta scala ben organizzato, per mano di esperti.

Inutile dire che davanti a una minaccia simile non si possono sottovalutare le intenzioni degli autori: come riporta Il Messaggero ( https://www.ilmessaggero.it/italia/cianuro_vino_acqua_minerale_bottiglie_veleno_aziende_italiane_hacker_minacce_news-6227465.html  ) alcuni amministratori delegati erano così spaventati da aver già deciso di pagare gli hacker pur di evitare la catastrofe, ma la polizia li ha fermati. In realtà non si sa ancora con precisione quanti siano stati i destinatari, se alcune mail sono finite nello spam o se effettivamente qualcuno ha ceduto al ricatto o ha deciso di non denunciare.

Ma come afferma il rapporto Cybereason Global Ransomware Study , l’80% di chi paga rischia un secondo attacco, nella metà dei casi da parte degli stessi che hanno fatto il primo. Il 66% di chi è stato vittima di attacchi informatici ha avuto perdite economiche, il 53% lamenta un danno d’immagine per la propria compagnia, il 29% una riduzione della forza lavoro e in un quarto dei casi l’attacco ha portato alla chiusura dell’azienda. E come dimenticare l’incubo acquabomber che all’inizi del 2000 se ne andava in giro iniettando ammoniaca nelle bottiglie d’acqua con una siringa, creando una vera psicosi? La caccia agli hacker è aperta.

( Fonte Repubblica )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.