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Convegno Terra dei Forti : le conclusioni

Lenologo Flavio Salvetti ha sintetizzato la Terradeiforti, territorio vitivinicolo racchiuso geograficamente tra i comuni veronesi di Dolc, Rivoli Veronese, Brentino Belluno e quello trentino di Avio, con questa definizione: Un armonioso insieme di diversit.

Una definizione azzeccata che il Consorzio Tutela Vini Terradeiforti ha racchiuso in un modello che ruota attorno ai vitigni autoctoni come elemento di crescita per uno sviluppo economico incentrato sul filone agricolo, naturalistico, artigianale e turistico.

Questo lo spunto del convegno Autoctono, Biodiversit, Programmazione e Qualit territoriale: il modello Terradeiforti, organizzato dal Consorzio Tutela Vini, svoltosi alla cantina Armani di Dolc e che ha aperto la manifestazione enogastronomica Storia e Sapori tra borghi e castelli in programma nel borgo di Dolc fino a domenica.

Lincontro, moderato da Gianfranco Caoduro presidente della World Biodiversity Association, ha evidenziato un territorio, la Terradeiforti, come una vallata dalle infinite potenzialit incuneata tra Lessinia e Baldo.

Noi siamo inseriti tra due grandi massicci, il Baldo e la Lessinia ha spiegato Caoduro – quello della Lessinia presenta specie animali che sono presenti solo qui. La biodiversit umana si espressa sul territorio attraverso lutilizzo stesso del territorio. La presenza umana ci ha lasciato segni fondamentali che dobbiamo tutelare. A questo massiccio contrapponiamo quello del Baldo, che presenta segni umani minori: sul Baldo abbiamo specie endemiche nonch flora e fauna straordinari. Il Monte Baldo circa un millesimo della nostra Italia, eppure qui troviamo il 40 per cento delle farfalle presenti in Italia nonch il 60 per cento delle orchidee. LItalia il Paese pi biodiverso a livello europeo.

Biodiversit che, in Terradeiforti, si lega ad una viticoltura che costituisce la risorsa primaria di questo territorio in cui non mancano processi in corso per una sua sempre maggiore valorizzazione.
Lassessore provinciale alla Politiche Agricole Dionisio Brunelli, nel portare il saluto della Provincia di Verona, ha evidenziato il legame col consorzio tutela vini attraverso il lavoro di zonazione svolto in collaborazione con il nostro istituto provinciale di San Floriano nellambito di una sempre maggiore qualit vitivinicola.

Il sindaco di Dolc, Luca Manzelli, ha posto laccento sul legame vitigno autoctono-territorio. Ci che sta avvenendo a Dolc ha affermato il primo cittadino un passaggio verso un modello turistico, agricolo, naturalistico e sportivo di sviluppo che si sta affermando. In questottica il riconoscimento della Doc Terradeiforti-Valdadige un tassello imprescindibile a patto che il vino venga venduto in simbiosi col proprio territorio che evidentemente ne costituisce un valore aggiunto.

Qualit vitivinicola che, in Terradeiforti, emerge attraverso la coltivazione di 1.300 ettari di vigna da parte di 1000 viticoltori e 20 cantine, di cui due sociali. Se nel 1950 la produzione si fondava per oltre il 50 per cento su vitigni a bacca nera, di cui il 61 per cento era coltivato ad Enantio, oggi la situazione si capovolta. Spicca il Pinot Grigio che copre il 51 della produzione, seguito dallo Chardonnay col 17 per cento, il Valdadige Rosso col 19, il Valdadige Bianco col 17, la Schiava col 3 per cento.

Il presidente Paolo Castelletti ha evidenziato la necessit di fare sistema: Da parte nostra dobbiamo sviluppare, in simbiosi con tutti i soggetti che vi operano, una programmazione territoriale che continuer a fondarsi sulla coltivazione nella vigna: quasi tutte le famiglie, 10mila abitanti in 4 comuni, lavorano nei vigneti. Non ci sono insediamenti industriali: larretratezza sofferta dalla popolazione, oggi potrebbe pagare sotto il profilo della biodiversit. Autoctono e biodiversit: sotto questo profilo abbiamo recuperato dallestinzione due vitigni a bacca rossa che rischiavano lestinzione: lEnantio ed il Casetta. Li abbiamo tutelati attraverso una nuova Doc, Valdadige-Terradeiforti, in un territorio diviso sotto tutti i profili. E in corso un importante lavoro di selezione clonale con listituto di San Michele allAdige la Provincia di Trento e di Verona attraverso lazienda di sperimentazione di San Floriano. Non solo. Nel 2001 costituimmo una cabina di regina, composta dai quattro sindaci, due presidenti di Comunit Montana ed operatori da cui nacque il progetto Terradeiforti: da frontiera a cerniera. In questo sistema la vigna ed il vino sono elemento preponderante. Sarebbe interessante, dopo alcuni anni, riprendere quel progetto, attualizzandolo.

A Dolc era presente lonorevole Guido Tampieri, sottosegretario del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, a cui il presidente Castelletti si rivolto come rappresentante delle istituzioni in campo agricolo. Mi rivolgo alle istituzioni ha proseguito Castelletti – manca un vero progetto nazionale di ampio respiro teso a valorizzare lautoctono. E necessario fare ordine nella viticoltura italiana per catalogare e risolvere il problema delle false sinonimie e omonimie. Non solo. Ci sono difficolt a livello amministrativo tra Regione Veneto e Provincia Autonoma di Trento non perch non vogliano dialogare ma per i diversi modi di lavorare. Qui particolarmente sentito anche il problema del federalismo fiscale, vissuto dai comuni veneti con grande sofferenza.

Ilaria Goio, docente del Dipartimento di Economia dellUniversit degli Studi di Trento, ha inserito il modello Terradeiforti nella globalizzazione dei mercati. La globalizzazione ha spiegato la dottoressa Goio – un processo multiforme che avviene con caratteri e velocit diverse: favorisce le frontiere, il commercio e la competitivit. Favorisce la standardizzazione, diminuendo le produzioni di nicchia e di qualit. Per contro queste possono rispondere attraverso prodotti identitari, prodotti che si legano ad un aspetto del proprio territorio, diversificandosi dagli altri e staccandosi cos da una standardizzazione sempre pi diffusa.

Secondo la dottoressa Micaela Vettori delle Relazioni Territoriali dellIstituto Trentino di Cultura Fondazione Bruno Kessler il passaggio in avanti questione di stili di vita. In un mercato di concorrenza mondiale, dove il trend del gusto e le piattaforme dei prezzi sono definiti da meccanismi che sfuggono al nostro controllo territoriale e nazionale dobbiamo acquisire strumenti pi sofisticati di quanti bastavano fino al pur recente passato. Si possono riassumere nel termine Cultura, nel senso espresso dal Consiglio Europeo che a Lisbona, nel 2003, defin lobiettivo per lEuropa di diventare modello di una societ basata sulla conoscenza. In quel termine cultura trovano posto gli strumenti per la concorrenza guidati dal marketing di prodotto e di processo ma anche strumenti per la competitivit guidati dal marketing territoriale. Conoscere le proprie radici, la storia dei fatti e le storie degli uomini e le vocazioni ed i caratteri pedoclimatici, che presiedono leconomia, la nuova piattaforma su cui costruire le strategie del futuro. Assumere la consapevolezza dei punti di forza e debolezza, nel confronto lucido col resto del mondo, consente una programmazione strategica che valorizza prima di tutto se stessi. Riconoscere loriginalit, tra le espressioni autentiche del territorio, e riuscire a dar loro segni riconoscibili il metodo vincente. Dare segno di stile allanima pi profonda ed autentica della propria terra nella valorizzazione dei suoi frutti il nuovo atto damore che oggi ci richiesto. Nella fattispecie i viticoltori della Terradeiforti si devono convincere che Enantio e Casetta possono costituire elementi didentit territoriale senza la presunzione di pensare che sia la panacea economica di questo territorio. Le statistiche dicono che chi va a Trento si ferma al Mart di Rovereto, impiegando un paio dore del proprio tempo. Quindi proseguono per Trento dove li attende altri richiami. Il Mart non costituisce lelemento portante delleconomia trentina anche se vi si fermano 100mila persone allanno che lo visitano, costituendo comunque un importante valore aggiunto cittadina e, quindi, nella stessa economia trentina.

Filiberto Semenzin, assessore al Parco della Comunit Montana della Lessinia, ha affermato: La promozione di un territorio non pu che passare attraverso il richiamo dei prodotti che lo caratterizzano. Fondamentale il loro abbinamento. Abbiamo promosso il marchio del Parco, abbinato ai prodotti tipici che nascono in quel territorio attraverso un percorso condiviso con le realt economiche locali. Un percorso che deve legarsi alla programmazione territoriale. E fondamentale codificare in norme urbanistiche, come previste dalla legge regionale, precise linee per uno sviluppo sostenibile e durevole.

Lonorevole Guido Tampieri, sottosegretario del Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, nel concludere i lavori, ha evidenziato la necessit di preservare lautoctono e la biodiversit italiana, intesa come la cultura della differenza, partendo da presupposti culturali: Credo che lepoca dei processi limitativi sia finita, lagricoltura italiana seguir linee diversificate a seconda del territorio, dei prodotti, del tipo di economia. Non si sta in un solo modo sui mercati. LItalia ha una fragilit strutturale in quanto siamo uno Stato piccolo e quindi tutto pi piccolo rispetto ai processi di straordinaria accelerazione e dipendenza per fare fluire le merci verso i mercati. Tuttavia pi facile diversificare in Italia a cui il Ministero guarda con una politica di risposte alle domande dei consumatori. Quando parlo di biodiversit, la prima da preservare quella culturale, la comprensione che la biodiversit siamo noi ed il suo venire meno fa venire meno una o pi condizioni che ci appartengono. Credo che dobbiamo puntare sulla cultura della differenza. Aggiungo che dal punto di vista economico sono in atto processi di omologazione. La globalizzazione crea un grande fiume: se noi stiamo al centro del fiume con la nostra fragilit, ci facciamo travolgere. Nostro obiettivo nelle anse del fiume. Mi riferisco ad unagricoltura polifonica, non esistono le nicchie in un mondo da 6,5 miliardi di persone. La questione organizzarci per andare in quei luoghi, tanti mercati sono lontani. Se non abbiamo aerei cos grossi, se cio non riusciamo a riempire un container con 20mila bottiglie per azienda perch il 70 per cento delle cantine italiane ne produce meno, dobbiamo portare sulle portaerei il maggiore numero di aerei pi piccoli nella fattispecie il maggior numero di cantine possibile – al di l delloceano. Come? Facendo sistema, altra, grande pecca del nostro Paese: pi facile accordarsi a livello transnazionale che porre le basi per intese regionali. La diversit diventa ricchezza se siamo in grado di fare una sintesi in un sistema. Inutile fare uffici di rappresentanza di Lombardia od Emilia Romagna a Shanghai: si tratta di uno spreco di risorse perch Shanghai non conosce lEmilia, dobbiamo puntare sul marchio Italia.

Al termine del convegno la giornalista Elisabetta Tosi ha coordinato, nella cantina Armani, una degustazione vietata di vini scomparsi provenienti dalla collezione di vecchi vitigni in via di estinzione dellIstituto Agrario di S. Michele allAdige e dalla Conservatoria di Albino Armani. La conservatoria, piccolo vigneto sperimentale impiantato nel 2003 ha spiegato Albino Armani il luogo della memoria viticola della nostra terra. Vi sono allevate con cura 12 variet autoctone di vite in via destinzione che, fino a qualche decennio fa, costituivano per buona parte il patrimonio viticolo della Vallagarina. Dei vitigni presenti, sia a bacca bianca che rossa, citiamo la peverella, la vernazza, la turca, la negrara, la corbina e la corbinella, oltre al casetta. Abbiamo microvinificato i pochi grappoli di ogni filare con cura certosina ed oggi proponiamo allassaggio questi archeovini rarissimi. Scopriamo quali erano i sapori ed i profumi che sentivano i nostri avi; sar come aprire un vecchio scrigno e se conterr un tesoro o solo piccole cose, poco importa. La curiosit e lo stupore per i sapori del nostro passato sono la vera ragione di questo lavoro.


Per informazioni:
Massimo Ugolini
3493994131


Considerazioni Winetaste


Non piu’ tardi di due anni f qualcuno mi ha sorriso in faccia, quando affermavo che questa valle doveva puntare suoi suoi vitigni antichi, quali l’enantio. Ora con grande soddisfazione vedo che il tempo mi ha dato ragione, si organizzano convegni e si sta andando in quella direzione che avevo consigliato.


A tal proposito potete leggere il mio articolo dal titolo : Enantio principe delle due Valli, al link:


https://www.winetaste.it/ita/anteprima.php?id=1627


Buona lettura


Roberto Gatti


Giugno 2007

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.