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Cucchia Fest 2011









Scritto da Maurizio Artusi   
Marted 23 Agosto 2011 23:02











CucchiaFest2011 1Un vassoio di ‘cucchie’Tutto gira intorno ad un particolare biscotto: la “Taralla di Gratteri“, dolce tipico locale la cui origine si perde nella notte dei tempi, essa preparata con uova zucchero, farina e molto olio di… gomito! Ingredienti e lavorazione sono simili ai savoiardi che si trovano anche in altre parti della Sicilia, ma quelli di Gratteri sono diversi, morbidi, soffici, con quel buon odore di uova che le caratterizza. Tantissimi anni fa, quando ancora a Gratteri non esistevano le brioches, ma il gelato gi chiedeva un nuovo modo per essere mangiato, qualcuno fece di necessit virt, usando le abbondanti taralle, da sempre presenti in paese, per racchiudere un dolce cuore freddo al loro interno, creando cos la  “cucchia“, termineopportunamente accorciato ed italianizzato derivante dal verbo dialettale “incucchiare”, cio unire, in questo caso riferendosi ai due biscotti col ripieno nel mezzo.


Questa la storia di un biscotto e della sua evoluzione oggi, invece, dalla fervida fantasia di Dario Drago e dalla sua “Associazione Simbiosi“, dai molteplici campi di interesse, nata una vera festa che celebra la Cucchia, giunta gi al suo secondo anno. Come a volte capita, sono le iniziative intraprese quasi per gioco che poi sorprendono per originalit e gradimento del pubblico e il Cucchia Fest  proprio una di queste. Il territorio quello delle Madonie, Gratteri  il primo paese che si incontra salendo da Lascari, vicinissimo alla rinomata Cefal, situato ad un’altezza di circa 700 metri ed il paese che ha ospitato i due giorni di gastronomia della manifestazione, sugellati poi dal convegno cui anche io ho partecipato il 19 Agosto 2011.


CucchiaFest2011 2Maurizio Artusi commenta il piatto di Juri BellomoIl convegno, moderato dalla giornalista Annalisa Ricciardi,ha visto gli interventi di esperti ed amministratori locali. Dopo l’introduzione di Dario Drago, gli argomenti toccati sono stati vari: l’appassionato e auspicato ritorno alla terra di Franco Pecoraro, fiduciario dellaCondotta Caccamo Himera Monti Sicani, la promozione del latte crudo della Soat di Collesano raccontata da Maria Concetta Catalano, la promozione del territorio dellaSoat di Castelbuono rappresentata da Maria Luisa Virga, l’enogastronomia con validit sociale dell’Assessore Gianni Ferrauto ed infine il commento, da parte mia, dei piatti preparati dagli chef Juri Bellomo e Angelo Matassa. Il primo aveva preparato un tortino di couscous allo zafferano con salsiccia secca di Gratteri, anelli di cipolla di L’Uortira fritti e crostino di pane all’origano sempre locale, anch’esso fritto. Angelo, invece, aveva presentato una sua rivisitazione delformaggio all’argentiera, caratteristico del palermitano, il classico caciocavallo in padella con origano stavolta impreziosito dalla cipolla locale e completato da un crostino di pane panato con uovo e fritto.


Oltre alla gi menzionata Taralla di Gratteri, ho scoperto anche la cipolla gigante di L’Uortira, molto simile alla pi famosa Giarratana, con la quale essa condivide, oltre alle ragguardevoli dimensioni, la dolcezza ed il rischio di estinzione, infatti, viene coltivata solo da 4 contadini, tutti situati nella contrada che ha anche dato il nome all’ortaggio. Gratteri, paese con poco pi di 1.000 abitanti, conta anche due ristoranti di recente apertura, che si rivolgono soprattutto al turista e al capoluogo di provincia pi vicino: Palermo. Il caratteristico nome Re Bef“, del primo dei due locali in questione, deriva da una nota filastrocca dialettale che inizia proprio con “re bef, viscotta e min”, in esso lo chef Juri Bellomo coniuga raffinatezza e territorio con ottimi riscontri di pubblico. Pi rustico, ma legato intimamente alla terra ed al luogo dove di trova, il secondo ristorante chiamato “Il Berillo“, del quale ho raccolto l’invito a degustare alcuni piatti. Il Berillo un minerale che allo stato puro dovrebbe essere incolore, ma si sa, la natura capricciosa ed molto facile contaminare qualcosa di puro creando, in base al colore, le pietre preziose conosciute col nome di smeraldo e acquamarina. Dario Drago, anche in questo caso, ha messo la sua: approfittando della presenza del particolare minerale nelleimmediate vicinanze del ristorante, appena fuori dal paese, di concerto con lo chef e titolare Angelo Matassa, ha suggerito il nome “Il Berillo” che cos diventato un altro punto di riferimento per il viandante di Gratteri. Angelo ha le idee molto chiare su quello che vuole realizzare da “grande”, per lui l’attuale locale rappresenta uno strumento per conseguire i suoi scopi. Angelo ha in mente un piccolo locale di poche decine di coperti, in luogo delle centinaia dell’attuale location, dove poter coccolare ancora meglio i clienti che, devo dire, gi adesso possono trovare nei suoi piatti la piacevolezza dei sapori di una volta. Angelo, gratterese D.O.C., ha un passato lavorativo trascorso tra Parma e Genova, dove grazie alla sua passione per i rally, ha avuto la possibilit di coronare una delle sue pi importanti ambizioni: cucinare per i campioni del volante, e anche della moto come ad esempio Valentino Rossi.


CucchiaFest2011 3Il maiale di Angelo Matassa: cotto a puntinoAngelo mi ha deliziato con i suoi antipasti ma soprattutto col suo pane, fatto nel locale stesso, e con un filettino di maiale, tagliato spesso e sapientemente cotto, impreziosito dalla solita cipolla di L’Uortira ma con pochissimi condimenti e grassi, con un contorno di patate al forno dall’esplosivo sapore di rosmarino di montagna, erba profumatissima, dal sapore quasi mentolato, un aroma decisivo per la trasformazione in un contorno eccezionale una gi ottima patata al forno. Dulcis in fundo ho assaggiato una rivisitazione della Testa di Turco, dolce tipico di Castelbuono a base di crema di latte e sfoglia che, con alcune piccole varianti, viene preparato anche in altre localit siciliane e, ovviamente, anche Gratteri ne ha una sua versione. Ottima la carta dei vini, con etichette di cantine piccole, a volte sconosciute ai pi, ma dall’ottimo rapporto qualit prezzo. In conclusione, quella di Angelo una cucina onesta e sincera, senza pretese, che operando alla luce del sole non nasconde nulla nella pietanza, con pochi condimenti ma ricca di sapori, con quelle sue erbe, sempre pronte a schizzar fuori dall’angolo del piatto, per stuzzicare il naso ed il palato del commensale.






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( Fonte Maurizio Artusi- Cucina Artusi )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.