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Da Montefalco al Trentino boom fermentazioni vino in anfora ( la nuova moda ndr )

In cantine biologiche e per la prima volta in distilleria

 

( la bottaia di Filippo Antonelli a Montefalco )

 

– ROMA – Non solo botti e barrique, nelle cantine italiane e nelle distillerie per la grappa è un fiorire di anfore in terracotta e ceramica utilizzate per la fermentazione dei mosti in alternativa al legno. Ad abbracciare questa tecnica, un tempo esclusiva dei vini naturali made in Georgia e di un distillato molto popolare in Cina, il baijiu per i quali si usano anfore interrate, sono oggi i grandi nomi del vigneto italiano, dalla sarda Santadi al produttore di Sagrantino di Montefalco Filippo Antonelli che hanno avviato questa sperimentazione.

 

Mentre sono già in produzione l’azienda agricola Gravner di Oslavia (Gorizia) e la distilleria di Nogaredo (Trento) Marzadro che ha fatto da apripista nel settore degli spirits presentando ”Anfora”, una grappa affinata per dieci mesi in contenitori di terracotta. ”Ne nasce una idea inedita, mai provata nel mondo della distillazione – sottolinea Stefano Marzadro, proprietario e responsabile dell’azienda – che preserva la limpidezza della grappa bianca da vinacce delle uve del Trentino, unita agli aromi e ai sentori di una invecchiata, senza però i sentori del legno”.

 

Le anfore, ricordano i distillatori trentini Stefano e Alessandro Marzadro, sono i contenitori più antichi utilizzati dall’uomo per trasportare e conservare vino, olio, miele e altro cibo. Le anfore in distilleria sono un blend di materiali che giungono da Impruneta, località toscana nota per la lavorazione di ceramiche e terracotta. Altro polo produttivo di ”argille intelligenti” è nel savonese con la Clayver che fornisce una cinquantina di aziende vinicole, anche estere.

 

Proprio il mix di artigianalità e arte enologica ha convinto Filippo Antonelli ad avviare una microproduzione di Sagrantino in anfora. ”Certifichiamo biologico dal 2012 – sottolinea il viticoltore Antonelli, che ha 49 ettari di vigneti tra Montefalco e Bevagna – e per i rossi usiamo solo lieviti naturali. In batteria sono arrivati ora i vasi in terracotta e ceramica, entrambi porosi, che certamente non soppianteranno le botti in legno ma hanno il vantaggio di non cedere sostanze”.

 

Fermenta in anfora interrata anche il vino realizzato con sole uve botritizzate di Ribolla dall’Azienda Agricola Gravner di Oslavia (Gorizia). ”Così è nato 8.9.10 – conclude Joško Gravner – che è frutto delle migliori uve di tre vendemmie: quella del 23 novembre 2008, quella del 12 novembre 2009 e quella del 15 novembre 2010. Poi affinato in piccole botti di rovere e imbottigliato con luna calante nel luglio 2015, senza chiarifica né filtrazione”.

 

 

( Fonte ansa.it )

 

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ed ai maggiori concorsi italiani.