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I FONDI DI BOTTIGLIA

 


 


Riprendo un post pubblicato sul Blog dell Espresso, dove stata condotta una degustazione del giorno dopo , ovvero due colleghi degustatori si sono  avventati sui resti delle bottiglie stappate la sera prima, proprio come gli avvoltoi. Ma mai come in questo caso il naso c lo avrei messo pure io, anche il giorno dopo ed avrei fatto lavvoltoio .


Ricordo anche una mia favolosa serata, trascorsa a Saint-Emilion, dove le bottiglie sul tavolo non erano cosi datate, ma la qualit era la stessa, al link:


https://www.winetaste.it/ita/anteprima.php?id=3529


Buona lettura


Roberto Gatti


 


 


Fondi di bottiglia


Ovvero larte di arrangiarsi con gli avanzi


 


Poche sere fa si svolta in un noto ristorante di Roma una serata stratosferica e inarrivabile, durante la quale stata stappata pi o meno la met dellintero patrimonio mondiale di bottiglie depoca: per intenderci, i vini pi scarsi erano Cheval Blanc 1934 e Clos Fourtet 1945. Tra i partecipanti, chef tristellati, collezionisti, grandi degustatori, uomini daffari.


 


Non ero, ahim, tra i fortunati commensali. Ho avuto per la ventura di capitare il giorno successivo nel suddetto locale, che ancora scintillava di una debole luminosit residua, come dopo unapparizione. Con laiuto del sommelier (che un amico e un collaboratore), ho quindi potuto mettere il naso su qualche rimanenza, vale a dire nelle bottiglie lasciate dopo il sontuoso banchetto. Era con me il giovane collega Francesco Falcone, che a sua volta ha approfittato della rara eventualit.


 


I convenuti, evidentemente debordati da tanta grazia, avevano lasciato un quarto di bottiglia l, un fondo di bottiglia l, addirittura una mezza bottiglia ancora pi in l. Apprestandomi a ruspare tra i residui liquidi, mi tornata alla mente una bella scena di un film poco conosciuto, per me tra i migliori che abbiano un soggetto enogastronomico, Tampopo : un gruppetto di barboni vivacchia nei vicoli vicino a un grande ristorante, e assaggia quello che trova tra i rifiuti; una sera cpita loro di pescare una mezza bottiglia di Pichon Lalande 1979, che viene degustata e commentata con sorprendente professionalit (buona, ma i tannini sono un po immaturi, o qualcosa di simile).


 


Bene. Quelli che seguono sono alcuni appunti di assaggio, da prendere ovviamente con molti benefici dinventario per la notevole ossigenazione, per usare un eufemismo, subita dalle bottiglie. Le note sono di Francesco, che esordisce nella nostra sezione interventi, precedute da un curriculum scritto da lui medesimo.


 


F.R.


 


 


 


Delle dieci bottiglie provate, solo quattro non si sono conservate al meglio per colpa dellossigeno: Clos Fourtet Saint Emilion 1945, Chteau Laville Haut Brion 1947, Angelus 1934, Lafaurie-Peyraguey Sauternes 1923. Per le altre sei ho tentato di mettere ordine ai miei emozionali e parecchio confusi appunti dassaggio. Non vi nascondo che i ricordi sono certamente pi lucidi e comprensibili delle mie note di degustazione.


 


Hermitage La Chapelle 1978 Jaboulet: rispetto agli altri un giovane scalpitante che non ne vuole saperne di placare la sua esuberanza. Saturo e vivo al colore, profuma di prugne disidratate e cuoio, pepe e sottobosco. In bocca grasso, carnoso, copre e spinge, possiede succo, penetrazione, e profondit tannica. Cento centesimi di Robert Parker.


 


Dom Prignon 1966: le tavole degli esperti raccontano di unannata tanto piccola a Bordeaux e in Borgogna, quanto eccezionale e longeva in Champagne. Tutto vero, direi: non mi sarei mai aspettato un vino di questo calibro dopo venti ore e passa di ossigeno e quarantadue anni di et. Fantastica la dolcezza del frutto, sotto controllo il carattere ossidativo, tonica e carnosa la bocca. Impressionante la persistenza.


 


Coule de Serrant 1947: se i Circestensi decisero di fare vino alla Coule de Serrant quasi mille anni fa non sar stato certo per un capriccio spirituale. Questo 1947, nonostante una notte di ossigeno e quasi sessantanni di bottiglia, conferma il talento di quel terroir e la tridimensionalit di questo bianco, sempre un po riflessivo, ma miracoloso per la tenuta nel tempo. A parte un velo di ossidazione peraltro mai sopra le righe, resinoso nei profumi (floreale, mieloso, appena fum), e ancora completamente appagante al palato, senza cedimenti strutturali.


 


Vieux Chteau Certan 1945: Contiguo a Ptrus, ma diametralmente opposto nelluvaggio visto che qui lapporto di cabernet franc supera il 30%, Vieux Chteaux Certan 1945 me lo porter per sempre nel cuore e nel palato. Ha conservato un colore e una concentrazione impressionanti. Sembra ancora incredibilmente giovane. Esplosivo, carnoso e infinitamente ricco di dettagli. Da morirci.


 


Cheval Blanc 1934: il veterano del gruppo se si esclude il Sauternes finale. Non mi ha segnato come un superbo 1982 assaggiato di recente, ma stato certamente lassaggio pi emozionante della giornata. Perch, nonostante lannata non proprio eccezionale (molto abbondante, solo di buona qualit dicono gli esperti), e nonostante tutte le botte prese in venti ore di ossigeno, le sbavature sono minime: levoluzione porta i profumi sul cuoio e su un sottobosco nobilissimo, donando crema e distensioni a tannini di gran classe. Una classe da veterano, appunto.


 


Lafaurie-Peyraguey 1928: cera anche Lafaurie-Peyraguey 1923 nel gruppo, ma non valeva lassaggio di questo stupefacente 1928: unannata eccellente che si conferma alla prova del tempo. Ottantanni di evoluzione ben portati: in prima battuta ricorda un vecchio Oloroso per via dellossidazione e di un carattere quasi salmastro poi le rifiniture lo riportano a casa: ancora nitidi i profumi di arancia confit e di spezie dolci e tutta godere la bocca, farcita con generosit dal grasso della muffa e addolcita con misura dallo zucchero della tipologia.


 


( Fonte Blog Espresso )


 


Per visualizzare la foto originale al link: 


http://vino.blogautore.espresso.repubblica.it/files/2008/07/fondi-di-bottiglia2.jpg


 

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.