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La Maremma promossa da Winespectator bibbia dell’enologia mondiale

La Maremma, a due passi da Pisa, è stata promossa da Wine Spectator, bibbia dell´enologia mondiale


 


Sulle ali della concorrenza il business degli scali minori fa rotta verso l´America


I collegamenti diretti con le mete più impensabili stanno rivoluzionando i cieli E le nuove low cost intercontinentali promettono un´impennata dei passeggeri


 


«Il volo diretto della Delta Airlines per New York ci apre le porte degli Stati Uniti, che per la Toscana valgono un potenziale di 350.000 passeggeri, per la metà solo sulla città di New York. In quattro mesi abbiamo avuto tutto pieno. E´ la scommessa sulla nuova tendenza, i voli punto-a-punto, diretti, a livello intercontinentale». A Pier Giorgio Ballini, amministratore delegato della Sat, società aeroporti toscani, non si può certo negare la capacità di intuire in anticipo dove va il mercato. Il suo aeroporto è considerato un modello di business per aver puntato tutto e al momento giusto sulle compagnie aeree low cost. Nel 1997 ci facevano scalo solo quattro compagnie, tra cui British Airways e Alitalia. Oggi ne ospita ventidue. Prima si volava solo verso Londra e Monaco. Oggi da Pisa si raggiungono cinquantatré destinazioni europee, più l´America. Secondo le ultime rilevazioni del Certet-Bocconi, l´osservatorio che effettua un continuo monitoraggio sul settore, è l´aeroporto italiano che è cresciuto più di tutti. Una rincorsa che l´ha portato dritta in Borsa, con ricavi e profitti in salita. E´ diventato, agli occhi dei viaggiatori, la porta d´ingresso principale in Toscana. Pisa e non Firenze, come sarebbe naturale. Anche Firenze cresce, e porta a casa utili. Ma Pisa è diventata la terza base per i voli internazionali e nazionali della Ryanair, e ha richiamato via via altre compagnie, a cominciare da easyJet. Merito delle strategie di marketing: «Abbiamo stretto accordi che garantivano continuità di business e che giustificassero politiche di investimento comuni». Gli scali medi si fanno la concorrenza a colpi di sconti e incentivi, per attirare nuove compagnie, aumentare i voli, portare turisti, alberghi, affari. Una rivoluzione che fa crescere le ricchezze locali e sta cambiando il mondo ma anche le regole dell´economia. Nel 2003 Michael O´Leary, amministratore della Ryanair, aveva dovuto sospendere i collegamenti tra Stansted (Londra) e Strasburgo, per l´apertura di un´inchiesta che lo accusava di prendere sussidi illegittimi. Oggi, quella stessa strategia di incentivi, «co-investimenti verso un comune obiettivo di profitto», è diventata una prassi, seguita dalle stesse compagnie di linea che un tempo lo denunciavano.


Arrivano prima i bagagli che i passeggeri. Il più delle volte si va piedi fin sotto la scaletta. Negli aeroporti cresciuti con i voli discount non esiste neanche la carta di imbarco, ma solo una scheda di plastica che viene ritirata prima di salire a bordo. Un modo di viaggiare più disinvolto. Che è diventato la leva della crescita di Bergamo Orio al Serio, che è riuscito ad attirare compagnie e passeggeri che non volevano passare per Malpensa. Bergamo, negli ultimi quattro anni ha registrato un incremento dei passeggeri del 319%, diventando il quarto scalo italiano. Roma Ciampino, lo scalo secondario della Capitale, con il 415% di incremento è diventato il quinto, dopo Napoli che invece ha tassi di sviluppo molto più lievi. Treviso, cuore dell´economia del Nord-est, ha segnato un 150% di crescita, posizionandosi nella classifica del Certet-Bocconi, solo due posti dietro a Firenze, da cui la separa Lamezia Terme. Forlì il 311%. Mete diverse, che segnalano come i voli low cost non portino solo turisti ma anche passeggeri d´affari. Persino Palermo e Catania hanno conquistato il ruolo di aeroporti rilevanti del mercato low cost, insieme a Pisa e Napoli. La gente vuole partire sotto casa e arrivare a destinazione. Catania, sulle ali della Windjet, vettore a sconto dell´imprenditore siciliano Antonino Pulvirenti, proprietario del Catania Calcio, copre un network di dodici città, tra cui Parigi, Madrid, Barcellona, Pietroburgo, Mosca e Oslo.


Ora gli accordi Opensky, l´ultimo grande passo verso la liberalizzazione del mercato, aprono un nuovo fronte di battaglia per gli scali secondari: le rotte a lungo raggio. Una rotta intercontinentale costa soldi, tempo, organizzazione. Nessun vettore si metterebbe da solo ad aprire nuove linee in ogni scalo. Il grande mercato dei voli diretti da un continente all´altro si può attaccare solo con un delicato intreccio di alleanze. E già oggi non bisogna per forza passare per i grandi hub per andare in Usa. Si parte per New York da Bologna, Lamezia Terme, Napoli, Palermo. Ancora una volta, l´iniziativa è partita dai vettori. Le compagnie aeree americane, fino a due anni fa sull´orlo del fallimento, si sono inventate la strategia di collegare direttamente le destinazioni più impensabili. Hanno spostato gli aerei dalle rotte domestiche, prese d´assalto dalla Southwest – la compagnia che ha inventato il modello di business low cost – e dalle sue sorelle. E li hanno riposizionati su altre rotte intercontinentali. La Delta Arlines, per esempio, che ha come direttore finanziario Domenico De Sole, già uomo di punta della Gucci, si è accordata con Pisa e Venezia. Ha visto giusto. La Maremma, a due passi da Pisa, è stata promossa da Wine Spectator, bibbia dell´enologia mondiale, la meta più glamour d´Italia. E l´aeroporto fa il pieno. Ora tutti guardano con attenzione al futuro, allo sviluppo dei voli low cost intercontinentali, per intercettare il nuovo traffico, contendersi i nuovi vettori. I primi due sono partiti. Zoom, con base a Ottawa, in Canada, e l´americana Flybespan. Ma si stima che ci vorranno ancora almeno due anni perché le low cost europee, come Ryanair, possano compiere il grande passo.


Una cosa è certa: le previsioni di traffico di Assoaeroporti per i prossimi dieci anni ipotizzano una crescita del volume dei passeggeri di circa il 60%: uno sviluppo che sarà più marcato negli aeroporti minori, che prevedono un incremento del 76%. Per sostenere questo incremento servono adeguamenti e sviluppi infrastrutturali che, sempre secondo Assaeroporti, si possono quantificare in investimenti pari a 82,6 miliardi di euro. Cifre che, sempre secondo le stime, le società aeroportuali non saranno però in grado di sostenere. Il ritorno sul capitale è ai minimi rispetto alle altre società di gestione. E´ ancora bassa la quota di profitti che deriva dalle attività non avion, quelle commerciali, che al massimo arrivano al 50%. Mentre i costi delle attività aeoportuali, segnala sempre Assoaeroporti, sono tra le più basse d´Europa.


La carta delle alleanze risulta tanto più determinante. Ma mentre Roberto Formigoni chiede la creazione di un network, un sistema di aeroporti lombardi, dalla Gran Bretagna arriva il segnale che il mercato sta andando nella direzione opposta. L´autorità di vigilanza sul mercato inglese ha aperto un´inchiesta sulla Baa, la società di gestione degli aeroporti londinesi, per sospetto di abuso di posizione dominante. Un´inchiesta che ha spinto la Grupo Ferrovial SA, il più grande operatore aeroportuale del mondo – azionista di controllo della Baa con il controllo di ben sette aeroporti inglesi, a partire da Heathrow – a vendere uno dei tre scali di Londra. Ferrovial, seconda compagnia di costruzione spagnola, sta rivedendo il portafoglio di asset della Baa, acquisita poco tempo fa. E tra gli asset da dismettere, ritenuti non core, c´è anche quello di Napoli-Capodichino.


 


( Fonte La Repubblica )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.