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Nelle miniere con i “carusi” siciliani

Il film di Pasquale Scimeca celebra oggi la Giornata mondiale dell’infanzia


 



Oggi un pezzo d’Italia celebra la Giornata mondiale dell’infanzia con un film molto speciale, Rosso Malpelo, del regista siciliano Pasquale Scimeca, conosciuto dal grande pubblico per Placido Rizzotto. E’ un film sui carusi (i bambini minatori) tratto da una celebre novella di Giovanni Verga ma è soprattutto un mezzo per aiutare i piccoli minatori boliviani, a favore dei quali andranno gli incassi.


Rosso Malpelo è un bambino che lavora in miniera. Povero e malvisto per il colore rosso dei capelli, alla morte del padre è abbandonato anche dalla madre e dalla sorella. Rimasto solo al mondo, fa amicizia con Ranocchio, un suo compagno di lavoro. Ma Ranocchio morirà per una grave malattia e così Rosso Malpelo, convinto che ormai non ci sia più nessuno a cui importi nulla di lui, accetta di andare a lavorare nella galleria più pericolosa della miniera.


Il film è stato presentato alle Giornate del Cinema di Stresa del Grinzane Cavour ed ha già girato in 160 scuole italiane. Prodotto dalla Cooperativa Arbash, costituita dallo stesso Scimeca fuori dai canali della grande distribuzione (difficilmente troverà ospitalità nelle berlusconiane multisale Medusa ma anche nelle altre), è da ieri in quindici città italiane, il che non vuol dire che non possa essere visto anche altrove, se richiesto.


Rosso Malpelo, fortemente educativo e politicamente motivato, è un film emozionante per i messaggi che trasmette. Sostenuto dal ministero della Solidarietà Sociale «servirà – dice Scimeca – a dare cibo e fiducia anche se solo a una piccolissima parte dei 218 milioni di bambini che soffrono la fame nel mondo».


«Presto – racconta Scimeca – andremo in Bolivia nel Potosì, una regione mineraria come la Sicilia dell’interno, dove esisteva lo stesso dramma e dove abbiamo girato il film riaprendo una miniera. Andremo nella cittadina di Tocha, a 4800 metri d’altezza, per tirar fuori dalla disperazione mille bambini e garantire loro almeno per tre anni le cose fondamentali della vita: un pasto completo al giorno, la scuola e l’assistenza sanitaria. Lì purtroppo c’è un problema terribile di mortalità infantile che non è dovuto alle malattie ma soprattutto alla mancanza di antibiotici. In più fra tre anni devolveremo una parte degli incassi per un piano che riguarda le donne, le mamme di questi piccoli. E’ un progetto di microcredito: trecento euro l’anno ad ognuna di loro per sviluppare piccole attività di artigianato per andare avanti».


Scimeca non è nuovo al cinema di impronta etica e politica, anzi ne ha fatto la ragione del suo lavoro. «Mi è già successo – spiega – con Placido Rizzotto, che mi ha dato più soddisfazione. Rizzotto era un contadino-sindacalista ucciso per le sue lotte contro la mafia. Oggi esiste una cooperativa Placido Rizzotto che lavora sulle terre confiscate a Cosa Nostra nel Corleonese e produce la pasta ed il vino “Placido Rizzotto”, simboleggiando il pane e il vino la grande trasfigurazione di quel Cristo che s’immola per l’uomo. In Rosso Malpelo questa trasfigurazione è ancora più radicale perché è il film stesso che diventa pane, scuola e assistenza concreta per chi vive il dramma della fame e dello sfruttamento, e una speranza in più di vita».


Ma l’idea nasce da Verga e in un certo senso anche da Luchino Visconti. Per Verga Scimeca ha una passione antica. «Lo ritengo lo scrittore italiano più rivoluzionario. Ha rivoluzionato la lingua, ha introdotto nella letteratura il popolo con le sue miserie e i suoi drammi. L’altro motivo è più legato al rapporto con il cinema. Quando nel dopoguerra iniziò la grande stagione del neorealismo quasi tutti i grandi autori ebbero Verga come punto di riferimento. In particolare il grande Luchino Visconti che andò in Sicilia con l’idea di fare tre film, uno sui pescatori, uno sui contadini e uno sui minatori. Poi come sappiamo fece solo La terra trema. Io avevo già raccontato con Placido Rizzotto il mondo della civiltà contadina, mancava solo quello dei minatori: è Rosso Malpelo, anche se ho preso a prestito un pezzo de I capitani della spiaggia di Jorge Amado e del Pozzo dei pazzi di Franco Scaldati».


 


( Fonte Libertà )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

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