Home Comunicati Stampa Oikos di Fonzone, il Greco di Tufo da uve rare che migliora...

Oikos di Fonzone, il Greco di Tufo da uve rare che migliora “invecchiando”

Prodotto a partire da un clone molto raro, l’Oikos Greco di Tufo Docg è un bianco di lunga vita che fa presagire un’ottima evoluzione nel tempo. A svelarne i segreti è la famiglia Fonzone, proprietaria di una cantina sostenibile nel cuore dell’Irpinia

 

L’azienda

È una storia di amore, di passione e di famiglia. Il nostro progetto nasce a Paternopoli nel 2005, nel cuore dell’Irpinia, nell’areale Docg Taurasi. Proprio qui Lorenzo Fonzone, mio suocero, scoprì questo colle fantastico coltivato da più di 100 anni e decise con i suoi figli e con me di iniziare questo viaggio nel vino. Noi abbiamo scelto di diventare vignaioli e di farlo bene. I nostri vini sono come figli che abbiamo visto nascere, prima piantando le barbatelle nel 2005 e poi con la prima vendemmia utile che è stata la 2010.”

 

Silvia Campagnuolo Fonzone parla con entusiasmo della cantina-creatura di famiglia, nato grazie a un medico chirurgo e alla sua decisione di realizzare qualcosa di suo in un mondo amato come quello del vino. Trenta ettari nell’avellinese, un paesaggio di selvaggia bellezza e una dedizione ai vitigni autoctoni sono parte della ricetta di questa cantina che occupa quasi 2000 metri quadrati di superficie. Molto suggestiva, è frutto di un’idea architettonica moderna, quasi totalmente ipogea e integrata nel paesaggio in modo armonico.

 

Circa 12 ettari di Aglianico, 3 di Falanghina, 2 di Fiano d’Avellino e 1 e mezzo di Greco di Tufo caratterizzano in forma differente le otto etichette prodotte con un approccio realmente sostenibile sia in vigna sia in cantina. L’area geografica si trova nella sottozona dei Campi Taurasini e i vigneti dell’azienda si estendono su entrambi i suoi versanti, con differenti esposizioni e ad altezze che variano tra i 360 e i 430 metri sul livello del mare. Anche i suoli sono diversi, sia argilloso – calcarei sia con tessiture più sciolte origine sedimentaria. Due torrenti, il Fredane e l’Ifalco, influenzano un microclima che gode anche di forti escursioni termiche.

 

Il Vesuvio in linea d’aria non è distante da qui, così nel sottosuolo si trova polvere vulcanica, depositata nel corso dei secoli a seguito delle tante eruzioni. La tenuta comprende anche vigneti a San Potito Ultra, Parolise, Altavilla Irpina e Montefusco, dove si raggiungono anche i 650 metri di altezza. Continua Silvia: “Il fondatore Lorenzo Fonzone, oltre alla passione per il vino, ci ha trasmesso valori importanti come l’impegno, la precisione, l’ordine e il rispetto per la natura. Noi vogliamo fare tesoro di questi insegnamenti e seguire il solco che lui ha tracciato per poi trasmettere questa preziosa eredità ai nostri figli.”

 

In vigneto sono banditi i diserbanti e si praticano la lotta integrata e l’inerbimento con piante spontanee degli spazi interfilari: il terreno viene trattato soltanto con concimi organici e sovesci e le potature sono mirate a realizzare un carico di produzione molto ridotto. Il percorso dell’azienda verso la certificazione biologica è seguito da Luca D’Attoma, enologo che non ha bisogno di presentazioni, affiancato dal professionista di casa Francesco Moriano.

 

I vini

Tra i vini che abbiamo assaggiato, tutti di notevole personalità, ci ha colpito in particolare una delle due riserve di bianco, Oikos Greco di Tufo Docg, bevuta in anteprima nell’espressione della vendemmia 2020. Arriva da una vigna di Greco Antico di oltre 40 anni d’età ad Altavilla Irpina e Montefusco, da pendii ripidi tra i 650 e i 450 metri. Si tratta di un clone molto raro, con un acino più piccolo del tradizionale che dà un succo di maggiore concentrazione. Le rese sono molto basse e la combinazione di clima, terreni argillosi, tufacei e calcarei con le importanti escursioni termiche ne definiscono il carattere spiccato. Le uve sono raccolte a mano, selezionate e pressate in modo soffice.

 

La fermentazione e l’affinamento avvengono in botti grandi di rovere austriaco per 12 mesi, passati i quali il vino va per un altro anno in acciaio inox e poi in bottiglia per altri 12 mesi. Ancora molto giovane, presenta comunque un naso affascinante, di ragguardevole complessità. Delicati sentori iodati, mela gialla matura e spezie dolci con un suadente finale di fiori secchi.

 

Sebbene già molto piacevole da bere, è un calice che lascia presagire un potenziale espressivo ben prolungato nel tempo 3500 preziose bottiglie: “stiamo parlando di uve che troviamo fantastiche per struttura e composizione con cui vogliamo realizzare bianchi di lunga vita” conclude Silvia. La strada è quella giusta.

 

Indirizzo

Fonzone Winery

Località Scorzegalline, 83052 Paternopoli AV

Tel: 0827 173 0100

Sito Web

 

( Fonte  Reportergourmet .com )

Website | + posts

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.