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San Colombano al Lambro, tra le piu’ piccole e meno conosciute Doc d’Italia

S. Colombano, l’unico vino DOC di Milano

 

 

San Colombano al Lambro è un borgo pittoresco della Bassa Lodigiana, sito ai piedi della collina omonima tutta rivestita di vigneti e con un complesso di acque termali sulfuree e salso-bromo-iodiche, consigliate in particolare per le malattie dell’apparato digerente.

 

Benchè poco elevata (147 m. s.l.m.) la collina con i suoi dolci pendii offre condizioni ottimali per la produzione di un vino apprezzato per le sue caratteristiche ed i riferimenti storici parlano di un vino di qualità che nasce dal laborioso rapporto fra la professionalità dell’uomo e la divina vocazionalità del territorio, premiato nel 1984 con il riconoscimento di zona a DOC

 

L’antica tradizione enologica è supportata dalla presenza del Consorzio Volontario Vini D.O.C. San Colombano che dal 1987, davanti al notaio Oscar Laganà, 18 produttori, titolari delle più importanti aziende dei paesi collinari, firmarono l’atto di costituzione per tutelare, valorizzare e difendere la produzione ed il commercio del vino a denominazione di origine controllata. Compie inoltre attività promozionale e di rigoroso controllo sia amministrativo che chimico-organolettico sui vini dei produttori associati, premiandoli a garanzia della qualità, dopo il superamento dell’esame di controllo, con il contrassegno del Consorzio raffigurante il Santo Colombano.

 

L’attuale località di San Colombano, al tempo dei Romani, era un’importante “stazione fluviale” , con il nome di “Lambrum” (collegava il Mare Adriatico con il centro della Pianura Padana). La posizione strategica, legata alle caratteristiche ambientali, ne fece un paese importante e terra di conquista, che subì invasioni e distruzioni. Fu cittadina imperiale sotto Federico 1° detto il Barbarossa, il quale ne distrusse la fortezza nel 1158 e ne avviò la ricostruzione, completata dai Visconti, che diventati Signori di San Colombano, iniziarono la bonifica del territorio, favorendo l’attività agricola.

 

Il vino divenne un prodotto nobile ed economicamente rilevante. San Colombano passò in seguito agli Sforza e nel 1529 agli Spagnoli per la conquista della fortezza da parte del Conte Belgioioso. Carlo V, Re di Spagna, premiò la brillante azione lasciando ai Belgioioso, il castello ed il feudo. La famiglia Belgioioso mantenne il possesso del castello fino al 1951, anno in cui morì l’ultima principessa. Attualmente il Castello è proprietà Comunale e oggetto di accurati restauri.

 

Oggi Vi scrivo di una azienda che non conosco personalmente, ma solo tramite alcuni dei suoi vini, che ho degustato :

 

Az. Agricola Guglielmini Giuseppe
Via del Nerone, 9 –

27010 Miradolo Terme (PV)

Tel. e Fax: 0382 77183
info@viniguglielmini.com

http://www.vinigulgielmini.com/

 

La storia al link : https://www.viniguglielmini.com/storia/

 

Vino San Colombano al Lambro Doc 2016 gr.13

 

 

Scheda Tecnica

Denominazione DOC

Tipologia Fermo

Zona di Produzione : Mirandolo Terme

Uve Base Barbera, Croatina e Uva Rara

Gradazione Alcolica 13 % vol.

Note sensoriali

Visive Rosso porpora

Olfattive Profumo di piccoli frutti e marasca

Gustative Vivace e morbido

Temperatura di servizio 17°-20 °C

Accostamenti Carni rosse ed insaccati

 

Note di degustazione di Roberto Gatti

 

 

L’uvaggio è pressochè lo stesso della Bonarda dell’Oltrepò Pavese, ma in percentuali diverse delle varie uve :

"San Colombano al Lambro" o "San Colombano" Rosso:
        croatina: 30-50%;
        barbera: 25-50%;
        uva rara: fino ad un massimo del 15%;

mentre per la Bonarda dell’Oltrepò :

  • Croatina: dall’85% al 100%; – Barbera, Ughetta (Vespolina), Uva rara: congiuntamente o disgiuntamente, fino a un massimo del 15%.

Rosso rubino chiaro, limpido e brillante ; naso fruttato, franco, netto, di bella soddisfazione : ciliegia e mirtillo ;

in bocca è equilibrato, tannini bene integrati, giustamente caldo, ritorna la frutta rossa, invitante, buona materia prima e vinificazione impeccabile.

Un vino “ di vigna “, in quanto anche dopo molti giorni dalla stappatura, mantiene inalterate le proprie peculiarità organolettiche.

Lunga la persistenza finale, un vino da considerare

Ottimo 88/100

Roberto Gatti

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.