Home Curiosità Una accattivante raccolta di 13 racconti tra fantasia e tradizioni ragusane

Una accattivante raccolta di 13 racconti tra fantasia e tradizioni ragusane

Al Feliciano Rossitto l’opera di Giuseppe Tumino

 

 

Ragusa – Cinquanta pagine che racchiudono fantasia e tradizioni ragusane: al Centro Studi Feliciano Rossitto il presidente Guiorgio Chessari ha a presentato il libro di Giuseppe Tumino da anni cultore di storie a tradizioni locali.

 

Sono tredici racconti che si aprono con una storia “quasi” poliziesca imperniata su una avvincente storia che ha per protagonista il neo-carabiniere Lippo, una storia quasi d’altri tempi che alla fine vede il protagonista in pensione dopo una onorata carriera che lo aveva portato dopo sei anni di servizio promosso a carabiniere semplice, dopo 14 anni appuntato, dopo 16 anni riceve la croce d’argento per finire la carriera con il grado di appuntato scelto.

Gli altri dodici racconti percorrono storie e personaggi della terra ragusana, quella vera delle campagne dominata dalle figura carismatica del “massaru”, ed ogni racconto è impreziosito da citazioni e termini gergali che mettono a nudo la ragusanità di un tempo oggi quasi sconosciuta alle nuove generazioni.

 

Tuffarsi nella lettura dei racconti di Tumino costituisce senza ombra di dubbio una sorta di “full immersion” per percepire l’eco di un passato che sembra lontano, ma non lo è poi così tanto. Dalla vita di un carabiniere – come sopra accennato – alle prese con la mafia, ai metodi delle spigolatrici per la raccolta delle spighe da cui ricavare il frumento dell’annata che doveva bastare per tutta la famiglia. Immagini di persone, fatti, ambienti che sono stati anonime testimonianze di un eroismo in sordina, solidi e fondamentali come i mattoni che creano un palazzo imponente che è la storia di questa terra , che è poi la storia stessa del nostro Paese.

La Ragusa degli anni Cinquanta è la Ragusa di un altro tempo, un altro mondo e, forse, di un’altra umanità.

Da allora tutto è cambiato, tutto è stato come travolto dal ritmo frenetico di una vita moderna difficile da essere assorbita dai “saggi” di una volta: e gli attrezzi, le tradizioni, persino gli alimenti di allora, giacciono inermi e palpitanti tra le pagine di questo libro, che racconto dopo racconto ci introduce in un’epoca irrimediabilmente lontana. I sapori, i profumi, il calore del focolare domestico, la fatica del lavoro nei campi, le chiacchiere a fine giornata tra amici e parenti davanti a un buon bicchiere di vino, senza quel fastidioso sottofondo della tv, tutto sembra offuscato dalla inesorabile patina del tempo che tutto arrota e spesso calpesta lasciandi spesso un amaro in bocca e tanta nostalgia.

Tumino ci guida attraverso i campi assolati della sua Sicilia, tra le case dei massari, gli ambienti rurali inzuppati di odori, le piazze affollate di voci e sorrisi, simbolo di una comunità viva, solidale, genuina, lo scorrazzare per i campi dei sani bambini non smaliziati dall’era dell’informatica. Una lettura scorrevole, ricca di melanconia ma forse oggi più che mai necessaria per rivivere e far rivivere emozioni e tradizioni che vanno dissolvendosi come polvere al vento. Un‘opera vera raccontata con la semplicità e la spontaneità con cui si estrae dalla mente un ricordo autentico.

GiuseppeTumino nasce a Ragusa nel 1951 e nel 1974 consegue la laurea in Pedagogia: suoi scritti di vario argomento sono apparsi sulla rivista trimestrale “Pagine del Sud” edita dal Centro Feliciano Rossitto di Ragusa. Attualmente si occupa di storia locale e poesie dialettali: in corso di pubblicazione una interessante silloge

 

 

 

( Fonte ilgiornalediragusa.it )