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Tecnica, passione, intuito (e tanta pazienza): vi racconto come nasce un grande Champagne

In visita alla Maison Krug: dalla vigna di Clos du Mesnil, fino all’assemblaggio della nuova Grand Cuvèe, viaggio all’interno di una bottiglia.

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“Sono Olivier Krug e ho avuto il privilegio di aver cominciato a giocare in questo giardino 45 anni fa”. Sono le 9 del mattino di una giornata di splendido sole nella Champagne e il giardino è di quelli che non capita tutti i giorni di poter ammirare: la vigna del Clos du Mesnil, in pieno centro a Le Mesnil, nell’area della Côte des Blancs conosciuta nel mondo delle bollicine come la massima espressione della purezza cristallina dello Chardonnay.

Olivier Krug non è un tecnico, non è un enologo ma è l’ambasciatore del Krug-pensiero per gli appassionati e degli appassionati che incontra: pareri, critiche e suggerimenti che riporta ad un team di altissimo livello capitanato dallo chef de caves Eric Lebel e del direttore enologico Julie Cavil.

 

Ma non saranno questa vigna e lo straordinario ed esclusivo Champagne qui prodotto i protagonisti della giornata, sarà l’arte dell’assemblaggio e dell’interpretazione, la ricerca dell’equilibrio che sposta il proprio target sempre più in alto, nel plasmare un carattere inconfondibile: la Grande Cuvée.

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L’arte dell’assemblaggio

L’assaggio: una ossessione per Julie Cavil e il suo staff, l’unico vero sistema che consente di entrare in sintonia con la vendemmia appena effettuata e di carpirne l’essenza per interpretarla al meglio, nei suoi punti forti e deboli. E l’unico modo per capire come lo storico di annate di riserva consenta di arricchire, bilanciare, rendere unico lo champagne che verrà; che non dovrà essere perfetto, chè non è la ripetitività l’obiettivo della maison ma l’unicità dell’assaggio.

 

Un percorso che parte a Dicembre quando i vini sono ancora nelle botti e che vede confronti quotidiani, tasting, prove e percentuali che variano anche di un 0,1% fino a giungere, di fronte ai nostri occhi, sotto forma di un piccolo estratto dei circa 400 campioni testati (di cui 250 della 2017) di vin claires (basi non sottoposte alla seconda fermentazione per la spumantizzazione) da assaggiare per intuire il carattere dell’annata 2017 e di quali sono stati i millesimi che l’accompagneranno nel blend finale.

 

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Come è il 2017? In casa Krug un millesimo migliore per le uve a bacca bianca, certamente caldo, precoce, poco generoso per via della gelata di Aprile, con il ritorno delle piogge in Luglio e Agosto. La vendemmia fu anticipata al 25 Agosto per preservare l’acidità e la freschezza perchè gli aromi agrumati, ricercati come marchio inconfondibile della maison, erano già maturi: Krug fu la prima a raccogliere le uve, iniziando proprio da una porzione del Clos du Mesnil. Eccoli nei calici i 2017 degli Chardonnay di Clos du Mesnil, Les Jutées di Les Mesnil, Le Jardin, Trepail e Villers Marmory, dei Pinot Nero di Ay, Bouzy, Verzenay e Les Riceys Bugnon, dei Meunier di Saint Jacques e Courmars. A questi si sono aggiunti per l’annata 2013 i Pinot Nero di Sacy Le Joriel e Les Riceys Bugnon, i 2012 con il Pinot Nero di Verzenay e lo Chardonnay di Avize, il 2010 dello Chardonnay di Villers Marmory, il 2008 con il Pinot Nero di Ambonnay e per chiudere il 2006 lo Chardonnay di Les Jutées di Les Mesnil.

 

Nomi noti e meno noti per gli appassionati, all’atto pratico un viaggio tra vini profondamente diversi che spesso hanno visto più annate dello stesso village e della stessa vigna incontrarsi e completarsi, tra toni speziati e tinte colorate cangianti sia all’olfatto che al sorso, fino a giungere all’assemblaggio finale, la 173esima edizione della Grande Cuvée: un mosaico di 13 annate, scura, speziata, con il contributo marcato delle uve a bacca rossa (il 44% nel blend è da Pinot Nero, il 22% Meunier), segnata da un tratto floreale che lo collega rapidamente al Pinot Nero 2013 di Les Riceys Bugnon ma ogni singolo elemento dei 150 vini utilizzati (con il 31% di vini di riserva fino all’annata 2001), ha creato quello che tra 7 anni diventerà la nuova Grande Cuvée, così diversa eppure così fedele a se stessa

 

La verticale

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La prova del tempo in sei bicchieri, dalla 161esima edizione alla 166esima nella Sala dei 400 vini, luogo di degustazione suggestivo all’interno della casa della famiglia Krug nel centro di Reims. Un modo per rendere partecipi gli ospiti del grande lavoro di selezione e interpretazione che il comitato di degustazione svolge ogni anno, una ulteriore prova per noi che le lancette dell’orologio sono dalla parte di Krug.

 

161ème édition (base 2005, vins de réserve 32%, 12 annate e 134 vini fino al 1990, 37% Chardonnay, 44% Pinot Nero, 19% Meunier) : impatto maturo, ampio con sentori di burro di arachidi, polvere da sparo, bocca lunghissima, piacevole, morbida, con perlage finissimo, una complessità pazzesca che si evolve sui toni di frutta secca e curcuma.

 

162ème édition (base 2006, vins de réserve 40%, 11 annate e 142 vini fino al 1990, 35% Chardonnay, 44% Pinot Nero, 21% Meunier): più maturo del precedente, evoluzione affascinante, tabacco, miele, più stretto al sorso con l’acidità contornata da una sensazione di confortevole morbidezza.

 

163ème édition (base 2007, vins de réserve 27%, 12 annate e 183 vini fino al 1990, 32% Chardonnay, 37% Pinot Nero, 31% Meunier): strepitoso, ha scheletro acido e scattante, ampio e affilato, speziatissimo, curry, orientaleggiante e lunghissimo nel retrolfatto.

 

164ème édition (base 2008, vins de réserve 32%, 11 annate e 127 vini fino al 1990, 35% Chardonnay, 48% Pinot Nero, 17% Meunier): un impatto di maggior dolcezza, una sensazione pseudo tannica stuzzica il palato che riscontra sentori tostati, frutta secca con la noce in evidenza, si stringe nel finale che resta freschissimo

 

165ème édition (base 2009, vins de réserve 31%, 14 annate e 127 vini fino al 1990, 38% Chardonnay, 47% Pinot Nero, 15% Meunier): in una batteria di così alto livello è un po’ il vaso di coccio tra vasi di ferro ma sempre finemente intarsiato dalla delicatezza del polline e dei fiori gialli, ha sorso continuo anche se senza il guizzo del campione

 

166ème édition (base 2010, vins de réserve 42%, 13 annate e 140 vini fino al 1998, 39% Chardonnay, 45% Pinot Nero, 16% Meunier): intrigante il tocco fumè, con un cenno di polvere da sparo e il frutto giallo rigoglioso con la pesca in evidenza. Al sorso è molto ampio e succoso, dà la sensazione di lunga vita davanti.

 

E per chiudere una straordinaria edizione 153 (base 1997), di finezza e complessità da rendere superfluo un semplice elenco di descrittori. Silenzio e calici in alto per festeggiare il momento con un sorriso.

 

 

 

( Fonte La Repubblica )

 

Sempre a tema, per chi fosse interessato ad un approfondimento, consiglio una lettura al link : 

https://www.winetaste.it/viaggio-nella-regione-della-champagne/

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.