Home Curiosità Antonio Moretti vince in Cassazione: sui sequestri tutto da rifare

Antonio Moretti vince in Cassazione: sui sequestri tutto da rifare

Era il 26 Novembre 2018 quando è uscita la notizia dell’arresto dell’imprenditore aretino, ne avevamo scritto qui

 

Oggi invece pubblichiamo, per dovere di cronaca, la notizia secondo la quale la Suprema Corte di Cassazione alle 20 di giovedì 23 gennaio 2020, ha accolto il ricorso presentato da Moretti contro i sequestri di beni mobili e immobili per 25,5 milioni.

 

 

 

I sequestri erano scattati a novembre 2018 quando il padre dell’Oreno finì agli arresti domiciliari. Colpo di scena, quindi, nella vicenda autoriciclaggio che coinvolge la famiglia della moda e delle vigne. Tutto da rifare. Il presidente della sesta sezione penale Giorgio Fidelbo ha recepito i rilievi degli avvocati Stefano Campanello e Mauro Messeri.

Più avanti si conosceranno le motivazioni. Il colpo di spugna comunque c’è. Non azzera certo i sequestri preventivi operati dalla Guardia di Finanza, che restano efficaci, ma la pratica torna di nuovo ad Arezzo. Sarà il sesto pronunciamento, dopo due bocciature dei supremi giudici. Con l’invito a rivedere la questione alla radice, al di là delle decurtazioni effettuate in precedenza sulle somme di Antonio e del figlio Andrea (rispettivamente 2,3 e 3,9 milioni).

C’è qualcosa non ancora chiaro, evidentemente, e il ping pong va avanti da un pezzo. Tutto ruota intorno alle sette operazioni “opache” con cui il 69enne imprenditore della Tenuta Setteponti, i figli e i collaboratori, secondo la procura di Arezzo avrebbero reinvestito soldi provento di delitti tributari e fiscali: omessi versamenti previdenziali e assistenziali.

Il pm Marco Dioni si accinge proprio in questi giorni a chiudere il fascicolo con le richieste di rinvio a giudizio per i 14 indagati. L’esito di ieri avrà delle ripercussioni nell’impalcatura dell’accusa? Vedremo. Esprime soddisfazione, intanto, l’avvocato Stefano Campanello. “I nostri argomenti hanno fatto breccia ed  è rimesso in discussione tutto il ragionamento alla base dei sequestri. La decisione della Suprema Corte può cambiare i connotati di questa vicenda dove forse si dava tutto per scontato. Andrà verificato se i Moretti hanno commesso davvero dei reati, se c’è stato un profitto e se questo ha dato luogo ad un autoriciclaggio. Noi diciamo di no. Insomma è tutto da stabilire che i 25.529.409 euro non siano il frutto di investimenti legittimi”. Per Antonio Moretti, che a gennaio ha compiuto 69 anni, l’inizio del 2020 pare positivo.

A parte i risultati della super cantina, è uscito indenne dalla vicenda della cena elettorale dell’ex ministro Pier Carlo Padoan: archiviazione per finanziamento illecito ai partiti. Ha evitato il processo per la bancarotta Confitalia grazie alla prescrizione. Ora la sentenza della Cassazione, i cui effetti si estendono anche per gli altri indagati. Compreso Andrea, l’imprenditore di Pull Love e altri business, che non aveva presentato ricorso. Lui, invece, a processo per il crac Confitalia ci andrà, mentre a marzo lo yacht che era suo va all’asta bis per 790 mila euro. Gli è stato confiscato per altri guai giudiziari. La fine che adesso i Moretti vogliono evitare per altri beni. Il bicchiere è mezzo pieno. Il pm Dioni, scrupoloso ed equilibrato, non è tipo che molla.

 

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.