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AUGUSTALE UN FUORICLASSE ASSOLUTO DI PUGLIA

UN GIORNO, TREMILADUECENTO ANNI FA VENNE CHIAMATO NERO DI TROIA

La guerra di Troia è finita. Diomede e i suoi uomini tornano verso Argo. Ma si fermano in Puglia, specie nelle aree attorno all’odierna Ruvo: portano con sè alcuni tralci di vite che affidano agli agricoltori locali. Il vino che ne ricavano li incanta e li trattiene a lungo. Il nome che gli attribuiscono è oggi una DOCG, in ricordo di quella lunga guerra. Un vino non proprio improvvisato.

IL NERO DI TROIA

 

 

L’Uva di Troia è un vitigno ricco di personalità, forse più di altri, ma anche adattabile a diverse vinificazioni, quali ad esempio le lavorazioni in bianco e rosato. Le superfici vitate a Nero di Troia in Puglia, dopo essersi letteralmente decimate nell’ultimo trentennio passando dai quasi 5.000 Ha del 1982 fino ai miseri 1.700 Ha del 2000, stanno cominciando letteralmente a ricrescere e su di una superficie vitata complessiva pugliese pari a 120.000 Ha con una produzione di vino che sfiora i 7 milioni di Hl.

 

Saranno i vitigni autoctoni quali il nero di Troia ed il Negroamaro, oltre ai già famosi ed apprezzati primitivi di Manduria, Gioia del Colle e del Salento, a fare conoscere maggiormente ed apprezzare i vini pugliesi nel mondo.

 

Un Vitigno scontroso, difficile, assai tardivo, che risente maggiormente dei ritardi dell’invaiatura e dell’accorciamento della fase di maturazione dovuto ad andamenti stagionali particolarmente sfavorevoli; potremmo definirlo un vitigno un po’ scontroso, una specie di primadonna dell’enologia ( quasi come il Pinot nero ) assai esigente dal punto di vista dell’intensità luminosa e della temperatura.

L’Uva di Troia è anche il vitigno tannico per eccellenza grazie alla sua elevata dotazione in flavonoidi delle bucce, le quali però non hanno un elevato contenuto in pigmenti colorati (Antociani) rispetto ad altri vitigni come ad esempio quelli internazionali ma la loro natura è del tipo nobile e sono detti anche Tri-sostituiti (Malvidina e Petunidina), sono cioè più stabili nel tempo e pertanto meglio strutturati contro le Ossidazioni.

Il profilo polifenolico del Nero di Troia

Ad una ricchezza tannica notevole si accompagna un alto grado di polimerizzazione di tali componenti che sono rappresentati per più del 60% da polimeri tannici ad alto peso molecolare specifico che, all’analisi organolettica, si apprezzano per la loro morbidezza, per l’estrema voluminosità al palato e per la moderata astringenza.

Li possiamo chiamare, quando i vini sono vinificati secondo le moderne tecniche, “ tannini nobili “.

L’Enologo Cristoforo Pastore

“Il mosto che se ne ottiene non è particolarmente ricco di acidità organica, specie quando le uve raggiungono maturazioni ottimali e pertanto, se fermentato con adeguate enologie che prevedono un accorto uso delle temperature e dei tempi di macerazione, dà dei vini assai morbidi, vellutati, poco acidi e mai inariditi da secchezze finali; dal punto di vista aromatico (intendendo per aroma la confluenza a livello retronasale delle sensazioni olfattive e gustative) una giusta maturazione dei grappoli ed un corretto protocollo di vinificazione, consentono di ottenere vini giovani con spiccate e costanti note floreali e fruttate di violetta e mirtillo che, presenti costantemente, riducono alle caratteristiche varietali descrittive del vitigno. Con l’affinamento emergono poi note di confettura di ciliegia, tabacco e speziato in genere (pepe nero) anch’essi assunti a precisi e riconoscibili descrittori dei caratteri organolettici varietali e pertanto fattori di forte tipicità. “

Il Nero di Troia è tra i principi dei vitigni rossi del centro-nord della Puglia. E’ il vitigno pugliese  più longevo e più elegante, però è un vitigno difficilissimo in quanto, essendo tardivo, arriva a maturazione ad ottobre o alla prima settimana di novembre. Purtroppo le situazioni climatiche non tutti gli anni danno la possibilità di ottenere dei prodotti che abbiano la giusta maturazione zuccherina e fenolica.

 

Per  questo, di concerto e con l’aiuto del professor  Attilio Scienza,  si sta cercando di anticipare molto l’epoca vendemmiale, scegliendo delle cultivar e dei portainnesti che maturino prima, in particolare il nero di troia a bacca piccola, cercando con le potature e con i trattamenti in vigna di poter arrivare a raccolta un mese, un mese e mezzo prima.

 

AZIENDA GRIFO

Via Madonna delle Grazie, 4

Ruvo di Puglia (Ba)
Tel. 080 3601611 – Fax 080 3614281
info@cantinadiruvodipuglia.it – 

www.cantinadiruvodipuglia.it

Vino Augustale Riserva 2013- Nero di Troia Docg gr.14

Scheda tecnica qui

 

 

Note di Degustazione di Roberto Gatti

Rosso granata, con leggeri riflessi aranciati sull’unghia ; al naso molto intenso, di eccellente espressione, elegante, di classe : spezie e frutto rosso, note di cardamomo e cioccolato ; in bocca ha una bevibilità elegante, piena, di classe superiore, tannini fini bene integrati e smussati, grande “ souplesse “, lunghissimo nel finale.

 

 

Un’ottima materia prima, bene vinificata ed in maniera impeccabile.

Un grande rosso del Sud, paragonabile in quanto a picchi qualitativi ai migliori Brunello di Montalcino ed ai migliori Barolo !

Eccellente 95/100, un vero Top Wine, fuoriclasse !

Ricordo anche che, questo stesso vino, si è aggiudicato il primo posto assoluto al Concorso Radici del Sud, che ogni anno si svolge in Puglia.

 

 

Grandi sono gli uomini che sanno trasformare i prodotti della terra in questo modo, portandoli sulle nostre tavole per l’appagamento dei nostri sensi !

Chapeau

Roberto Gatti

 

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.