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Il naso elettronico a caccia di aromi

I ricercatori di Tor Vergata hanno creato la macchina che analizza gli odori.
“Scopre anche le malattie”

Dall´astronave al vino e ai tartufi
il naso elettronico a caccia di aromi

Il professor D´Amico: Nel 1994 il prototipo ha analizzato l´aria in un viaggio nello spazio
Ora è in grado di capire qualità dell´olio e freschezza del pesce
L´apparecchiatura ha dato buoni risultati al Forlanini nella diagnosi del cancro.
E c´è anche la lingua elettronica che giudica la purezza dell´acqua
 

In mancanza del forno in cui cuocere una pizza, sulle astronavi si studia come ricreare l´odore di una margherita fragrante. Mentre determinare la freschezza del pesce è ormai un gioco da ragazzi per il “naso elettronico” inventato all´università di Tor Vergata, così come riconoscere dall´aroma l´annata del vino, la sua prossima applicazione potrebbe essere la ricerca dei tartufi. E all´organo dell´olfatto artificiale, rinchiuso in una scatola di metallo tascabile o quasi con un sensore esterno che funge da narice, si è appena affiancata anche la lingua. «La usiamo per determinare la purezza dell´acqua» spiega Arnaldo D´Amico, professore a Tor Vergata e direttore dell´istituto di acustica del Cnr. «Con qualche perfezionamento, e una tecnologia neanche troppo complessa, questo apparecchio potrebbe diventare comune quanto un telefonino» aggiunge Corrado Di Natale, professore di sensori e rivelatori sempre alla seconda università di Roma.
Rispetto al prototipo realizzato a partire dal ´94, il naso elettronico di strada ne ha fatta. È finito perfino nello spazio, sulla International Space Station che nel 2004 ha ospitato l´astronauta italiano Roberto Vittori, per misurare la qualità dell´aria in una capsula orbitante. «Il principio del suo funzionamento è identico a quello del naso umano. L´apparecchio inspira l´aria e un sensore al suo interno l´analizza» spiega D´Amico. «Certo, tra i cinque sensi l´olfatto è il più misterioso, e questo non ci aiuta. Descrivere la scena che abbiamo davanti agli occhi è molto facile. Ma provare a raccontare un odore spesso è impossibile. Sono sensazioni destinate a rimanere sfuggenti».
I ricercatori di Tor Vergata hanno provato ad aprire la misteriosa porta dell´olfatto usando la chiave della chimica. Ogni odore infatti nasce da alcune molecole disciolte nell´aria. E realizzando dei piccoli cristalli di quarzo ricoperti di sostanze capaci di agguantare le molecole degli odori, il sensore è pronto a captare quel che c´è nell´aria. Le sostanze capaci di “abbracciare” i profumi si chiamano metalloporfirine, e sono il cuore del naso elettronico. In un apparecchio ce ne sono otto, tutte diverse. Più si legano alle molecole presenti nell´aria (ognuna seguendo un modello di comportamento suo particolare) più diventano pesanti. E calcolando il peso di ciascuna di esse il naso elettronico crea un mosaico di otto dati numerici. La combinazione dei quali diventa il codice d´identità di quel determinato odore. «Come un bambino, all´inizio l´apparecchio ha bisogno di imparare che a quella determinata combinazione di dati proveniente dagli otto sensori corrisponde l´odore di ginestra, o quello del vino. Man mano che accumula dati nella sua memoria, il naso elettronico riesce a essere sempre più preciso».
Talmente preciso che oltre a misurare la qualità del vino, dell´olio di oliva e la freschezza del pesce, il naso elettronico è stato arruolato anche all´interno degli ospedali per annusare la presenza di malattie. Non è infatti una novità che la schizofrenia dona ai pazienti un odore caratteristico ma molto debole. E in seguito si è scoperto che anche il melanoma della pelle è riconoscibile da un olfatto particolarmente acuto, mentre il tumore del polmone genera sostanze come alcani e benzene che vengono emesse con il respiro. «I primi test con l´ospedale Forlanini per l´esame dell´espirato profondo risalgono al 2000. Il naso elettronico si è rivelato un buon test per la diagnosi del cancro polmonare. Abbiamo avviato collaborazioni simili anche con l´Istituto dermopatico dell´immacolata per il melanoma e con il Sant´Eugenio per il tumore della mammella. Sì, anche lui ha un odore caratteristico» spiega D´Amico.


( Fonte Espresso )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.